Per un investitore europeo quando si parla di diversificazione geografica dell’investimento non si può prescindere dalle azioni del Vecchio Continente. Minoritarie nei portafogli degli investitori americani, decisamente più rilevanti per quelli europei. Questo è dovuto ad per una questione di minore rischiosità lato valutario, in parte compensata però da una maggiore volatilità nei prezzi degli indici europei.
Quando parliamo di azionario Europa dobbiamo fare prima di tutto delle premesse. Osservando un indice azionario globale come l'Msci World, l’Europa presa complessivamente pesa meno del 15%. All’interno di questa percentuale ci sono paesi come la Gran Bretagna, la Svizzera e la Svezia che coprono circa la metà di questa percentuale riducendo a una quantità modesta il peso complessivo dell’azionario della zona Euro, quello per intenderci privo di rischio di cambio e che comprende ad esempio società quotate in Germania, Francia e Italia.
Questo ci porta già ad una prima conclusione. Gli investitori europei soffrono di quel tipico fenomeno che si chiama home bias, ovvero dare un eccessivo peso alle azioni di casa propria rispetto a quello che dovrebbe essere l’ideale peso dell'Europa previsto dall’attuale capitalizzazione di un indice mondiale.
ETF azioni Europa, un'offerta abbondante e competitiva
Fatta questa doverosa premessa, possiamo dire che l’offerta di ETF che investono sull’azionario europeo è molto ricca e in questo articolo cerchiamo di comprendere quali sono le differenze tra i principali strumenti quotati sul mercato italiano.
Partiamo dagli ETF più generici, ovvero quelli che investono nell’azionario europeo inteso in senso continentale. Msci, Ftse e Stoxx sono i tre provider di indici principali che con l’estensione Europe permettono a tutte le case di investimento di offrire prodotti ben diversificati nelle azioni europee.
Pur con differenze marginali tra i vari indici, nella versione Europe la Gran Bretagna rappresenta solitamente il 20-25% dell’intero portafoglio, seguita da Svizzera e Francia con percentuali oscillanti tra il 15-17%. Finanziari, farmaceutici e industriali sono i settori che coprono quasi la metà del portafoglio di questi ETF. Anche i costi sono ormai diventati estremamente competitivi con ETF che hanno spese correnti mediamente di 0,1% all’anno.
Esistono ETF che permettono agli investitori di andare su tutte le azioni europee escludendo la Gran Bretagna (nella descrizione troveremo scritto ex UK ) oppure ben più diffusi ETF che investono nell’area EMU, quindi le azioni dei paesi appartenente alla UE. Svizzera e Gran Bretagna non sono presenti nei portafogli EMU con la Francia a fare la parte del leone con il 35% del totale seguita da Germania e Paesi Bassi.
Tutti questi indici sono offerti anche nella versione sostenibile per andare incontro alla richiesta di prodotti ESG di investitori privati e istituzionali.
Più restringiamo il campo geografico e meno numerose saranno le azioni presenti all’interno del paniere. Ad esempio su Msci Europe i titoli presenti sono oltre 400, su Msci Emu poco più di 200.
L’indice europeo più celebre è però l’Eurostoxx50 che, come dice il suo nome, rappresenta le 50 società più capitalizzare del Vecchio Continente. Anche in questo caso l’offerta non manca da parte dei principali gestori (ne ho contati 14 tra versioni ad accumulazione e distribuzione).
Ogni indice principale ha poi dei sottoindici settoriali che permettono investimenti ancora più specifici su singoli settori come ad esempio i bancari, gli industriali, le utility, ecc…Un aspetto di cui tenere conto è che spesso troveremo nomi dei settori associati a Europe che saranno diversi da quelli che troviamo per indici globali (World). Ad esempio, il settore petrolifero per gli indici europei solitamente è etichettato come Oil&Gas mentre per gli indici globali verrà presentato sotto il nome di Energy.
Anche per gli indici europei esistono ETF che investono per stile (vedi ad esempio la serie Aristocrats di SPDR), per capitalizzazione di mercato (small caps), per fattori di rischio (tutti gli smart beta come momentum, value, bassa volatilità, ecc…).
Tralasciando sottoindici ancora più granulari e tematici, possiamo concludere che l’offerta di prodotti a replica passiva europei è decisamente abbondante e competitiva anche in termini di costi e copertura geografica. Con gli opportuni accorgimenti di diversificazione fatti all’inizio dell’articolo, mai come oggi investire nelle azioni europee è stato così semplice e accessibile come oggi.