L’ ETF tematico di Lyxor che andiamo ad analizzare oggi è quello dedicato alle cosiddette Disruptive Technologies. Forse uno dei temi più futuristi della gamma visto che ha come obiettivo acquistare quelle società che potrebbero diventare gli “unicorni” del futuro.
Per unicorni si intendono quelle società private che da start up arrivano ad avere un valore di mercato superiore al miliardo di Dollari. Una strada costellata di piccole società che in alcuni casi raggiungeranno l’Olimpo di Wall Street, in altri affonderanno senza essere mai state conosciute dalla maggior parte degli investitori.
Gli ETF tematici emessi di recente da Lyxor hanno l’obiettivo di combinare i vantaggi dell’intelligenza artificiale, al basso costo dell’ETF. Strategie di gestione attiva all’interno di un contenitore a replica passiva di un indice.
Tramite una partnership con il provider di indici MSCI, Lyxor ha creato 5 nuovi strumenti che coprono temi come la Digital Economy, la Future Mobility, i Millennials, le Smart Cities ed infine la Disruptive Technology.
Oggi approfondiremo proprio questo ultimo tema illustrando anche le logiche su come viene costruito il paniere di società che compone l’ETF.
Il tema sul quale va ad investire l’ETF è come detto quella della Disruptive Technology.
Sentiamo sempre più parlare di quarta rivoluzione industriale. Una rivoluzione che potrebbe essere contraddistinta proprio dalla tecnologia disruption, ovvero una distruzione creativa e produttiva in grado di migliorare il futuro.
Un dato può aiutare a chiarire meglio il concetto. Nel 1964 una società quotata sullo S&P500 aveva un ciclo di vita di 33 anni. Nel 2016 siamo scesi a 24 anni. Le previsioni degli analisti ci dicono che nel 2027 il ciclo di vita di una società potrebbe diventare addirittura di 12 anni!
Internet, droni, biotech, sistemi di pagamento, robotica, sono alcuni dei settori che stanno cambiando la geografia produttiva a livello mondiale. Pensiamo ai robot. Nel 2013 i robot erano presenti nel mondo erano circa 1 milione. Nel 2020 sono saliti di 3 volte con tutte le conseguenze su processi produttivi, occupazione e produttività.
La selezione delle società che entrano nel paniere di investimento è un mix di competenze umane ingegneristico-scientifiche ed intelligenza artificiale. Vengono selezionate diverse parole chiave che tramite un’approfondita analisi della rete permettono a Lyxor di fare un primo screening delle società più legate in modo diretto o indiretto al mondo Disruptive ed appartenenti al paniere di indici MSCI ACWI IMI.
Il passaggio successivo prevede un filtraggio delle società con una quantità di ricavi minima generata dalle attività aziendali collegate al tema della disruption. Applicando rigidi filtri ESG vengono poi escluse società coinvolte in business controversi; la selezione si chiude con un occhio a fondamentali di bilancio come crescita dei ricavi, ROI e spese in ricerca e sviluppo.
Il portafoglio di investimento che esce dalla selezione viene ribilanciato semestralmente con review annuale delle parole chiave utilizzate nella fase di selezione.
L’ ETF replica passivamente un indice all’interno del quale è però contenuta una strategia di selezione attiva delle azioni.
Grazie al sito pubblico di MSCI è possibile mettere a confronto l’indice MSCI ACWI IMI Disruptive Technology
ESG Filtered NetTotal Return con l’indice MSCI ACWI.
Provo a riassumere i dati più interessanti:
- Da novembre 2013 a maggio 2020 la performance annua dell’indice tematico è quasi doppia per l’indice disruptive rispetto a quella dell’indice generalista (17,5% vs 8,9%)
- La volatilità annualizzata dell’indice tematico è stata più elevata negli ultimi 5 anni (20,6% vs 14.6%)
- Il rapporto rendimento rischio espresso dallo Sharpe ratio dal momento del lancio è favorevole al tematico (0.95 vs 0.73).
- Il Beta dell’indice tematico è 1.25 e questo significa che l’ETF va molto meglio nelle fasi bullish, ma perde più dell’indice generico nelle fasi bearish
- Il turnover di portafoglio, una variabile da tenere presente in fase di stima dei costi, è piuttosto consistente per l’indice Disruptive Technology è pari al 53% contro il 2,9% dell’indice generico
ETF volatile e dipendente dal contesto di mercato. Il Beta in questo caso rappresenta un indicatore che rende molto chiara la natura non difensiva dello strumento.
Il portafoglio a livello settoriale vede due componenti dominanti. Information Technology e health care.
Lo stile è pesantemente orientato alle small cap (circa il 60%) e non poteva che essere così visto che qui ci saranno gli unicorni del prossimo decennio. A livello geografico domina l’America con il 70% dell’allocation Buona la diversificazione con le prime 10 società per peso che fanno il 15% del portafoglio.
La replica dell’indice è fisica con l’opzione di utilizzare il campionamento. La struttura dei costi è innovativa per il mondo degli ETF. Le spese correnti saranno infatti dello 0,15% (sotto la media di categoria) fino a settembre 2021 quando diventeranno 0,45%.
Il codice Isin dello strumento quotato a Milano è LU2023678282.
In conclusione possiamo dire che questo ETF Lyxor Disruptive è uno strumento che offre a buon mercato la replica passiva di un indice tematico che si somma ad una strategia comunque attiva di selezione delle società. Pur essendo volatile come testimonia il Beta, l’indice dal lancio ha finora remunerato il rischio meglio di un indice generico. I costi sono sotto la media dei tematici con lo “sconto” iniziale. Elevato il turnover di portafoglio che potrebbe portare a costi maggiori delle previsioni. L’etichetta ESG è presente.
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