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Dopo l'esplosione degli spread creditizi nel mese di marzo il mercato è tornato con prepotenza verso le emissioni corporate
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FED e BCE con il loro ombrello di politiche non convenzionali sembrano rendere molto meno rischioso l'investimento in strumenti corporate
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In questi casi il rischio duration è sempre dietro l'angolo ed ecco che gli ETF a duration contenuta appaiono in questo momento le soluzioni migliori
Nella lotta fra banche centrali su chi alza di più la posta del Quantitative Easing, il segmento corporate investment grade è stato certamente un beneficiario netto di politiche monetarie volte ad assicurare costante liquidità al circuito del credito. Sia la BCE che la FED hanno di recente ribadito come, non solo le emissioni investment grade, ma anche alcuni tipi di obbligazioni high yield possono far parte del programma di riacquisto.
Proprio il 12 maggio la FED di New York ha annunciato la partenza di un nuovo piano di acquisto sul mercato secondario. Scorrendo il comunicato si nota che anche gli ETF con una politica di investimento che prevede una preponderanza (ma non esclusività) di corporate bond quotati sul listino americano fanno parte del paniere teoricamente acquistabile dalla FED. La preponderanza dell’ETF dovrà riguardare il segmento investment grade ma anche in questo caso viene concessa la possibilità di acquistare strumenti con residuale componente high yield.
Il programma chiamato Secondary Market Corporate Credit Facility (SMCCF) era stato annunciato nei giorni scorsi ma ora che è entrato in corsa offre ulteriori spunti di mercato a favore soprattutto della componente corporate americana a duration più contenuta. Non è chiaro infatti quali sono le scadenze sulle quali si concentrerà la FED, ma secondo diversi analisti sembra che i maggiori acquisti coinvolgeranno titoli con scadenza entro i 5 anni.
Questo ci porta diretti alla possibilità per ogni investitore di acquistare sul mercato ETF con duration ridotta che potrebbero beneficiare del nuovo piano. La stessa possibilità è, seppur con premesse simili, possibile anche per gli strumenti del credito europei.
SPDR offre due strumenti che si prestano molto bene a questo tipo di investimento. Gli indici sottostanti sono i Bloomberg Barclays 0-3 anni rispettivamente per Euro e USA. La performance da inizio anno del prodotto US è naturalmente influenzata dall’effetto cambio. Considerando che il Dollaro ha guadagnato il 3% contro Euro, la performance Year to Date dell’ETF US Corporate 0-3 anni del 4,5% inquadra il contesto nel quale si trova questo segmento di investimento.
Da una parte beneficiario netto del piano QE, ma dall’altro penalizzato dall’allargamento degli spread (in parte rientrato) che ha colpito il segmento del credito da marzo in avanti. Proprio questo fattore degli spread più ampi lo ritroviamo nell’investimento in Eur Corporate Bond che, sempre sull’ETF di SPDR 0-3, perde da inizio anno circa 1 punto e mezzo percentuale.
Ma quali margini di redditività ci sono su questi strumenti? Andiamo a vedere i rendimenti a scadenza dei portafogli dei due ETF. Per quello che riguarda la versione Euro dal sito di SPDR vediamo come a duration 1.6 il rendimento a scadenza del portafoglio è dell'1,1%. Stessa duration per l’ETF US con rendimento a scadenza del portafoglio dell'1.7%, ovviamente con rischio cambio.
Con la doverosa premessa che per un investitore italiano la tassazione delle cedole incassate su obbligazioni corporate è al 26%, possiamo dire che esiste un’alternativa al rendimento zero o negativo del mercato monetario.
Nonostante il ribasso dei rendimenti da aprile ad oggi grazie al sentiment di mercato in miglioramento, chi vuole cercare di investire sul mercato dei bond con rischi di duration contenuti (ma attenzione al cambio per la versione Dollaro) è benvenuto sotto l’ombrello di FED e BCE.