E se l’affare del secolo si chiamasse acciaio? Frase provocatoria in tempi di grande spinta mediatica all’industria green, sebbene la lega ferrosa sia uno dei prodotti più utilizzati a livello industriale e le società quotate a essa collegate stiano dando segnali di risveglio veramente importanti.
Accaio: Cina leader assoluto della produzione globale
Secondo i dati della World Steel Association, la produzione globale nel 2020 è risultata in calo dello 0,9% a quota 1.864 milioni di tonnellate. Metà della produzione globale arriva dalla Cina, che stacca India, Giappone e Stati Uniti che singolarmente hanno circa il 5%. Proprio il Dragone è risultato insieme alla Russia una delle poche aree geografiche in crescita. Lo scorso anno Europa e America hanno invece patito un calo in doppia cifra a causa del contraccolpo sui consumi dato dall'esplosione della pandamia da Coronavirus.
Osservando il NYSE Steel Index, ovvero l’indice che raggruppa le principali società operative nel settore (e che rappresenta il benchmark dell’ETF che andremo ad analizzare tra poco), da marzo in avanti il recupero è stato poderoso, riportando le valutazioni esattamente dove si trovavano nel 2018. Paradossalmente sono stati raddoppiati i valori di quotazioni di inizio 2020, quasi che il Covid abbia sbloccato una situazione particolarmente negativa per il commercio dell’acciaio.
Il mercato a marzo si è rifiutato di scendere in termini di valutazioni sotto i minimi del 2008 e del 2016 e questo già di per sé era un segnale incoraggiante. Ora siamo di fronte ad un doppio minimo che rende altamente probabile un nuovo raddoppio delle quotazioni nei prossimi anni.
Acciaio: come investire nel metallo con gli ETF
Ma come investire sull'accaio e cavalcare un trend che appare promettente? Per gli investitori europei è un pò complicato ma non impossibile. Il NYSE Steel Index è infatti replicato da un ETF che purtroppo per una questione di armonizzazione è quotato solo negli Stati Uniti.
VanEck offre la possibilità di investire nelle società operative nel settore dell’acciaio con un ETF (ISIN US92189F2056) a replica fisica nato nel 2006. Con un TER complessivo di 0,7% si va ad investire per il 35% in società americane, per il 20% brasiliane, il 16% australiane, il 13% inglesi e poi via via a scendere in India, Corea, Cina.
Tra le prime società in termini di peso Rio Tinto, Vale, ArceloMittal, Posco. Interessante il dividend yield del settore che lo annovera certamente tra gli high dividend (3,1% di yield to price). Anche i dati di Price/Earnings (15) e Price/Book Value (1,5) non possono essere considerati esosi. La correlazione di questo settore verso l'S&P 500 è di 0,78 ma attenzione al beta decisamente sopra 1,3. Quindi la volatilità fa parte del DNA di questo ETF.
Chiudiamo con la performance annua degli ultimi 10 anni che meglio di qualsiasi altro dato offre la prospettiva corretta per valutare il decennio perso di questo settore. Il rendimento annuo composto dell’ETF è infatti risultato nell’ultima decade pari a zero.