L'estate è la stagione dello stacco dei dividendi su Borsa Italiana e, quando questo evento accade, al calo dell’indice che contiene le azioni oggetto di questa pratica si contrappone l’interesse per uno dei più classici strumenti utilizzati da chi ha deciso di vivere di rendita.
La cedola, pur essendo tassata in Italia al 26%, continua a rappresentare per certi mercati azionari una fonte di reddito alternativa e in alcuni casi più remunerativa dei tradizionali titoli di Stato. Se questa affermazione non è valida in America, dove ad un rapporto tra dividendi e prezzi attorno al 2% si contrappongono tassi di interesse sulle obbligazioni che superano il 3%, in altre aree del G10 questa maggiore competitività rispetto al reddito fisso persiste.
Dividendi: ecco tre mercati da guardare per ottenere rendimenti interessanti
In almeno tre di queste Borse il dividendo offerto è pari o superiore a quello che attualmente ripaga ad un investitore un BTP con scadenza a 10 anni. Ovviamente Italia, ma anche Gran Bretagna e Australia sono le tre mercati dove il dividend yield supera il 3,5%.
Il rendimento di un investimento azionario è rappresentato da una componente di dividendo alla quale si somma una percentuale legata alla crescita annuale degli utili più una ulteriore componente esclusivamente di natura speculativa che naturalmente incide sul rapporto che più di ogni altro misura quanto è caro o a buon mercato un indice azionario: il rapporto prezzo/utili.
Il dato del dividend yield è quindi l’unico tassello di un indice che può vantare sempre un segno di variazione percentuale positivo. Con indici come quello italiano e australiano che pagano oltre il 4,5%, chi vuole vivere di rendita senza dover essere costretto a vendere regolarmente delle quote di investimento può integrare ad investimenti globali e ben diversificati anche ETF che sotto questo punto di vista sono molto generosi. Ovviamente parliamo di quote non strategiche, ma possono essere utili se l’obiettivo è quello di avere flussi di reddito costanti. Quali sono i tre prodotti che possono essere più indicati per perseguire questa pratica?
ETF: i tre prodotti per ottenere dividendi su Italia, Regno Unito e Australia
iShares è in grado di coprire il mercato inglese e quello italiano con due ETF a distribuzione. Purtroppo per l’Italia non è disponibile un più allargato indice MSCI Italy, ma ci si deve accontentare delle 40 società del FTSE Mib che come sappiamo lamentano qualche eccessiva concentrazione settoriale. Al costo di 0,35% all’anno ci si assicura una frequenza di stacco semestrale con rendimenti sul prezzo attualmente superiori al 4,5%. Sempre con iShares si può acquistare al modico costo di 0,07% per anno un prodotto che replica il FTSE 100 con frequenza di pagamento del dividendo trimestrale e rendimento sul prezzo attualmente del 3,7%.
Infine l’Australia. Qui dobbiamo ricorrere ad un ETF di Lyxor per avere disponibile lo strumento a distribuzione che replica l’indice principale ASX 200. La Borsa di Sydney è una serie antagonista di quella italiana con un dividend yield allineato a quello del nostro Paese. Con un costo di 0,4% all’anno ogni sei mesi si ricevono i ricchi dividendi che arrivano dall’Australia. Tre ETF su altrettante Borse sviluppate e ricche almeno per quello che riguarda la remunerazione da dividendo. Alternative interessanti per chi vuole vivere di rendita con i dividendi.