Ogni asset class ha ormai il suo ETF e assume varie forme a seconda dello stile, della geografia, della gestione di alcuni rischi, eccetera. Le tradizionali classi di investimento come azionario e obbligazionario trovano in questi strumenti terreno fertile per sviluppare non solo quelle categorie di investimento più conosciute, ma anche quelle decisamente più specializzate.
Per esempio, a livello geografico troviamo l’azionario globale, ma anche quello America, Europa, Emergenti… Al loro interno queste categorie ne hanno sviluppate ulteriori ancora più specifiche, come l’azionario America Value, Growth oppure Small Caps.
Tutti elementi che consentono agli investitori di arrivare dove anche i gestori professionisti possono muoversi e lo stesso accade per il mercato obbligazionario: ai tradizionali titoli di Stato si affiancano obbligazioni emergenti, corporate, convertibili e altri.
ETF high yield: cosa sono e varie tipologie
Proprio all’interno del mondo corporate la distinzione più importante è quella tra bond societari con rating investment grade e high yield. Questi ultimi sono dotati tutti di classe di merito junk e sono le obbligazioni che hanno subito le maggiori pressioni ribassiste in seguito alla debacle delle Borse. Effetto naturale per l’asset obbligazionario più correlato al mondo azionario con emittenti non certamente dai bilanci solidi.
Oggi sul mercato sono presenti decine di ETF specializzati che permettono di definire strategie molto diverse tra loro. Troviamo ad esempio prodotti high yield che investono sul mercato solo americano, europeo o emergente in alternativa al più completo globale; che possono adottare o meno la copertura del cambio (EUR hedged); che scelgono di investire nelle obbligazioni spazzatura ma con una duration più corta (solitamente etichettati come short duration).
All’interno della categoria high yield troviamo poi strumenti che investono esclusivamente su quelle società che appartenevano alla categoria investment grade ma sono stati declassati a high yield: i cosiddetti fallen angels. Infine il vento sostenibile ha portato sul mercato ETF con l’etichetta ESG che investono in obbligazioni che soddisfano i criteri di sostenibilità.
ETF high yield: le performance da inizio anno
Ma come si sono comportati da inizio anno questi ETF? Gli strumenti che hanno potuto contare sul vantaggio del cambio aperto hanno salvato per ora la stagione. Gli strumenti su high yield americani short duration sono leggermente positivi dal primo gennaio 2022, mentre quelli a scadenza più lunga hanno perso circa il 3%. Pessimo l'andamento dell'alto rendimento europeo con un calo che sfiora il 15% mentre i globali nel loro complesso hanno perso quasi il 10% anche a causa di obbligazioni con scadenze più lunghe che hanno sofferto il rialzo dei tassi.
Scendendo come performance troviamo i fallen angels, che hanno perso quasi il 10% da inizio anno. Peggio sarebbe comunque andata coprendo il rischio di cambio. Con un differenziale di tasso così elevato come oggi, coprire il rischio dollaro comprando prodotti EUR hedged è molto oneroso e questo costo si aggiunge alla percentuale negativa dell’asset high yield: la performance di un ETF globale ad alto rendimento è negativa per il 14%.
Tante etichette per un unico sottostante che però si è comportato in diversi modi a seconda di quale scelte di gestione del rischio ha fatto l’investitore. Quando si acquistano prodotti di questo tipo è sempre meglio comprendere a fondo che tipo di prodotto abbiamo di fronte.