Il mondo dell’auto è in fermento. Dopo la decisione dell’Europa, per ora rimessa nel congelatore, di vietare i motori termici a partire dal 2035, tutta l’industria dell’auto sta cercando di capire se esistono alternative credibili all’elettrico.
Si parla di biocarburanti, di e-fuels sintetici e anche di automobili alimentate a idrogeno. Quest’ultima forse è la tecnologia più pulita, ma anche quella che sconta la maggiore immaturità in termini di stazioni di erogazione e costi della tecnologia. Una parte del deludente andamento degli ETF tematici legati all’idrogeno potrebbe essere anche causata da questa terza scelta dell’idrogeno a livello di graduatoria che però, a sorpresa, potrebbe rientrare clamorosamente in ballo tra le tecnologie ammesse per centrare l’obiettivo delle zero emissioni in Europa. Soprattutto per mezzi di trasporto come aerei e navi. Mi sono già occupato di ETF tematici sull’idrogeno nel 2022 in un articolo ( Idrogeno: aumenta l'interesse del mondo ETF).
ETF Idrogeno: quali performance stanno registrando?
Un rapido giro tra gli ETF tematici quotati in Italia dimostra che l’ultimo anno è stato decisamente negativo. L&G, Global-X, VanEck hanno perso tra il 25% e il 35% (dati al 1.5.2023). Con costi dei prodotti nell’ordine dei 50 punti base e replica totale dei sottostanti, questi ETF hanno perso dalle 5 alle 6 volte in più rispetto ad un ETF azionario globale.
Globale è infatti l’esposizione degli ETF con L&G Hydrogen Economy che vanta la capitalizzazione maggiore con quasi 500 milioni di euro di masse amministrate. L’Indice replicato dall’ETF misura la performance di società globali attivamente operanti nel settore dell’economia dell’idrogeno. Per “economia dell’idrogeno” si intende l’utilizzo dell’idrogeno come risorsa energetica pulita a basse emissioni per soddisfare il fabbisogno energetico mondiale. Ovviamente l’ETF rientra nella categoria ESG escludendo società socialmente coinvolte in diverse attività negative come ad esempio la produzione di armi o di carbone.
ETF ben diversificato a livello globale con il 30% di Stati Uniti, il 15% di UK e il 12% di Giappone e di Corea del Sud, le prime società in ordine di peso sono Siemens Energy, Weichai e Nel.
Esposizione geografica simile per il VanEck Hydrogen Economy dove però il peso di Europa è superiore. Norvegia e Francia occupano infatti il terzo e quarto posto alle spalle di USA e UK. Nel, Air Product e Linde le prime tre società con il 10% di peso ciascuna.
Molto simile anche Global-X Hydrogen a livello di pesi geografici, mentre ai primi tre posti delle società presenti con un peso superiore al 10% troviamo la solita norvegese Nel, seguita da Bloom Energy e Plug Power.
Un tema molto interessante in prospettiva, ma che in Borsa non sta fornendo grandi soddisfazioni. Il difetto di concentrazione è trasversale per tutti e tre gli ETF analizzati (circa 25-30 società nel paniere) e graficamente (in questo caso l’ETF è quello di L&G) ancora nessun segnale di inversione. Per chi sta cercando un tema di investimento poco pubblicizzato e depresso a livello di quotazioni, l’idrogeno potrebbe essere una interessante opportunità.