Una delle storie più interessanti dell’inizio del 2023 è certamente lo spostamento dei flussi di investimento verso aree economiche diverse da quella americana, almeno per quello che riguarda gli investimenti azionari. L’andamento debole del dollaro conferma questa tendenza anche sul mercato obbligazionario grazie al restringimento degli spread rispetto, ad esempio, ai rendimenti offerti dalla carta europea.
Arbor Research ha rilevato che su base mensile i prodotti azionari internazionali hanno catturato nel mese di gennaio il 65% dei flussi sugli interi ETF movimentati. Gli obbligazionari hanno occupato solo l’8% della fetta di torta. La speranza dei compratori è quella di mettere la parola fine ad una overperformance dei listini americani che dura da oltre una decade.
Come sa bene chi investe in ETF (oppure chi segue costantemente questa rubrica), esistono sostanzialmente due modi di investire in azionario globale. ETF che replicano indici composti solo da azionario dei paesi sviluppati e indici azionari “all country”, quindi composti anche una quota parte di azioni dei paesi emergenti.
Negli ultimi 5 anni non avere emergenti in portafoglio ha garantito una performance superiore di quasi il 10% rispetto all’azionario globale sviluppato. Negli ultimi 3 anni la differenza si è ristretta ad appena 3 punti confermando una sottoperformance dell’azionario non sviluppato, ma sempre più modesta.
Praticamente identico il confronto invece tra indici diversi all’interno del tema globale più allargato. I due provider principali, Msci e Ftse, hanno infatti riportato performance uguali confermando l’indifferenza sostanziale nel prendere posizione su un indice invece che un altro.
A distanza di 3 anni possiamo poi anche apprezzare se la scelta del “socialmente” utile ha premiato gli investitori azionari globali o meno. Anche in questo caso la differenza a 3 anni dell’ETF Ubs Socially Responsible e gli altri ETF Msci ACWI senza filtro ESG è praticamente irrilevante. Tutte le performance sono infatti allineate attorno al +18% (dai al 23.2.23).
Msci ACWI Index: test dei supporti rappresentano occasioni di acquisto
Una sintesi di tutto quello che ho raccontato finora è il grafico dell’indice Msci ACWI Index in Euro. Quello che è stato il reale andamento dell’indice considerando l’effetto cambio è ben rappresentato da un canalone rialzista che fino al 2020 si è mosso in modo ordinato dentro un sentiero rialzista ma poi, a partire dal 2021, ha decisamente esagerato strappando verso l’alto.
Una fuga in avanti che ha messo l’ipoteca su uno stallo della crescita per il 2022 e probabilmente anche per il 2023 se vale la regola che queste situazioni tendono ad essere compensate con movimenti dalla parte opposta rispetto alla direzione del movimento eccessivo. Questo vorrebbe dire che i prossimi 12-18 mesi dovrebbero ancora essere caratterizzati da incertezze sui mercati azionari globali con la base inferiore del canale pronta a rappresentare una ghiotta occasione di acquisto in caso di rientro dei prezzi da quelle parti.
A livello strategico, stante la situazione attuale, un ingresso progressivo sui mercati nel prossimo biennio con ad esempio piani di accumulo automatici, sembra essere una mossa ideale per evitare di anticipare una ripartenza che ancora non sembra matura.