Massimi storici per gli indici che replicano l'investimento in società impegnate nel business dell’acqua. Si tratta di aziende coinvolte nel trattamento, distribuzione e produzione dell’oro blu. Da anni infatti si parla dell’acqua come del metallo giallo del futuro ed in tempi in cui energie rinnovabili e Bitcoin occupano le prime pagine dei giornali o le case prodotto quotano molti fondi e ETF tematici, è positivo vedere strumenti più datati ma anche più tradizionali mettere a segno performance importanti.
ETF sull'acqua: ecco quelli quotati in Italia
Cominciamo dall’offerta attualmente presente sul mercato italiano per questo particolare tema. Sono tre gli ETF disponibili. iShares, Lyxor e Legal & General mettono la parola water nella loro descrizione seppur con differenti declinazioni per distinguersi. Rispettivamente Global, World e Clean. Per tutti comunque l’esposizione è globale, la replica è totale e le performance dell’ultimo anno sono state superiori al 40%.
Differenti le modalità di utilizzo dei profitti. Solo L&G in modalità accumulazione, gli altri due invece distribuiscono dividendo. Per quello che riguarda i costi l’ETF più cheap è quello di L&G (0,49% anno le spese correnti), seguito da Lyxor (0,60%) e iShares (0,65%).
Differenti gli indici replicati. Per L&G l’indice di riferimento è il Solactive Clean Water che replica società che sono attivamente coinvolte nell'industria internazionale delle acque pulite attraverso la fornitura di servizi tecnologici, digitali, ingegneristici, di utilità e di altra tipologia.
Più simili Lyxor e iShares. Il primo replica l’indice World Water Index mentre il secondo l’S&P Global Water che contiene i 50 titoli azionari più grandi e liquidi di tutto il mondo che sono impegnati nell’economia idrica.
Infine le dimensioni. Punto debole per L&G è la capitalizzazione sotto i 100 milioni di euro, che invece supera gli 1,5 miliardi di euro per l’ETF di iShares che risulta anche essere quello più liquido per chi volesse fare trading.
L’ETF di iShares è uno degli strumenti a replica passiva storici presenti a Milano. Quotato dal 2007 ha visto il suo valore triplicarsi dalla partenza. Buono il livello di tracking difference che a 10 anni si mantiene attorno ai 40 punti base.
Le prime 10 società presenti nell’ETF coprono il 50% dell’allocation e tra queste spiccano per peso Xylem (9%) e American Waters (8%) seguite dalla francese Veolia (6%). Globale come detto la ripartizione geografica con gli Stati Uniti che coprono il 50% del portafoglio seguiti da Regno Unito (13%), Francia (9%) e Svizzera (7%). Infine la distribuzione settoriale che semplicemente è splittata in due. Industriali al 47% e utility al 41%.
Società idriche: i multipli del settore
Chiudiamo con i multipli del settore idrico. Il rapporto prezzo utili di queste società è elevato e poco sotto quota 30. Consistente anche il Price to Book Value superiore a 3. Numeri che ci parlano di settori growth come sembra essere anche quello impegnato nel trattamento dell’acqua.
Problematico potrebbe essere in futuro un rialzo dei tassi di interesse visto che questo comparto è costituito da società ad alto intensità di investimento. Altro elemento di criticità è un momentum avverso di mercato che potrebbe liquidare in tutta fretta ciò che ha fatto meglio del mercato globale nel suo complesso (l’ETF Water fa meglio del World tradizionale su 5 anni di circa 10%).
A parte questi fattori di rischio da tenere sempre presenti il futuro sembra ancora sorridere all'acqua, un business che potrebbe trovare sempre più spazio nei prossimi anni quando le scelte ambientali e sostenibili saranno al centro dell’attenzione di molti investitori.