Era solo questione di tempo e anche l’ETF che investe nelle società più apprezzate dai social network è arrivato. Tra un po' vedremo le caratteristiche del VanEck Social Sentiment, ma la maturità raggiunta dal mercato azionario in questo momento storico è forse anche inquadrata dall’avvio della commercializzazione di quello che io chiamo l’ETF Effetto Gregge.
Il Social Sentiment ETF replicherà l’andamento del BUZZ NextGen AI US Sentiment Leaders Index. Il listino creato dalla società tedesca Solactive rifletterà le performance di 75 azioni americane con capitalizzazione di almeno 5 miliardi di dollari.
Questo esclude la GameStop di turno ma includerà tutte quelle società che mostreranno un elevato livello di sentiment positivo da parte di utenti frequentatori di social network, chat, blog, eccetera. VanEck ha fiutato evidentemente l’affare e se ci sono utenti disposti a seguire come brave pecorelle ciò che viene scritto su Reddit, perché non creare un prodotto ad hoc che scansiona quotidianamente l’umore del popolo permettendogli di comprare esattamente ciò che vuole nel pieno rispetto del bias di conferma.
Quasi il 20% degli ordini sulle azioni USA viene oggi da investitori al dettaglio, il doppio rispetto al 2010 e frutto di un’esplosione di piattaforme come RobinHood in grado di garantire l’accesso a bassissimo costo ad ogni forma di investimento azionario anche se non si dispone del denaro necessario per comprare un titolo intero.
ETF: ecco dove guardano i social network
Entrando nell’ETF di VanEck possiamo individuare chi in questo momento va per la maggiore nei forum di finanza o nei tweet estemporanei. Tramite il cap al 3% di massimo peso per azioni all’interno dell’ETF il paniere è ben diversificato. I nomi che costituiscono attualmente la top 10 sono Draftkings, Twitter, Ford, American Airlines, Facebook, Amazon, Apple, Tesla, AMD e Netflix.
Molta tecnologia che pesa per il 25% del portafoglio assieme al 20% delle società di comunicazione. Un ETF che viene fatto pagare ben lo 0,75% all’anno per avere azioni che probabilmente ritroviamo in altri prodotti a prezzi ben più contenuti.
L’indice sottostante è nato il 18 dicembre 2015 e questo ci permette un backtest con un normalissimo ETF che investe sull'S&P 500. Da questa data l’indice in oggetto è cresciuto al lordo dei costi del 205% mentre il principale listino di Borsa americana del 90%. Qui il vantaggio c’è stato tutto. Il sospetto che la tecnologia ci abbia messo lo zampino è forte ed infatti facendo lo stesso confronto con un ETF che investe sul Nasdaq 100.
Il +160% realizzato nello stesso periodo dal paniere tecnologico per eccellenza conferma i nostri sospetti. Se poi affiniamo di più il tiro e andiamo su un fondo ancora più specializzato in information technology come l’Invesco US Technology Sector scopriamo che, al costo di 0,14% all’anno, avremmo ottenuto nello stesso arco temporale il 190%, più o meno la stessa performance visto che l’indice di riferimento BUZZ è naturalmente al lordo di commissioni di gestione, spread bid/ask e tracking difference.
Naturalmente tutto quello che è successo attorno a GameStop e ai forum di Reddit ha generato un interesse verso le opinioni degli investitori al dettaglio molto elevato. Il marketing finanziario non si è lasciato sfuggire l’occasione, ma personalmente se dovessi scegliere se investire seguendo le idee di Warren Buffett o quelle di Dave Portnoy e dei suoi 2,5 milioni di followers, la prima opzione sarebbe la mia preferita tuttora.