Quali sono stati gli ETF più volatili del 2022 e quali i meno movimentati? Una domanda che troverà risposta in questo articolo per soddisfare gli amanti delle azioni schiantate o i maniaci del controllo della volatilità.
Volatilità che da tempo rappresenta l’unità statistica preferita dagli asset allocator per monitorare il rischio di un certo strumento. Nel bene o nel male. Più i rendimenti oscillano attorno a una media, più teoricamente è rischioso un certo investimento. Intendendo per rischio quello negativo di non raggiungere l’obiettivo di rendimento in un certo arco temporale. Dobbiamo però tenere presente che la volatilità potrebbe anche essere positiva per l’investitore permettendogli di raggiungere in modo inaspettato e veloce l’obiettivo.
Meno i rendimenti si muovono, più stabile è l’investimento e quindi maggiore è la probabilità di raggiungere il rendimento atteso. Un’obbligazione a breve scadenza ha una volatilità annua prossima allo zero. Un’azione growth ha un alto livello di volatilità. Per chi frequenta il mondo azionario esistono anche delle strategie smart beta che permettono all’investitore di entrare in possesso di azioni a bassa volatilità.
Gli ETF più volatili del 2022 (e quelli più stabili)
Ma quali sono stati gli ETF azionari più ballerini nel 2022? Escludendo tutti quegli strumenti con meno di 3 anni di vita (crypto correlati) e quelli che per ovvi motivi esogeni non possiamo far rientrare nella statistica (Russia), vince la palma di ETF più volatile (su base annua) dell’anno il WisdowTree Cloud Computing che alla performance di -50% abbina la peggiore volatilità dell’anno (54%).
Segue un ETF di nicchia che di nome fa Fist Trust Nasdaq Clean Edge Green Energy che ha perso “solo” il 20% ma con una volatilità del 47%. Scendendo troviamo l’ETF che investe sulle azioni turche di iShares; qui però conosciamo l’altra faccia della volatilità. Infatti, a fronte di un raddoppio di valore l’ETF ha toccato un livello di volatilità del 46%. E chi se non l’ETF sul Vix (l’indice che misura la volatilità di Wall Street) poteva entrare in questa speciale classifica con il 45% di oscillazione annuale. Chiude Lyxor Msci China Leaders ESG con una volatilità del 44%. In questo caso il sospetto è quello che la forte concentrazione di titoli dell’indice ESG utilizzato ha pesato in modo decisivo nel numero.
Andiamo adesso dal lato opposto, quello degli ETF meno volatili. I prodotti ad alto dividendo sembrano aver soddisfatto in pieno le aspettative di chi li ha acquistati anche per essere poco svolazzanti. iShares Stoxx Global Dividend ha subito un’oscillazione annua di solo l’11%. Stesso dato per Lyxor Global Quality Income (anche qui entrano in gioco i dividendi) e iShares Emerging Minimum Volatility che possiamo dire ha fatto il suo lavoro. Salendo un pochino di volatilità, a quota 13% troviamo Lyxor World Consumer Staples (tipico difensivo) e WisdomTree Emerging Market Small Cap Dividend. Amundi Global Infrastructure e Vanguard Ftse All World High Dividend chiudono le prime posizioni degli ETF meno volatili.
Una classifica un po' particolare quella degli ETF più e meno volatili dell'anno. Non sempre tanta volatilità significa performance negative. E guardare solo i numeri di rendimento, e non quelli di rischio, rende qualsiasi analisi utile a metà.