Il
DAX sale dello 0,75% a 16.285 punti negli scambi di oggi e si porta a
un soffio dal record storico dei 16.290 punti di novembre 2021. A trainare il principale indice borsistico tedesco quest'anno sono stati titoli come il fornitore di ricambi di auto Rheinmetall AG, il produttore di turbine a gas e di tecnologia di rete Siemens Energy AG, il gigante degli articoli sportivi Adidas AG e il colosso del software SAP SE. Da inizio anno il DAX ha guadagnato poco oltre il 16%, compensando il calo del 12,35% subito lo scorso anno.
DAX: tutti i motivi del rally
Il rally post-pandemico del benchmark tedesco è stato interrotto dai primi venti inflazionistici alla fine del 2021, che poi si sono amplificati quando la Russia ha invaso l'Ucraina nella notte tra il 24 e il 25 febbraio. Per la Germania la guerra è stata un colpo letale, perché si tratta di uno dei Paesi europei più esposti alla fornitura di gas russo tramite il gasdotto Nord Stream 1. La crisi energetica derivata dal conflitto ha mandato in orbita i prezzi delle bollette, costringendo il governo tedesco a un gigantesco piano da 200 miliardi di euro per far fronte alla situazione.
Le tensioni e le turbolenze hanno avuto un effetto disastroso in Borsa, con l'indice DAX che dai picchi di novembre 2022 è precipitato ai minimi di settembre a 11.862 punti. Da allora vari fattori hanno contribuito a rilanciare il paniere dei titoli tedeschi.
In primis l'allentamento dei prezzi dell'energia, grazie anche al price cap imposto dall'Europa al gas e al petrolio russi. Questo provvedimento è stato importante per ridurre la pressione inflazionistica. L'indice dei prezzi alla produzione del Paese per aprile ha mostrato che il tasso di crescita è sceso al 4,1%, dal 6,7% di marzo.
In secondo luogo una spinta è arrivata da una serie di utili societari migliori rispetto a quanto prevedevano gli analisti, il che ha scongiurato l'arrivo di una violenta recessione che mettesse in ginocchio l'economia del Paese.
In terzo luogo vi è stata la ripresa delle attività produttive della Cina, legate a doppio filo all'economia europea, dopo i blocchi Covid-19 del 2022.
Lo sprint del DAX degli ultimi giorni è motivato anche dall'
allentamento delle preoccupazioni sul tetto al debito USA, a seguito dei recenti colloqui avuti tra
Joe Biden e i rappresentanti dei Repubblicani per trovare un accordo riguardo l'innalzamento del limite.
"Il DAX è guidato dai titoli industriali e di consumo orientati all'esportazione e, con l'inflazione in calo, i consumatori hanno più reddito discrezionale da spendere", ha affermato Joachim Klement, responsabile della strategia, della contabilità e della sostenibilità di Liberum Capital. "Grazie al ritorno della domanda cinese, anche i titoli industriali e automobilistici tedeschi hanno registrato un sostanziale rivalutazione", ha aggiunto.
DAX: cosa aspettarsi adesso
Quali saranno le prospettive per il DAX nei prossimi mesi? Indubbiamente l'indice della Borsa di Francoforte adesso è arrivato a un punto chiave e le sfide che dovrà affrontare sono parecchio impegnative. Quella più importante forse riguarda l'eventualità che in Germania sopraggiunga una recessione.
Questo è strettamente correlato con quanto deciderà la
Banca Centrale Europea in tema di tassi d'interesse. Se la
Federal Reserve sembra essersi fermata, almeno per una pausa,
l'Eurotower ancora è intenzionata a continuare la sua battaglia contro l'inflazione. Nel nuovo bollettino economico pubblicato stamane, l'istituto guidato da
Christine Lagarde ha scritto che "finché sarà necessario i tassi di riferimento verranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine", aggiungendo che "le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo" e che "il Consiglio Direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare un livello e una durata della restrizione adeguati".
Questo potrebbe significare che ancora per un po' ci sarà da aspettarsi una BCE falco che potrebbe incidere notevolmente sull'economia europea e sugli utili delle aziende, con ovvi riflessi nei confronti delle quotazioni azionarie.