- SPDR fa entrare in quotazione uno dei suoi ETF a maggiore capitalizzazione con il rischio di cambio coperto
- Stiamo parlando dello US Dividend Aristocrats, ETF che investe in società stabili con elevati flussi di cassa in grado di offrire dividendi elevati
- La versione Eur hedged permette all'investiore di investire sulla Borsa americana eliminando un rischio di cambio la cui copertura costa sempre meno
Non è una cattiva idea quella dell’emittente di ETF SPDR che ha deciso di quotare uno dei suoi prodotti di punta, il fondo SPDR US Dividend Aristocrats, in versione Eur hedged. Se la copertura del cambio era infatti un’attività di riduzione del rischio particolarmente onerosa fino a pochi mesi fa quando si doveva lasciare sul terreno anche il 3% dell’investimento, con la forte riduzione dei tassi americani e la relativa stabilità di quelli europei, coprire oggi il cambio costa poco meno di 1 punto percentuale. Sempre un costo ma decisamente più sopportabile per chi vuole eliminare il rischio di cambio dal portafoglio.
SPDR accresce quindi la sua offerta puntando su una delle storie di prodotti ad alto dividendo di successo nell’intero panorama del mondo degli ETF. La strategia Aristocrats non seleziona i titoli sottostanti sulla base del dividend yield ma su una serie di fattori che devono essere rispettati e che non necessariamente privilegiano chi offre il dividendo più alto.
In questo paper sintetico e ben fatto vengono illustrate proprio le caratteristiche della strategia. Per una società entrare nel paniere Aristocrats significa prima di tutto far parte dell’indice S&P Composite 1500. In seguito la società deve dimostrare di aver incrementato i dividendi per almeno 20 anni consecutivi. Questo requisito mira chiaramente a prendere a bordo solo società con business stabile e cash flow consistente.
Naturalmente quando si compongono panieri di questo tipo è necessario mettere dei cap ai pesi dei singoli titoli per evitare fenomeni di concentrazione. In questo caso il limite massimo di partecipazione all’ETF di ciascuna società è fissato nel 4%.
Essendo considerato uno strumento più adatto a chi cerca il cosiddetto “income”, ovvero flussi di dividendi regolari che possano andare a integrare il reddito, anche questo ETF è a distribuzione come gli altri presenti nella gamma SPDR Aristocrats ( per esempio lo Europe). Le spese correnti del fondo sono pari allo 0,4% (elemento da tenere conto in considerazione in quanto si paga un sovrapprezzo di 30 punti base rispetto ai classici ETF sull’indice S&P), a cui come detto andrà aggiunto il costo della copertura.
Ovviamente investito al 100% sul mercato americano, l’ETF a livello settoriale vede prevalere il settore industriale (17%) seguito da beni di consumo non ciclici (16%) e finanziari (15%). Tra le prime tre società per peso troviamo AbbVie, AT&T e IBM.
Per chi vuole entrare sul mercato americano con società stabili e flussi di cassa costanti a cambio coperto questo ETF può essere una buona idea. Naturalmente i suoi numeri migliori li offre in un contesto di tassi bassi e calanti per l’effetto concorrenza che esercita verso il reddito fisso in termini di dividendo incassato. L’incognita più grande in questo momento è capire quale sarà il volume di dividendi che le società americane potranno consegnare agli investitori nel 2020.