Nell’Europa piegata dalla pandemia si guarda con grande fiducia al Recovery Fund e soprattutto ai progetti che i vari Stati stanno assemblando per spendere quella marea di denaro che dovrebbe permettere all’Europa di uscire dalla crisi economica innescata dal Covid-19.
Il tema centrale sarà, come ormai è chiaro, l’ambiente e tutto ciò che ha a che fare con il green e la sostenibilità. In molti naturalmente guardano a fondi e ETF composti da società operative nel settore dell’energia verde e dell’ecologia in generale, ma se andiamo poi a vedere quali sono le società leader in questo campo scopriamo che sono le vecchie e care utility.
Già proprio quelle società come Enel che gradualmente stanno spostando la loro fonte primaria di produzione energetica da carbone e olio combustibile alle energie rinnovabili. Il settore delle utility del Vecchio Continente al suo interno trova non solo società specializzate nella produzione ed erogazione di servizi tradizionali come elettricità, gas e acqua, ma anche quelle che trattano, smaltiscono e riciclano rifiuti oppure che depurano acque. Un esempio su tutti è la francese Veolia.
Potremmo quindi dire che il comparto associa il vecchio con il nuovo. Si può asserire che tali aziende possono essere considerate value per la loro capacità di generare cassa, ma anche growth per il cambio di business che stanno mettendo a terra.
Investire nei leader del settore utility europeo con gli ETF
L’ETF SPDR Europe Utilities (ISIN IE00BKWQ0P07) riunisce proprio le società leader di questo settore. I numeri dell’indice sottostante STOXX sono interessanti soprattutto per chi è alla caccia di società capaci di produrre dividendi sostanziosi. Il rapporto dividend yield di questo ETF supera il 3,5% sulla base delle ultime quotazioni di mercato. Anche il price/book value non è esagerato considerati i multipli di altri settori (2,1 il P/BV del settore utilities).
A livello di prezzo il comparto ha di recente ripreso i massimi di inizio 2020, ma siamo appena al 50% di ritracciamento della discesa 2008-2012. La strada per tornare sui top è ancora da percorrere, ma questo livello tecnico è importante con un breakout verso l’alto che aprirebbe scenari molto interessanti.
Italia e Spagna hanno un peso geografico notevole e assieme rappresentano il 43% del portafoglio con Enel e Iberdola a fare la parte del leone. Gran Bretagna presente con il 15% (Nat Grid la più rappresentata), Francia e Germania al 12% con RWE, E.ON e Veolia. L’ETF non ha un numero di titoli molto elevato, sono 24, ma è in grado di offrire tutte società ad elevata capitalizzazione (35 miliardi di euro il valore medio del paniere di titoli presente nell’ETF).
Un settore quindi ancora attardato ma a mio modo di vedere dalle grandi potenzialità soprattutto in vista della partenza del Recovery Fund europeo. Lo stabile flusso di cassa abbinato al presidio molto forte di nuovi business legati all’ambiente fa delle utility un settore blend sul quale scommettere ancora.