Il 2022 è generalmente percepito come un’annata particolarmente deludente per l’euro. Eppure la moneta unica europea nell'anno corrente è riuscita a guadagnare terreno contro diverse valute concorrenti. Vediamole nel dettaglio.
Con la BCE che nel 2022 ha iniziato ad incrementare il tasso di riferimento, l’euro ha guadagnato terreno su quelle pochissime valute rimaste ancorate al tasso zero. Tra queste poche c’è lo yen, che ha perso il 12% e spinto il cross EUR/JPY di poco sotto quota 150 (148,388 ¥), livello che non si vedeva dal 2015.
Peggio dello yen ha fatto solamente la lira turca. Gravata da un’inflazione sopra l’80% e da una politica monetaria semplicemente folle di taglio del costo del denaro sulla base di un paradigma inventato da Erdogan, la perdita della lira contro euro è stata superiore al 20% anche nel 2022.
Non solo yen e lira
Messe da parte le variazioni negative in doppia cifra, ci sono diverse valute che contro euro nel 2022 hanno perso il 4-5%.
La prima è la sterlina inglese, afflitta da un mix di instabilità politica e inflazione. Il Governo Truss è durato meno di 50 giorni a causa dell’incredibile dose di improvvisazione con la quale ha affrontato i mercati finanziari durante la presentazione di un ambizioso quanto irragionevole piano di tagli fiscali. Il rischio di veder saltare in aria diversi fondi pensione, colpiti dalle margin call durante una drammatica caduta di prezzo dei Gilt, ha costretto la Bank of England ad intervenire fornendo liquidità (mentre continua ad alzare i tassi di interesse).
Poi ci sono le monete dei Paesi scandinavi. La corona svedese (SEK) ha perso il 7% rispetto alla moneta unica a causa di una banca centrale troppo timida nell’affrontare l’inflazione mentre quella norvegese (NOK, -4%), oltre alla lentezza della Norges Bank, ha pagato pegno anche al calo del prezzo del petrolio.
Tra le valute perdenti conto euro nel 2022 c’è anche il dollaro neozelandese. Anche in questo caso, come per la Norvegia, la Nuova Zelanda e la sua valuta paga una politica monetaria restrittiva partita in anticipo che si è fatta più timida dopo i primi dati economici poco incoraggianti.
Oltre allo yen, il rallentamento economico sta colpendo quindi tutte le valute più cicliche. Se la recessione globale proseguirà, questa tendenza di rafforzamento dell’euro troverà un seguito anche ad inizio 2023, con l’unica incognita rappresentata dallo yen (che da un momento all’altro potrebbe essere oggetto di massicci interventi da parte della BoJ).