Se la Russia interrompe definitivamente le forniture di gas si potrebbe innescare una
crisi economica pari a quella scaturita dal fallimento della Lehman Brothers nel 2008. Questo è quanto sostiene una delle maggiori banche tedesche, Commerzbank. L'istituto finanziario rimarca che ci potrebbe essere una reazione a catena dalle conseguenze imprevedibili per l'economia tedesca, aggiungendo che il
razionamento nel consumo del gas a questo punto diventa una cosa inevitabile.
In Germania l'approvvigionamento dalla Russia arriva da Nord Stream 1, il gasdotto di oltre 1.200 chilometri che collega la città russa di Vyborg e quella tedesca di Greifswald. Il Premier russo Vladimir Putin ha deciso a giugno di ridurre il flusso di gas al 40% della capacità complessiva del gasdotto, come ritorsione alle sanzioni occidentali. Dopo una sospensione di 10 giorni per manutenzione, Nord Stream è stato riattivato, ma nemmeno il tempo di respirare che la Germania si è vista ridurre la fornitura fino al 20% della capacità.
Nel frattempo Berlino è ricorsa alla seconda delle tre fasi del piano di emergenza energetico nazionale, che richiede un razionamento del consumo del gas per le imprese e le famiglie. Recentemente alcune città come Hannover, Norimberga, Lipsia e Colonia sono state colpite da alcune misure restrittive, come lo spegnimento dell'acqua calda in alcuni edifici pubblici, la chiusura di buona parte delle piscine e dell'illuminazione in certi luoghi di notte.
In questo scenario a tinte fosche, per Commerzbank l'attività economica tedesca si ridurrà del 2,7% nel 2022 e dell'1,1% nel 2023. Per l'istituto bancario l'impatto delle carenze di gas sarà così ampio che si diffonderà rapidamente, in quanto il combustibile non è solamente una fonte cruciale di energia, ma un'importante materia prima che viene utilizzata in molti settori.
Commerzbank: l'impatto del gas sull'attività della banca
Tutto ciò avrà un impatto consistente nell'attività della banca. Quest'ultima ha affermato che la sua esposizione creditizia totale di 384 miliardi di euro è interessata per l'1,1% dall'industria chimica e delle materie plastiche e per il 3,8% dalle società di servizi pubblici, dell'edilizia e della carta. Tutti settori questi altamente quotati per forti scossoni in caso di carenza di forniture di gas e per effetto del conseguente aumento dei costi dell'energia.
Per il momento la situazione di Commerzbank rimane abbastanza robusta, come dimostrano i risultati trimestrali superiori alle attese, che hanno fornito un utile netto nel secondo quarto dell'anno a 470 milioni di euro, in crescita rispetto alla perdita di 527 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. Questo è stato favorito dal reddito derivante dai tassi d'interesse più elevati e dal reddito delle commissioni che hanno fatto crescere i ricavi del 30% a 2,4 miliardi di euro.
A preoccupare però è la situazione finanziaria, in quanto il livello dei prestiti in sofferenza è aumentato dell'8,9% a 1,53 miliardi di euro e per l'intero anno si prevedono accantonamenti per 700 milioni di euro. Questi ultimi saranno raddoppiati nel caso ci dovesse essere uno stop totale alle forniture di gas da Mosca.