Sempre più spesso si sente parlare di investimenti tematici e come questo approccio consenta agli investitori di accedere a grandi tematiche di investimento in maniera semplice, rapida e a costi relativamente bassi. Ma cos’è il Thematic Investing e quali sono le sue caratteristiche? In quest’articolo cercheremo di fare chiarezza su questo ultimo trend nel settore finanziario, specialmente per quello dei prodotti a replica passiva.
Nell’ultimo anno nelle principali borse mondiali si sono moltiplicati i lanci di strumenti come ETF focalizzati su grandi aree tematiche che stanno guidando il cambiamento nella nostra società. Sebbene infatti sia possibile per ogni investitore includere nel proprio portafoglio un approccio di tipo tematico tramite fondi attivi (i cosiddetti mutual funds) o gruppi di azioni riconducibili ad uno specifico tema, è proprio il settore degli Exchange Traded Funds (ETF) che ha sperimentato la maggiore crescita. Date le loro specifiche caratteristiche e punti di forza, questi strumenti si prestano perfettamente a questa innovativa modalità di investire.
Thematic Investing: cos’è questa strategia d’investimento
Per Thematic Investing si intende quella strategia di ottenere esposizione a grandi aree e temi di investimento che stanno rivoluzionando o segnando profondamente la nostra società. Questo fenomeno è iniziato qualche anno fa, quando si è cominciata a sviluppare un’idea alternativa nel settore degli asset manager e gestori di investimenti: la volontà di offrire agli investitori un’esposizione non a specifiche aziende o settori circoscritti bensì a trend strutturali che guideranno il cambiamento negli anni a venire. Da allora il numero di ETF tematici è aumentato notevolmente, così come l’entità delle asset in gestione. Il seguente grafico riassume i flows negli ETF Tematici azionari a livello globale. Ai primi posti spiccano quelli focalizzati sul tema Clean Energy, Innovation e Veicoli Elettrici.
Fonte: Bloomberg Intelligence, VanEck
ETF tematici: 3 trend molto interessanti
Nella sezione successiva identificheremo alcuni specifici prodotti che reputiamo tra i più interessanti nel panorama degli ETF tematici. Essi appartengono a tre grandi aree:
- Technology ETF
- ETF Verdi
- ETF Materie Prime
Technology ETF
Iniziamo dalla prima grande area, quella che fa riferimento ai Technology ETF. Si tratta di una categoria di strumenti che hanno l'obiettivo di garantire esposizione a trend dirompenti e rivoluzionari che daranno forma al mondo di domani. Dalle energie rinnovabili alla quarta rivoluzione industriale guidata dai semiconduttori, passando per il settore spaziale e quello degli eSports, queste sono solo alcune delle tematiche affrontate.
Guardando nello specifico questa tipologia di strumenti, di seguito una breve presentazione dell’ETF Idrogeno. Si tratta di un modo concreto per investire in maniera diversificata in una delle forme di energia del futuro.
ETF Idrogeno: ETF Pure-Play per investire in un paniere di 24 aziende che derivano una buona porzione dei ricavi da attività connesse all’idrogeno. Al momento esistono tre diverse tipologie di idrogeno a seconda della modalità con cui viene prodotto: grigio, blu e verde. Essi vengono rispettivamente realizzati da combustibili fossili, gas ed energie rinnovabili. Per questo è l’idrogeno verde quello comunemente ritenuto più green e sostenibile in un’ottica di lungo termine. Tuttavia è importante sottolineare che si tratta di una tecnologia ancora in una fase iniziale e che quindi sono molte le incertezze relative alla sua evoluzione. Investire è soggetto a rischi incluso la possibile perdita del capitale e dunque diversificare l’esposizione su diverse aziende e con un unico prodotto diventa un modo per ridurre il rischio e ottimizzare i costi. Le aziende incluse nell’ETF sono ad esempio coinvolte nelle seguenti attività:
- Produzione di idrogeno
- Produzione di celle a combustibile, tecnologia chiave per generare elettricità dall’idrogeno
- Stoccaggio dell’idrogeno
- Costruzione di elettrolizzatori, strumenti che utilizzano elettricità per scomporre l’acqua in idrogeno ed ossigeno
Fonte: 2x40 GW Green Hydrogen Initiative
ETF Verdi
La categoria degli ETF verdi abbraccia tutti quegli ETF che permettono di investire in aziende che pongono grande importanza sul tema della sostenibilità. Negli ultimi anni, ancor più che nel recente passato, l’attenzione di sempre più investitori si è focalizzata sullo scegliere di investire in maniera responsabile e con un’ottica di lungo termine. In particolare, il trend è cresciuto con l’avvento della nuova regolamentazione della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) che obbliga diversi partecipanti ai mercati finanziari a maggiore trasparenza in tema di sostenibilità. Essa ha il fine di permettere agli investitori di prendere decisioni più consapevoli.
ETF Azioni Sostenibili: ampiamente diversificato sia a livello di Paesi che settori, l’ETF su azioni sostenibili applica numerosi filtri per escludere quelle aziende che sono coinvolte in attività controverse o non rispettano i principi sanciti dalle Nazioni Unite e dall’OCSE. Esempi di attività escluse sono ad esempio quelle collegate a temi come alcohol, armi, tabacco e pornografia. Attualmente classificato come Articolo 8 SFDR, permette un investimento in 250 aziende, molto liquide e dall’elevata capitalizzazione di mercato, che conducono i loro business nel rispetto dell’ambiente.
L’ETF viene ribilanciato trimestralmente e risulta essere equiponderato, ovvero attribuisce ad ogni azione lo stesso peso. Alcuni dei settori che presentano il peso maggiore sono quello finanziario, sanitario e dell’Information Technology. Così come per tutti gli investimenti, anche in questo caso sussistono rischi come quello del mercato azionario o il rischio di cambio. Investire è soggetto a rischi incluso la possibile perdita del capitale.
Il seguente grafico mostra la crescita esponenziale degli ETF ESG.
Fonte: Statista, VanEck
ETF Materie Prime
Questa tipologia di ETF sulle materie prime affronta determinati ambiti all’interno della macro area delle commodity. In particolare, permette di ottenere un’esposizione a specifiche materie prime come oro, metalli di vario genere o terre rare non investendo direttamente in esse ma nelle aziende coinvolte nella loro estrazione e lavorazione. Non si tratta insomma di uno dei numerosi ETC esistenti sul mercato che investono in contratti futures delle principali commodities. Gli ETF sulle materie prime sfruttano l’altro modo per ottenere un‘esposizione a questa asset class alternativa: investire nelle aziende che derivano gran parte dei loro ricavi dal settore minerario.
ETF Oro: Un esempio di ETF sulle materie prime è quello sull’oro, che non investe direttamente sul gold ma in tutte quelle aziende attive nel settore dell’estrazione aurifera. Gli investitori possono scegliere tra due varianti, decidendo se orientarsi verso aziende più mature o più giovani. Le prime sono contraddistinte da una comprovata storia alle spalle e solitamente gestiscono numerose miniere. Le seconde, definite junior, sono in fasi iniziali di esplorazione e, potrebbero potenzialmente offrire maggiori prospettive di crescita.
Pur non trattandosi di un investimento diretto nel metallo prezioso, le società che derivano gran parte dei loro ricavi dal settore dell’estrazione aurifera sono esposte fortemente alle dinamiche del prezzo dell’oro. Inoltre sono società che pagano i dividendi, i quali possono risultare benefici specialmente in momenti di incertezza nei mercati. Tuttavia, in caso di un declino del valore dell’oro, il prezzo di queste azioni è esposto negativamente e il fatto che paghino i dividendi non costituisce garanzia che continueranno a pagarli anche in futuro. Investire è soggetto a rischi incluso la possibile perdita del capitale.
A rendere ancora più interessante un investimento in questa tipologia di aziende attive nel settore aurifero c’è un aspetto relativo ai loro fondamentali. Nello specifico, come è possibile notare dal seguente grafico relativo al VanEck Gold Miners UCITS ETF (GDX) e al VanEck Junior Gold Miners UCITS ETF (GDXJ), esse sono scambiate a livelli interessanti se confrontati con la media storica.
Fonte: Bloomberg, VanEck, dati del 24/08/22
Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri
Per concludere, un altro ETF molto interessante considerata l’attuale fase di mercato è l’ ETF Dividendi. Questo ETF investe in 100 società che distribuiscono porzioni degli utili ai propri azionisti e sono caratterizzate da un dividend yield a lungo andare. In un momento come questo dove il mercato si muove a ribasso o lateralmente i ritorni di prezzo tendono a non brillare; ecco perché un investimento con un buon rendimento da dividendi potrebbe migliorare la performance totale in maniera significativa. L’ETF risulta essere diversificato a livello globale e di settore. Sebbene l’ETF paghi dividendi questo non costituisce garanzia che continuerà a pagarli anche in futuro; anche in questo caso si applicano rischi come quello del mercato azionario o quello di cambio.
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