Negli ultimi mesi, il mercato azionario italiano ha beneficiato di due importanti elementi: il primo è relativo alla rotazione settoriale innescata a novembre 2020 con le prime notizie positive dei vaccini anti-Covid, il secondo dall’arrivo di Mario Draghi come Presidente del Consiglio in Italia. Sul primo fattore è da ricordare come l’indice guida di Piazza Affari, il FTSE Mib, abbia una composizione fortemente improntata ai settori dell’economia reale, specie per quanto riguarda il comparto finanziario e petrolifero.
Questo è un elemento decisamente positivo anche nell’attuale contesto in cui le attese di inflazione stanno crescendo a livello mondiale. Se questo aggregato dovesse sfuggire di mano infatti, le Banche centrali si troverebbero costrette ad adottare politiche monetarie restrittive. In questo modo, se si dovessero verificare degli aumenti dei tassi prima del previsto, il comparto bancario vedrebbe aumentare la sua marginalità ora molto compressa dal costo del denaro a zero.
Il settore petrolifero nel breve periodo sta traendo beneficio dal rialzo delle quotazioni dell'oro nero. In futuro però, l’interesse degli operatori verso il comparto potrebbe venire catalizzato dall’impegno delle società nella decarbonizzazione. Per quanto riguarda l’arrivo di una personalità come quella dell’ex Presidente della BCE alla guida del nostro Paese ha rinfrancato i mercati, che infatti hanno reagito facendo diminuire in zona 90 punti base lo spread tra BTp e Bund a 10 anni.
La discesa dei rendimenti dei titoli di Stato italiani è stato un elemento positivo per le banche, visto che i bond governativi sono aumentati di prezzo facendo aumentare il valore dei portafogli degli istituti di credito, il cui valore a dicembre 2020 ha raggiunto i 419,242 miliardi di euro. La caratteristica delle banche dell’Italia di detenere molto debito domestico provoca infatti un fenomeno detto “doom loop” dove una contrazione nei prezzi dei bond governativi mette sotto pressione le azioni bancarie.
L’arrivo di Draghi ha dato inoltre maggiori sicurezze ai mercati in merito ad un utilizzo dei fondi del Recovery Fund che sia davvero in grado di portare una ripresa economica strutturale all’Italia. In questo senso, potrebbe essere interessante guardare al Certificato Express Memory Cash Collect di Vontobel con ISIN DE000VQ4E5N0 con sottostante un basket formato dalle azioni Intesa Sanpaolo ed ENI.
Certificati: guardare alla ripresa italiana guardando a banche e petroliferi
Se la ripresa economica riuscirà a dare ulteriore spinta a quelle azioni fortemente penalizzate durante la pandemia di Covid-19, Intesa Sanpaolo riuscirà a beneficiare di un contesto positivo caratterizzato da una discesa del rischio sui crediti, dalle aggregazioni agevolate dalla BCE, ma anche dalla possibilità che un balzo dell’inflazione possa tradursi in un rialzo del costo del denaro.
Quest’ultima ipotesi è tuttavia remota, specie considerando che l’Eurotower ha più volte dichiarato di voler mantenere l’attuale politica monetaria fino a che le condizioni economiche non miglioreranno sensibilmente. Nel breve termine, ENI sta beneficiando sia dalla rotazione settoriale che dal rialzo nei prezzi del petrolio, con il WTI che veleggia sopra i 60 dollari al barile.
L’azienda del cane a sei zampe si sta anche impegnando nel percorso di transizione energetica: nel piano strategico 2021-2024 si comprende come la società voglia azzerare le emissioni nette entro il 2050, investendo mediamente 7 miliardi di euro l’anno, 1,4 miliardi dei quali dedicati a progetti verdi.
Con il Certificato Express Memory Cash Collect di Vontobel con ISIN DE000VQ4E5N0 gli investitori possono riuscire ad ottenere una cedola trimestrale di 1,50 euro a patto che alle date di valutazione periodiche il prezzo del peggiore dei sottostanti sia pari o superiore a quello della Soglia Bonus, posto come la Barriera al 50% del Valore Iniziale. Il prodotto è quotato dallo scorso 8 febbraio sul mercato SeDeX di Borsa Italiana ad un prezzo di 100 euro ed è caratterizzato da due opzioni:
- Effetto Memoria: consente all’investitore di incassare successivamente i premi non pagati;
- Opzione Autocallable: dall’11 maggio 2021 permette al prodotto di scadere anticipatamente a patto che alla Data per il Rimborso Anticipato il prezzo di tutti i sottostanti del paniere quoteranno ad un livello pari o superiore a quello del Livello Autocall, posto al 100% del Valore Iniziale.
Vediamo ora i principali livelli da monitorare per entrambi i sottostanti:
- Intesa Sanpaolo: Valore Iniziale, Strike e Livello Autocall a 1,9754 euro; Soglia Bonus e Barriera 0,9877 euro;
- ENI: Valore Iniziale, Strike e Livello Autocall a 8,551 euro; Soglia Bonus e Barriera a 4,276 euro;
Al momento della scrittura, entrambi i titoli si trovano al di sopra dei rispettivi Strike, pertanto se le quotazioni dovessero rimanere stabili fino alla prossima data di valutazione il Certificate scadrebbe anticipatamente. Il Worst of è attualmente rappresentato dalle azioni Intesa Sanpaolo, che veleggiano il 6,71% sopra il loro Valore Iniziale.
Alla scadenza fissata per il 4 febbraio 2025 si potranno verificare due scenari:
- Se il prezzo del sottostante peggiore del basket dovesse essere superiore a quello della Barriera, l’investitore riceverà il Valore Nominale di 100 euro, l’ultima cedola del periodo e quelle non pagate in precedenza.
- Se il prezzo del sottostante peggiore del basket dovesse essere pari o inferiore a quello della Barriera l’investitore riceverà un importo commisurato alla performance del Worst of. Poniamo quindi che a scadenza le azioni Intesa Sanpaolo quotino a 0,95 euro. Il rimborso sarà di 48,09 euro calcolato come: [100 euro di Valore Nominale x (0,95 euro del Prezzo di rilevazione finale/1,9754 euro del Valore Inziale)].
La valutazione dell’Ufficio Studi di Investire.biz
Il Certificato appena descritto permette di trarre beneficio dalla ripresa economica italiana dopo la pandemia di Covid-19, la quale sarà guidata da Mario Draghi. Se l’ex Presidente della BCE dovesse avere successo, Intesa Sanpaolo riuscirebbe a godere della minore quota di crediti deteriorati che peserebbe sui bilanci.
La banca ha comunque rafforzato in misura importante il suo assetto patrimoniale dopo la fusione con UBI Banca, e potrebbe riuscire a consolidare in Borsa anche grazie al clima favorevole alle aggregazioni e alla continua flessione dello spread tra BTp e Bund a 10 anni. Un altro fattore a cui guardare nel medio periodo è quello relativo all’inizio della normalizzazione della politica monetaria, con un rialzo dei tassi che permetterebbe agli istituti di credito di essere più profittevoli.
Per quanto riguarda ENI invece, il suo impegno nel processo di decarbonizzazione e la progressiva indipendenza dal petrolio dovrebbero permettere al titolo di riprendere forza in Borsa, specie considerando l’attenzione di Governi al tema del green. La caratteristica più interessante del Certificate è la profondità della Barriera e della Soglia Bonus, poste al 50% del Valore Iniziale.
Lo scenario auspicabile sarebbe comunque quello di un andamento lateral-discendente dei titoli del basket, in modo tale da riuscire ad incassare il maggior numero di cedole possibile senza che il prodotto scada anticipatamente.
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