Nubank tra pochi giorni sbarcherà nella Borsa di New York. L'Offerta Pubblica Iniziale è stata presentata il 1° di novembre e dovrebbe partire il 9 dicembre. La fintech brasiliana spera di raccogliere 3 miliardi di dollari, raggiungendo una valutazione di circa 50 miliardi di dollari.
In questo caso diventerebbe la banca digitale più costosa al mondo, superando la startup tecnologica svedese nel ramo finanziario Klarna, valutata a giugno di quest'anno 45,6 miliardi di dollari. Tra gli investitori illustri Nubank conta personaggi del calibro di Warren Buffett, che ha puntato 500 milioni di dollari con la sua Berkshire Hathaway questa estate. Altri sostenitori di grande spessore sono Tencent e Airbnb Sequoia.
Nubank: chi è e che cosa fa
Nubank è stata fondata a San Paolo nel 2013 da 3 brillanti imprenditori fintech: il banchiere d'affari colombiano David Vélez, la consulente brasiliana Cristina Junqueira e l'esperto di tecnologia americano Edward Wible. La società da subito ha iniziato con l'emissione di carte di credito senza applicare alcuna commissione, il che ha aperto le porte per sbaragliare la concorrenza e farsi strada nel mondo delle assicurazioni, dei prestiti e dei conti di risparmio.
La banca è riuscita a imporsi in un contesto brasiliano dove le commissioni di transazione sono elevate e la burocrazia molto pesante. Snellendo le operazioni e abbattendo le spese, Nubank ha sancito una rottura radicale con la tradizione. Il prossimo passo per l'azienda è quello di diventare profittevole. L'anno scorso la società ha perso 171,5 milioni di dollari e nei primi 3 trimestri del 2021 ha chiuso con un passivo di 99,1 milioni di dollari.
Le prospettive sono molto promettenti poiché Nubank può contare su una rete di 48 milioni di utenti, procacciati in un segmento di mercato giovane e dinamico, per lungo tempo trascurato dalle banche tradizionali. Oggi la fintech ha filiali in diversi Paesi dell'America Latina, dove le potenzialità sono elevate, dal momento che esiste un numero cospicuo di persone tra oltre 650 milioni di abitanti che non ha una banca.
Solo in Brasile, dei 213 milioni di cittadini solo 182 milioni utilizzano i servizi bancari, quindi spazio per crescere ce n'è parecchio. Con la pandemia poi sono stati iniettati stimoli alle famiglie a basso reddito spingendoli ad aprire un conto presso una banca e a munirsi di una carta di credito per fare acquisti online. Da marzo 2020 17 milioni di brasiliani hanno aperto un conto e Nubank ha raddoppiato a 41 milioni il numero di clienti. Si stima che il valore potenziale del mercato nel territorio sudamericano si aggira intorno ai 269 miliardi di dollari.
Nubank: saranno da comprare le azioni?
La fintech brasiliana deve affrontare delle prove importanti. Alcuni sono molto scettici, in rapporto anche alla valutazione che le è stata data. Questi ritengono che il banco di prova sarà la profittabilità aziendale in un futuro molto prossimo.
Un problema che lungo la strada Nubank potrebbe incontrare è quello della regolamentazione stringente in Brasile. Ad esempio le banche tradizionali devono rispettare requisiti patrimoniali più rigorosi nell'emissione delle carte di credito e il fatto che per le neo-banche tutto questo non avviene dà a queste ultime un vantaggio considerato sleale e che potrebbe portare le Autorithy a stringere i cordoni della borsa.
Al di là di questo, alcuni osservatori sono ottimisti, come ad esempio Thais Carnio, esperto di banche presso la Mackenzie Presbyterian University di San Paolo. Carnio ha affermato che l'idea di aprire a una fascia demografica giovane è economicamente promettente. E questo sta scardinando un sistema verdeoro dominato allo stato attuale da 5 banche: 3 private come Itau, Bradesco e Santander Brasil, e 2 statali come Caixa Economica Federal e Banco do Brasil.