Il settore turistico è tra quelli più penalizzati dalla pandemia di Covid-19. Da ormai un anno infatti, gran parte della popolazione mondiale è soggetta a misure restrittive che impediscono gli spostamenti e limitano le attività che si possono fare nel tempo libero.
Secondo le stime dell’Organisation for Economic Co-operation and Development, il turismo ha subito una contrazione dell’80% nel 2020, con i movimenti domestici e gli aiuti governativi che hanno permesso di ridurre crolli ancora più profondi.
L’impatto tuttavia è destinato a durare. In una recente telefonata agli investitori Ed Bastian, Amministratore Delegato di Delta Air Lines, ha detto di attendersi che il 70% dei viaggi aziendali si riprenderà solo nel 2023.
Se a novembre 2020 si erano viste delle speranze di un ritorno alla normalità con l’arrivo delle prime notizie sui vaccini anti-Covid, il successivo rallentamento dei piani vaccinali dovuti a difficoltà nella distribuzione delle aziende produttrici e alle tensioni tra le stesse e l’Unione Europea sulle forniture hanno peggiorato il sentiment per il comparto.
Il quadro più pessimista è completato dalle nuove varianti del virus, che sembrano essere più contagiose e promettono di far durare le misure restrittive per buona parte del 2021. Molto comunque dipenderà dall’approvazione dei prossimi vaccini, soprattutto quello di Johnson & Johnson, che a differenza della maggior parte delle altre soluzioni vaccinali ha bisogno di una sola dose per essere efficace.
Questo permetterebbe di accelerare la campagna di vaccinazione e avvicinare quindi il ritorno alla normalità. La ripartenza non potrà comunque prescindere da alcuni elementi come ripristinare la fiducia dei viaggiatori, promuovere il turismo domestico e rafforzare la cooperazione tra Stati vicini. In ogni caso il miglioramento delle condizioni sanitarie potrebbe far impennare la domanda di viaggi.
Un esempio è quanto accaduto in Cina con la fine della prima ondata pandemica. Durante le festività per la Golden Week a ottobre 2020, i cittadini cinesi hanno deciso di viaggiare all’interno del territorio del Dragone provocando un vero e proprio boom di spostamenti che Bloomberg calcola in un +88% rispetto al medesimo periodo del 2019.
La speranza è quindi che questo fenomeno di revenge spending possa trasferirsi anche al resto del mondo. Per questo motivo potrebbe essere interessante il Certificato Phoenix Barrier di Citigroup con ISIN XS1575019259 e sottostante rappresentato da un basket composto dalle azioni Airbnb e TUI.
Analisi dei sottostanti
Airbnb si è quotata solo di recente sul NASDAQ. L’interesse della società specializzata negli affitti brevi è testimoniata dalla portata dell’IPO, la più grande del 2020 per gli USA grazie ad una raccolta di 37 miliardi di dollari. Il Coronavirus ha impattato sulle entrate dei primi tre trimestri dello scorso, con i ricavi scesi del 30% a/a.
Questo ha provocato una riduzione dei costi di 800 milioni di dollari che si è tradotta in licenziamenti del personale, riduzione degli stipendi dei manager e taglio degli investimenti per il marketing. Tuttavia il modello di business dell’azienda potrebbe riuscire ad arginare l’impatto di un eventuale perdurare della durata della pandemia.
Se le restrizioni dovessero venire solo allentate e non tolte infatti, molte persone potrebbero optare per muoversi all’interno del proprio Paese optando per un affitto breve di una casa rispetto a quello dell’hotel.
Le azioni TUI hanno subito in maniera importante l’impatto della pandemia perdendo il 54,51% nel 2020. La società si occupa di agenzie di viaggio e prenotazioni online. Nell’anno fiscale 2020 la pandemia ha impattato sui ricavi del gruppo per il 58% e per il -62% a/a sui volumi dei viaggiatori.
Oltre a questo a causa dei pacchetti di supporto tedeschi la società è stata costretta a sospendere la distribuzione dei dividendi. Per il titolo di TUI in Borsa il peggio potrebbe però essere passato, in quanto gli investitori potrebbero aver scontato lo scenario peggiore e ogni passo in avanti verso il ritorno alla normalità avrebbe la possibilità di far tornare gli acquisti.
Struttura del Certificato
Il Certificato Phoenix Barrier di Citigroup con ISIN XS1575019259 è quotato sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana dallo scorso 21 gennaio ad un prezzo di 1.000 euro. Con questo prodotto, l’investitore può ambire a una cedola trimestrale di 42,50 euro a patto che alle date di rilevazione trimestrali il prezzo del peggiore dei sottostanti del paniere quoti ad un livello pari o superiore a quello della Barriera Cedola, posto come la Barriera al 70% del Prezzo di riferimento iniziale.
La peculiarità di questo Certificate si vedono nel secondo anno di quotazione. Dal 21 gennaio 2022 e per ogni trimestre successivo se i sottostanti si trovano ad un valore pari o superiore a quello di Lock-In, fissato al medesimo livello dello Strike Iniziale, il prodotto diventerà a capitale garantito assicurando la cedola di competenza e tutte quelle successive. A scadenza si riceverà l’intero Valore Nominale di 1.000 euro. In termini di rendimento si tratta di un potenziale 17% lordo l’anno.
Guardiamo ora ai sottostanti del Certificato individuando i livelli da tenere sotto controllo:
- Airbnb: Valore Iniziale, Strike Price, Livello Lock-In a 173,69 dollari; Barriera e Barriera Cedola a 121,583 dollari.
- TUI: Valore Iniziale, Strike Price, Livello Lock-In a 4,49 euro, Barriera e Barriera Cedola a 3,143 euro.
Al momento della scrittura il Worst of è rappresentato dalle azioni TUI, che quotano il 13,50% al di sotto del loro Strike Iniziale. Se i prezzi dovessero mantenersi uguali le condizioni per l’incasso del premio sarebbero verificate, ma non quelle per l’attivazione dell’evento Lock-In.
Alla scadenza fissata al 29 gennaio 2024, se l’evento di Lock-In non si fosse verificato si potranno verificare due scenari:
- Se il prezzo di tutti i sottostanti è pari o superiore a quello della Barriera, il Certificato rimborserà il Valore Nominale di 1.000 euro e l’ultima cedola del periodo.
- Se il prezzo del sottostante peggiore del paniere quota al di sotto della Barriera il Certificato inizierà a replicare l’andamento del Worst of. Per fare un esempio, poniamo che a scadenza le azioni TUI quotino a 3 euro. In tal caso l’investitore riceverà 668,15 euro calcolati come: [1.000 euro di Valore Nominale x (3 euro del Prezzo di Riferimento Finale/4,49 euro del Valore Iniziale)].
La valutazione dell’Ufficio Studi di Investire.biz
La struttura del Certificato appena descritto è particolarmente interessante. L’attivazione dell’evento Lock-In consente di avere un prodotto a capitale protetto e che ogni trimestre produce un rendimento lordo del 4,25% sul Valore Iniziale.
Questo prodotto punta sostanzialmente sulla ripresa del settore turistico e dei viaggi, che si potrà verificare una volta che la campagna vaccinale contro il Covid-19 raggiungerà un punto tale da creare la tanto attesa immunità di gregge.
A questo proposito il 2022 potrebbe essere l’anno del ritorno degli spostamenti, con una domanda di viaggi attesa in crescita anche per un fenomeno di revenge spending simile a quello che si è verificato in Cina dopo la fine della prima ondata pandemica.
Le società del comparto avrebbero quindi la possibilità di tornare sotto la lente degli investitori una volta che i piani di vaccinazione proseguiranno a pieno regime e le restrizioni verranno progressivamente allentate. Due i lati negativi del prodotto: l’assenza dell’Effetto Memoria che non permette di incassare eventuali premi non pagati in precedenza e il rischio di cambio, che non è coperto dall’Opzione Quanto con le azioni Airbnb quotate in dollari.
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