Come abbiamo visto nel precedente focus dedicato all’ETF Lyxor Smart Cities, gli investimenti tematici stanno acquisendo una crescente importanza nelle strategie commerciali degli asset manager. Che si tratti di gestione attiva piuttosto che passiva i “temi” del futuro stanno catturando anche l’interesse degli investitori.
Naturalmente ci sono pro e contro nell’investire con questi strumenti e lo scopo di questo articolo è proprio quello di mettere a disposizione di tutti una mini guida sullo strumento.
Gli ETF tematici recentemente quotati da Lyxor hanno l’obiettivo di combinare i vantaggi dell’intelligenza artificiale per definire la strategia di investimento e i titoli sottostanti, al basso costo dell’ETF. Tramite una partnership con il provider di indici MSCI, Lyxor ha creato 5 nuovi strumenti che coprono temi come la Digital Economy, la Disruptive Technology, i Millennials, le Smart Cities ed infine la Future Mobility.
Oggi vogliamo approfondire proprio questo ultimo tema. Nell’articolo precedente dedicato alle Smart Cities avevo già illustrato i criteri di costruzione e composizione dell’ETF che riprenderò tra poco solo brevemente.
Il tema sul quale va ad investire l’ETF è quindi quello della mobilità del futuro.
Le automobili sono state decisive nell’estinzione dei cavalli come mezzo di trasporto dando una spinta incredibile alla mobilità degli ultimi decenni. Questo ha però determinato anche un aumento dell’inquinamento e per questo oggi il cambiamento è necessario. Impossibile sapere quale sarà il mezzo di trasporto dominante fra 50 anni, ma certamente il settore dell’auto sarà sempre più intrecciato a doppio filo con quello della tecnologia e dell’energia. Entro il 2040 Bloomberg stima che il 40% dei veicoli in circolazione sarà elettrico. Il prezzo delle batterie ricaricabili entro il 2030 dovrebbe essere più basso di un terzo di quello attuale. Due esempi che dimostrano quanto dinamismo ci sarà su un tema contraddistinto dal sempre maggiore peso in termini di consumo e di investimento dei paesi emergenti.
Sharing economy, guida autonoma, noleggio auto, automobili intelligenti, sono alcuni dei settori nei quali operano le società presenti all’interno dell’ETF di Lyxor.
Il processo di selezione dei titoli mixa le competenze umane all’intelligenza artificiale. Un’accurata selezione di parole chiave permette di raccogliere in rete un’impressionante mole di dati delle società appartenenti al paniere di indici MSCI ACWI IMI. Una lista di aziende quotate con esposizione diretta o indiretta dei business collegati al tema della mobilità rappresenta l’output finale.
Segue un filtro di selezione legato alla quantità minima di ricavi generata dalle attività aziendali collegate al tema della mobilità. Rigidi criteri ESG escludono in seguito società coinvolte in business controversi; infine si guardano fondamentali di bilancio come crescita dei ricavi, ROI e spese in ricerca e sviluppo.
Questa attività di filtraggio trova la sua applicazione concreta nella definizione di un portafoglio di investimento, ribilanciato semestralmente con review annuale delle parole chiave utilizzate nella fase di selezione.
L’ ETF replica passivamente un indice all’interno del quale è però contenuta una strategia di selezione attiva delle azioni.
Grazie al sito pubblico di MSCI è possibile mettere a confronto l’indice MSCI ACWI IMI Future Mobility ESG Filtered NetTotal Return con l’indice MSCI ACWI.
Provo a riassumere i dati più interessanti:
- Da novembre 2013 a maggio 2020 la performance annua dell’indice tematico è simile a quella dell’indice generalista (9,4% vs 8,9%)
- La volatilità annualizzata dell’indice tematico è stata più elevata negli ultimi 5 anni (24,8% vs 14.5%)
- Il rapporto rendimento rischio espresso dallo Sharpe ratio dal momento del lancio non è favorevole al tematico (0.52 vs 0.73). In pratica per ogni unità di rischio chi ha scelto il tema è stato remunerato un po' meno.
- Il Beta dell’indice tematico è 1.50 e questo significa che l’ETF va molto meglio nelle fasi bullish, ma perde più dell’indice generico nelle fasi bearish
- Il turnover di portafoglio, una variabile da tenere presente in fase di stima dei costi, è piuttosto consistente per l’indice Future Mobility e pari al 63% contro il 2,9% dell’indice generico
Un ETF quindi estremamente volatile e dipendente dal contesto di mercato nel quale ci si trova. Il Beta dice molto circa la dipendenza di queste società all’andamento dell’economia mondiale.
Il portafoglio a livello settoriale vede quattro componenti dominanti. Information Technology, industriale, materiali di base e consumi discrezionali.
Lo stile è orientato alle small cap (quasi il 40%) mentre a livello geografico le azioni americane coprono il 53% dell’allocation seguite dalla Cina con il 17%. Buona la diversificazione anche se si tratta di un tema abbastanza specifico.
La replica dell’indice è fisica con l’opzione di utilizzare il campionamento. Singolare è la struttura dei costi. Le spese correnti saranno infatti dello 0,15% (sotto la media di categoria) fino a settembre 2021 quando diventeranno 0,45%.
Il codice Isin dello strumento quotato a Milano è LU2023679090.
In conclusione possiamo dire che questo ETF Lyxor Future Mobility è uno strumento che offre a buon mercato la replica passiva di un indice tematico sommata ad una strategia comunque attiva di selezione delle società. La volatilità è un fattore da tenere presente vista la storia recente ed il Beta dell’indice pari a 1 volta e mezzo quella dell’indice più generalista. I costi sono sotto la media dei tematici con lo “sconto” iniziale. Attenzione però all’elevato turnover di portafoglio che potrebbe fare da zavorra inaspettata. L’etichetta ESG è presente.
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