Nelle ultime settimane l’asset class azionaria ha iniziato a mostrare evidenti segnali di incertezza, almeno per quanto riguarda gli indici del Vecchio Continente. Il motivo è evidentemente da attribuirsi alla pandemia di coronavirus che, con le nuove varianti che si sono dimostrate più contagiose, unite a piani vaccinali zoppicanti, sta mettendo a dura prova i nervi degli investitori.
La combinazione di questi fattori desta parecchie preoccupazioni, in quanto gli operatori dei mercati finanziari si aspettano che le misure restrittive attuate dai governi mondiali dureranno più a lungo del previsto. Un ritorno alla normalità che si allontana progressivamente dunque, insieme alla tanto sperata immunità di gregge.
Ma questi problemi seppur molto significativi saranno risolti, è solo una questione di tempo. Intanto le Banche centrali continuano a fare del loro meglio per poter aiutare i Governi ad implementare misure che tamponino gli effetti negativi della pandemia, sia sull’economia sia sul tessuto sociale.
Nella prima riunione della BCE del 2021 Christine Lagarde ha confermato l’orientamento al ribasso dei rischi spinto dal ritardo nei vaccini e dalla debolezza del settore dei servizi. La Presidente dell’Eurotower ha anche tenuto un discorso al World Economic Forum, tenutosi per la prima volta virtualmente. Secondo la numero uno di Francoforte la ripresa sarà in due fasi: la prima all’insegna dell’incertezza e caratterizzata da misure restrittive più severe che impatteranno sulla crescita del primo trimestre.
La seconda fase vedrà finalmente la ripresa dell’economia. Per quanto riguarda il Belpaese, però, non vi sono soltanto i problemi legati all’emergenza sanitaria e a tutto quello che gravità intorno. L’Italia è nel bel mezzo dell’ennesima crisi di Governo, con il Presidente Giuseppe Conte che martedì scorso è salito a Quirinale per ufficializzare le sue dimissioni.
Nonostante i diversi fattori critici per i corsi dell’indice guida di Piazza Affari, la prospettiva di una risoluzione della crisi pandemica aveva già alimentato la rotazione settoriale dai titoli tecnologici a quelli del segmento value, dando maggiore spinta alle Borse europee. Accettato dunque un possibile primo trimestre all’insegna della volatilità, le prospettive per l’indice FTSE Mib appaiono comunque costruttive nel medio-lungo periodo.
FTSE Mib: l’analisi tecnica
Il grafico settimanale dell’indice FTSE Mib evidenzia una certa perdita di momentum dopo l’accelerazione vista a novembre sulla scia dei risultati elettorali oltreoceano. I corsi avevano infatti violato al rialzo la resistenza posta in area 21.100 punti, livello al quale si è poi manifestato un pullback chirurgico il 21 dicembre scorso.
Da lì, tuttavia, i corsi hanno cominciato a perdere forza dopo aver raggiunto la soglia psicologica dei 23.000 punti, massimo che unito a quello pre-pandemia in area 25.480 punti mostra una trendline importantissima che le forze rialziste dovranno superare per rivedere le quotazioni di gennaio-febbraio 2020.
Nel medio-lungo termine una difesa dei 21.000 punti è fondamentale per un quadro tecnico positivo, mentre una violazione stabile di questo livello potrebbe trasportare i corsi al test della trendline ascendente che collega i minimi di marzo e ottobre 2020, ora transitante a 19.100 punti.
Investire sul FTSE Mib con i Certificati
La situazione descritta sinora sull’indice guida di Piazza Affari, il FTSE Mib, è particolarmente interessante se si guarda al Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale con ISIN LU2088859793. Questo prodotto è quotato dal 4 dicembre 2020 sul mercato SeDeX di Borsa Italiana ad un prezzo di emissione, pari al Valore Nominale, di 94,34 euro.
Questo strumento consente agli investitori di ricevere un rimborso a scadenza di 100 euro a patto che alla data di valutazione finale fissata al prossimo 18 giugno 2021 (tra meno di 5 mesi) la quotazione del FTSE Mib sia superiore a quella della Barriera, fissata a 19.930,554 punti, il 90% dello Strike Iniziale.
Per questo motivo, eventuali leggeri ribassi dell’indice FTSE Mib non sarebbero un evento totalmente negativo, in quanto farebbero scendere il potenziale prezzo di acquisto del Certificate incrementando di conseguenza il rendimento potenziale a scadenza e lo spazio per un recupero più sostenuto delle quotazioni grazie all’importante supporto statico menzionato nell’analisi tecnica.
Al momento il Certificato quota ad un prezzo ask di 94,40 euro (guadagno lordo potenziale del 5,93% in cinque mesi, circa il 16% se espresso su base annua), mentre il FTSE Mib quota al 9,10% sopra la Barriera. Lo scenario negativo prevede invece che alla data di valutazione finale le quotazioni del principale indice azionario italiano siano pari o inferiori a 19.930,554 punti: il Certificato inizierà a replicare la performance negativa del sottostante calcolata rispetto allo Strike e moltiplicata per il Valore Nominale. Questo causerà una perdita sul capitale investito.
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