Sembra proprio essere ritornato il momento dello yen giapponese. Con la decisione a sorpresa della BoJ di allargare la banda di oscillazione attorno all’obiettivo del tasso zero sulle obbligazioni a 10 anni, il mercato è stato colto di sorpresa cominciando a ragionare su ciò che fino a poco tempo fa era considerato impossibile: l'aumento dei tassi di interesse in Giappone.
Il Governatore Kuroda lascerà l’incarico in primavera, ma prima di andarsene ha voluto aumentare a +/- 0,5% il livello massimo che possono raggiungere i rendimenti delle obbligazioni decennali. La decisione ha scatenato un vero e proprio tsunami finanziario, con la caduta della Borsa e soprattutto dei bond del Paese, con il conseguente acquisto di yen sul mercato con un balzo del 3% della divisa, ora più appetibile che in passato e soprattutto con aspettative di ulteriori ritocchi verso l’alto.
Giappone: investire in modo diretto beneficiando del possibile rialzo dei tassi
Anche il Giappone deve fare i conti con un’inflazione sopra il 3% e la Banca centrale corre ai ripari. Ma come può l’investitore beneficiare di questa fase? Ci sono due modi: il primo diretto, comprando obbligazioni giapponesi a breve scadenza; il secondo indiretto acquistando l'oro, vista la stretta correlazione positiva storica che c’è tra yen e il metallo giallo.
Nel primo caso l’ETF di UBS Bloomberg Japan Treasury 1-3 Year Bond è la scelta più indicata. Corto di duration non potendo detenere titoli governativi con scadenze superiori ai 3 anni. Il rischio di ulteriore rialzo dei tassi è limitato. La presenza esclusivamente di bond governativi rende praticamente nullo il rischio emittente, mentre al 100% è il rischio valutario yen. Con un costo limitato dello 0,15% annuo, questo ETF da oltre 200 milioni di euro di AUM può rappresentare una buona opportunità per cavalcare la nuova onda rialzista della valuta nipponica sfruttando il potenziale rialzo dei rendimenti a proprio favore, viste le scadenze ravvicinate dei titoli che lo compongono.
Giappone: investire in modo indiretto beneficiando del possibile rialzo dei tassi
Indirettamente si potrebbe beneficiare anche della rivalutazione dell’oro. Da sempre molto sensibile all’andamento del cambio USD/JPY con una correlazione inversa importante, il metallo giallo ha reagito molto bene alla notizia della BoJ riportandosi sopra i 1.800 dollari. L’ennesima conferma della bontà di abbinare long yen e oro.
Per la materia prima c’è l’imbarazzo della scelta tra gli ETC collocati su Borsa Italiana. Vista la debolezza recente del dollaro USA, potrebbe non essere una cattiva idea utilizzare uno strumento a cambio coperto EUR hedged. Xtrackers, WisdomTree e Invesco offrono tre prodotti in grado di coprire il rischio valutario. In questi casi vale sempre la pena ricordare che c’è una spesa da sostenere. Il costo di hedging tra dollaro e euro è attualmente pari al 2,5%, una percentuale che sommata al costo del prodotto va a zavorrare la performance dell’oro evitando però di subire la svalutazione del dollaro americano.
Yen e oro, due asset che hanno subito qualche delusione soprattutto nella prima parte del 2022 ma che potrebbero tornare protagonisti di una ideale asset allocation 2023 qualora la politica monetaria nipponica abbandonasse veramente la scelta del tasso zero.