Il WTI è molto vicino al gap del 6 marzo, quello che provocò la caduta verticale del petrolio. Allora le quotazioni si spinsero per la prima volta nella storia sotto lo zero, arrivando a segnare un minimo storico di -37,63 dollari al barile anche a causa di un'inefficienza tecnica del mercato. Vediamo ora se il petrolio è pronto a un nuovo rimbalzo o potrà stornare per permetterci ingressi long a prezzi migliori.
Scorte petrolio: cosa ci dicono i report EIA e API
Il rapporto EIA di ieri pomeriggio ci dice che la produzione di petrolio degli Stati Uniti è diminuita di 11,5 milioni di barili al giorno. Inoltre, il rapporto sulle variazioni delle scorte di greggio API dice che le scorte di greggio sono diminuite di 4,84 milioni di barili. Allo stesso tempo, gli inventari della benzina sono aumentati di 2,8 milioni di barili, mentre gli inventari dei carburanti distillati sono aumentati di 3,8 milioni di barili. Tale aumento può limitare di parecchio la gioia degli operatori commerciali per la diminuzione delle scorte di greggio.
Resta da vedere se il mercato sarà soddisfatto di questi dati. Da un lato, la continua tendenza al ribasso è positiva per il mercato petrolifero domestico, mentre il calo degli inventari suggerisce che l'equilibrio tra domanda e offerta è migliorato grazie ai tagli alla produzione ed ai miglioramenti della domanda di petrolio. D'altro canto, gli operatori vorrebbero vedere un calo più aggressivo della produzione, poiché i livelli delle scorte rimangono elevati e continueranno a esercitare pressioni sui prezzi del petrolio per i prossimi mesi.
L'OPEC è soddisfatto dell'attuale progresso. Il Segretario Generale del cartello, Mohammad Barkindo, ha dichiarato che i mercati petroliferi hanno risposto positivamente ai forti tagli alla produzione da parte dei partecipanti all'OPEC. Per il momento non è ancora chiaro se il cartello sceglierà di mantenere gli attuali livelli di tagli della produzione o opterà per fornire più greggio al mercato da luglio, secondo il programma originale dei tagli alla produzione.
Il problema è che molti Paesi produttori di petrolio fanno affidamento sulle entrate petrolifere per ricostituire i loro bilanci e che i prezzi attuali del greggio non sono sufficienti per fornire sostegno alle proprie finanze.
Alla luce di ciò, i Paesi OPEC sono interessati a smaltire le scorte il più rapidamente possibile, per far salire i prezzi a livelli migliori. Allo stesso tempo, il tasso di recupero della domanda di petrolio rimane un mistero dato che solo recentemente i Paesi hanno iniziato a revocare le misure di contenimento adottate per contenere il numero di contagi da Coronavirus.
Andamento dei prezzi del petrolio
Il mercato dei future rimane piuttosto scettico sul rialzo a lungo termine dei prezzi del petrolio. Il contratto del mese di luglio 2020 beneficia di maggiori guadagni, mentre il contratto di dicembre 2020 si mantiene sul livello di 35 dollari al barile.
Una perdita del livello di 31.47$ potrebbe portare un veloce avvicinamento alla zona di supporto 30.15$ - 28.79$. Questa zona è fondamentale nel breve termine: la sua tenuta mantiene viva la possibilità di raggiungere la zona di chiusura del gap del 6 marzo a 41 dollari al barile. E' molto probabile che il prezzo, avvicinandosi a questa zona, possa avere pressioni ribassiste. Il prezzo rimane al di sopra dei 34 dollari nel frattempo, questo dovrebbe spingerlo a testare velocemente la zona dei 36.36$ - 36.69$, la parte bassa del gap del 6 marzo. Solo una perdita dei 25.76$ aprirebbe le porte a una caduta più forte, portando le quotazioni in prima istanza a una zona compresa tra i 22.31 e i 20.20 dollari al barile.
In conclusione, la situazione sul mercato del petrolio a breve termine continua a migliorare a supporto delle quotazioni. Se i livelli attuali del petrolio dovessero rimanere stabili nel medio periodo, unitamente a un veloce recupero della domanda globale e alla diminuzione dell'effetto contango, il settore energetico dovrebbe continuare a recuperare parte del gap di performance accumulato nel corso di questi mesi.
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