Decollano i tassi sul reddito fisso americano ma la mia sensazione è che il mercato non risulti ancora appagato da quello che ha visto. Due sono gli indizi che ci vengono forniti: il primo è che l’inflazione salirà e sarà un tema dell’immediato futuro seppur con tassi compresi tra il 2 e il 3%.
Il secondo è che i tassi di interesse verranno mantenuti a zero dalla FED e quindi la curva dei rendimenti si irripidisce con i rendimenti a lunga più sensibili al tema inflazione che superano quota 1,5%. Naturalmente da un lato questo atteggiamento della Federal Reserve è visto con favore, dall’altro sembra essere poco credibile secondo il mercato stesso perché i rischi di far scappare i prezzi al consumo potrebbero diventare consistenti.
Ecco perciò che serpeggia nervosismo sia sull'azionario che sull'obbligazionario. E così un ETF molto tradizionale come Xtrackers Global Government Bond (ISIN LU0908508731) aperto al rischio di cambio si ritrova a perdere oltre il 3% in un mese, che diventano quasi 5 punti percentuali a 3 mesi e 7 a 12 mesi.
Mercato obbligazionario: come verificare lo stato di salute con gli ETF
La duration particolarmente lunga di questi strumenti obbligazionari causata dai bassi rendimenti (solitamente 7-8) ha così generato un ottimo esercizio di educazione finanziaria. Quando i tassi salgono di 100 punti base la perdita percentuale è solitamente nell’ordine del valore della durata. I Treasury da agosto 2020 ad oggi hanno visto salire i tassi proprio di 100 punti base e il risultato è sotto gli occhi di tutti con una delle partenze di anno peggiori della storia delle obbligazioni americane.
Ma torniamo al nostro ETF di Xtrackers, ottimo metro per verificare le condizioni del mercato obbligazionario globale. Attivo dal 2008 con oltre 2 miliardi di euro di capitalizzazione, l’ETF ha una duration attualmente di poco inferiore a 9 con 1000 titoli che popolano il paniere di investimento. Stati Uniti che rappresentano il 35% del totale seguiti da Giappone (17%), Francia e Italia (8%).
L’indice è ribilanciato mensilmente con l’ETF in versione total return a replica fisica diretta. Spese correnti di 0,2% annue. Quello che turba le notti degli investitori obbligazionari è il breakout ribassista piuttosto netto formalizzato nelle ultime settimane dai prezzi dell’ETF. Una classica figura di testa e spalle ribassista che a questo punto non solo sembra anticipare ulteriori cali, ma addirittura permette all’ETF di puntare con decisione la trendline ascendente che dal 2018 ne guida il rialzo.
Evidente quindi come questa fase di primo storno porta il mercato obbligazionario a essere vicino ad un obiettivo rilevante sul quale tentare la formazione di un minimo, e al tempo stesso nei pressi di livelli critici che potrebbero trasformare questo minimo in semplice zona di transito.
Uno sfondamento ulteriore di questi livelli di sostegno dinamici infatti aprirebbe le porte a cali più massicci nelle quotazioni creando uno scenario difficilmente rimediale per il resto del 2020 considerando il quadro di fondo e l’inesistente cuscinetto cedolare offerto dai bond governativi.