Il mercato delle materie prime ha attirato l'attenzione di un gran numero di investitori, alla ricerca di forme di impiego del capitale per proteggere il portafoglio dalle turbolenze di questo periodo. La guerra Russia-Ucraina ha contribuito a rafforzare il rally delle quotazioni delle commodities, iniziato dalla riapertura delle attività post-pandemia. Nella circostanza è emerso che l'esplosione della domanda non ha trovato corrispondenza nell'offerta, che si è dimostrata scarsa innescando la carenza degli approvvigionamenti.
Tutto ciò si è riflesso nei prezzi della maggior parte delle materie prime, soprattutto quelle energetiche, funzionali alle famiglie per l'elettricità e il riscaldamento, ma anche alle imprese per rendere efficiente tutta la macchina produttiva. Russia e Ucraina sono grandi produttori ed esportatori di materie prime essenziali, pertanto il conflitto bellico ha generato ulteriori strozzature dell'offerta e il rischio che con nuove sanzioni la situazione possa esacerbarsi.
Investire nelle materie prime dunque può servire per compensare l'andamento negativo di asset tradizionali come le azioni, che risentono in particolare delle tensioni a livello geopolitico, o come le obbligazioni, che vedono diminuire i rendimenti reali con le prospettive al rialzo dei tassi d'interesse per combattere l'inflazione. Al riguardo vi è un indice da tenere presente, il Bloomberg Commodity Index. Ecco di cosa si tratta.
Bloomberg Commodity Index: caratteristiche e funzionamento
Il Bloomberg Commodity Index è stato recentemente rinominato, perché prima si chiamava Dow Jones Commodity Index. Il benchmark è composto da contratti futures su 22 materie prime selezionate in funzione della loro rilevanza a livello economico.
L'indice ha 3 fonti di rendimento:
- lo spot price return, che deriva proprio dal valore in un dato momento della materia prima;
- il roll yield, che è generato dal rolling quando il contratto future giunge a scadenza e può essere positivo qualora il prezzo del nuovo contratto è inferiore rispetto a quello venduto (backwardation), o negativo in caso contrario (contango);
- il collateral yield, che dipende dal collaterale rappresentato dal titolo in garanzia per l'investimento in derivati.
Il peso maggiore dell'indice è dato dalla componente energia e agricoltura, che insieme costituiscono circa il 60-65% del totale. Poi vi sono i metalli preziosi, che rappresentano circa il 15% in media, con l'oro che esercita l'influenza maggiore con una quota intorno al 10%. E infine sono presenti le materie prime da allevamento che rappresentano una media del 5% del totale del fondo.
Bloomberg Commodity Index: come investire
Per investire nel Bloomberg Commodity Index vi sono alcuni ETF che riproducono il benchmark. Ad esempio esiste l'iPath Bloomberg Commodity Index Total Return ETN, creato da Barclays nel 2006. Il fondo ha una struttura ETN e garantisce un'ampia esposizione in energia, metalli preziosi e agricoltura. La commissione del fondo è dello 0,7% e il rendimento ottenuto nel 2021 è stato del 31%.
Un altro prodotto simile è l'Invesco Bloomberg Commodity UCITS ETF, che punta a raggiungere l'obiettivo detenendo anche un paniere di buoni del Tesoro statunitense e ricorrendo a unfunded swaps, con i quali viene scambiato il rendimento dell'indice e un tasso convenuto dei titoli di Stato detenuti dal fondo. La commissione di gestione è dello 0,19%, mentre quella del contratto swap dello 0,15%. Nel 2021 l'ETF ha ottenuto una performance del 27%.