Michael Hasenstab era considerato fino a poco tempo fa una superstella del firmamento dei fondi di investimento mondiali. Oggi però questa stella, che continua a lavorare per il gestore Franklin Templeton, sembra aver perso il tocco fortunato ed il Financial Times ha dedicato a lui un lungo articolo nel quale emergono le difficoltà e gli errori operativi sui fondi da lui gestiti.
Gli anni d’oro per il Franklin Global Bond, il fondo gestito da Hasenstab dal 2001, sono stati quelli compresi tra il 2010 e il 2015. La raccolta è quasi quadruplicata in annate con performance a doppia cifra, ma probabilmente quel successo conteneva dentro di sé i germi delle future sottoperformance, che sono puntualmente arrivate.
Dal picco del 2014 gli Asset Under Management del fondo hanno perso l’80% del loro valore. Quando troppo denaro entra in un fondo rendendolo enorme il gestore non ha più avuto la possibilità di sfruttare uno stock picking mirato e basato su piccole posizioni come faceva in precedenza, rendendo meno performante il prodotto.
Se poi accade che l'investitore si affeziona troppo a certe posizioni senza ridimensionarle quando il mercato rema contro o assume troppi rischi, il disastro è annunciato come appunto è successo per il Global Bond di Franklin Templeton.
L’AUM del fondo è sceso nel 2020 sotto i 15 miliardi di dollari, perdendo nel solo 2020 oltre 10 miliardi di dollari. Gli investitori sono stanchi delle sottoperformance del fondo e mollano la presa. Il -4,2% del 2020 porta ad appena 1,6% il rendimento annuo composto degli ultimi 5 anni.
Franklin Global Bond: tutti gli errori di Hasenstab
In un lustro nel quale i bond hanno preso il volo la delusione è comprensibile. Basta pensare che il benchmark, il FTSE World Government Bond index, ha guadagnato il 10% nel 2020. Le tossine della pesante esposizione verso l’Argentina nel 2019 e scelte alquanto discutibili a livello di valute emergenti di Paesi molto periferici sono alla base di questo insuccesso recente di strategia.
Hasenstab è convinto che il mercato obbligazionario non prezzi correttamente l’inflazione futura ed il deficit americano scegliendo la strada dello short sui Treasury americani. Altra strategia finora disastrosa. Stesso discorso vale per il long sullo Yen che non è stato in grado di generare quel profitto che il gestore si attendeva in un 2020 di pandemia e di potenziale avversione per il rischio.
Investimenti: anni difficile per le vecchie star dei fondi USA
Anni difficili per gli ex guru dell’asset management americano e non solo. Bill Gross ha lasciato PIMCO dopo annate particolarmente deludenti che avevano scoraggiato molti dei suoi adepti. Che dire poi delle ex stelline di H2O o ancora di Neil Woodford. Un’altra star come Jeffrey Gundlach gestore del fondo obbligazionario DoubleLine total return ha sofferto outflow per 5,4 miliardi di dollari nel 2020.
La storia del fondo di Templeton è l’ennesima dimostrazione che un gestore difficilmente riesce a battere un indice nel lungo periodo. Magari per diversi anni consecutivi i risultati arrivano e sono spettacolari, attraendo investitori a livello globale.
Ma la persistenza è un qualcosa che le statistiche (come ad esempio quelle presentate annualmente da S&P Dow Jones Index) dicono essere molto improbabile se non impossibile. Ecco perché guardare i numeri del passato rappresenta uno degli errori più classici di chi scegli fondi sui quali investire. Errore da evitare a tutti i costi.