Gli Spread Certificate sono dei nuovi Certificati di investimento quotati sul mercato SeDeX di Borsa Italiana. Con questi prodotti, a scadenza l’investitore può investire su una certa attività finanziaria beneficiando dell’effetto leva. Ci sono due tipologie di Spread Certificate:
- Call Spread: adatti all’investitore con una visione moderatamente rialzista sul sottostante;
- Put Spread: per quegli investitori con una visione moderatamente ribassista su un certo sottostante.
È da segnalare che questi Certificati non dispongono dell’Opzione Quanto, pertanto il loro rendimento sarà soggetto anche alle variazioni del tasso di cambio per quei sottostanti quotati in divise diverse dall’euro. Vediamo quindi le caratteristiche e il funzionamento di questi strumenti.
Certificati Call Spread: le caratteristiche e il funzionamento
Con i Certificati Call Spread l’investitore può beneficiare del rialzo di un certo sottostante, con un rendimento maggiorato per effetto della leva. In fase di emissione, l’emittente fissa un livello superiore di Cap e uno inferiore, detto Strike. La differenza tra Cap e Strike divisa per la Parità (numero di Certificati per l’acquisto di una unità di sottostante) identifica l’importo massimo di rimborso. Il punto di pareggio, ossia il livello che divide i guadagni dalle perdite è invece calcolato in questo modo: (prezzo di acquisto x Parità) + Strike. Alla scadenza si potranno verificare tre scenari:
- Se il prezzo del sottostante è pari o superiore al Cap, l’investitore riceverà l’importo di rimborso massimo calcolato con la modalità evidenziata prima;
- Se il prezzo del sottostante è inferiore al Cap ma pari o superiore allo Strike, l’investitore riceverà un importo calcolato sottraendo all’ultimo valore del sottostante lo Strike, per poi dividere il tutto per la Parità. In questo contesto è possibile registrare una perdita;
- Se il prezzo del sottostante è inferiore allo Strike, l’investitore perderà totalmente il capitale investito.
Certificati Put Spread: le caratteristiche e il funzionamento
Al contrario della versione Call, i Put Certificate permettono all’investitore di beneficiare del ribasso di un certo sottostante, con il rendimento maggiorato dall’effetto leva. Per questi prodotti, viene fissato un livello superiore di Strike e uno inferiore chiamato Floor. La differenza tra questi due valori in valore assoluto divisa per la Parità permette di ottenere l’importo di rimborso massimo. Il punto di pareggio è calcolato così: Strike - (prezzo di acquisto x Parità). Alla scadenza si potranno verificare tre scenari:
- Se il prezzo del sottostante è pari o inferiore al Floor, l’investitore riceverà l’importo di rimborso massimo calcolato con la modalità evidenziata prima;
- Se il prezzo del sottostante è superiore al Floor ma pari o inferiore allo Strike, l’investitore riceverà un importo calcolato sottraendo allo Strike l’ultimo valore rilevato, per poi dividere il tutto per la Parità. In questo contesto è possibile registrare una perdita;
- Se il prezzo del sottostante è superiore allo Strike, l’investitore perderà totalmente il capitale investito.
Un esempio pratico
Per comprendere meglio la struttura di questi prodotti, vediamo un esempio pratico. Poniamo di avere un Certificato Spread Call sul DAX con un prezzo ask a 1,96 euro, Parità a 100, Cap a 17.500 punti, Strike a 17.000 punti e leva a 13,83. Il valore di rimborso massimo sarà pari a 5 euro, calcolato in questo modo (17.500 -17.000)/100. Il punto di pareggio è invece a 17.196 punti, così ottenuto: 17.000 + (1,96*100). Alla scadenza fissata al 13 settembre 2023:
- Se il DAX quotasse ad un livello pari o superiore i 17.500 punti, l’investitore riceverebbe 5 euro;
- Se il DAX quotasse a 17.200 punti, l’investitore riceverebbe 2 euro, calcolati così: (17.200-17.000)/100;
- Se il DAX quotasse sotto i 17.000 punti, l’investitore riceverebbe 0 euro, perdendo l’intero capitale investito.
A quali investitori sono adatti questi Certificati
I Certificati Spread sono adatti agli investitori con una visione moderatamente direzionale su un certo sottostante e con una propensione al rischio elevata. Questi prodotti possono essere sfruttati per strategie di copertura di portafoglio, come spesso accade con i prodotti a leva, e tramite il loro investimento il risparmiatore conosce in anticipo l’importo massimo di perdita. Tuttavia, tra gli svantaggi figurano gli effetti negativi delle variazioni del tasso di cambio (per i prodotti non quotati in euro), il rendimento massimo limitato dai livelli Cap e il non reinvestimento dei dividendi.