Il settore bancario italiano continua ad essere sotto la lente degli operatori dei mercati finanziari. La bozza di legge di bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri ha prolungato di sei mesi fino al giugno 2022 gli incentivi alle fusioni tra gli istituti di credito tramite trasformazione delle DTA (Deferred Tax Assets) in crediti d'imposta.
Tra le big cap di Piazza Affari vi è in evidenza UniCredit, mentre gli investitori attendono l’appuntamento con il nuovo piano industriale in agenda per giovedì 9 dicembre 2021. La prossima settimana si conoscerà nel dettaglio la nuova strategia della banca di Piazza Gae Aulenti, il primo firmato da Andrea Orcel come AD dell’istituto.
UniCredit, che è stata al centro del risiko bancario italiano per le trattative naufragate con il Tesoro in merito alla cessione di Monte Paschi di Siena, va avanti da sola. Probabilmente si tratterà quindi di un piano industriale stand-alone. “MPS non farà parte del futuro della nostra strategia” aveva detto Orcel aprendo la conference call con gli analisti finanziari sui conti dei primi nove mesi dell’anno.
Nella stessa occasione, Orcel aveva anche confermato che UniCredit sta continuando a sviluppare tre priorità: semplificazione, digitalizzazione e centralità del cliente, che saranno il fulcro del nuovo piano strategico. Per quanto riguarda il tema della centralità del cliente, alcune indiscrezioni hanno anticipato il lancio di una nuova piattaforma tecnologica, che offrirà servizi e prodotti alla clientela, anche dei partner assicurativi e del risparmio gestito.
Il modello multicanale sarebbe quindi un punto importante del nuovo piano strategico. In attesa dell’evento, gli analisti di BofA hanno ribadito la raccomandazione "buy" con prezzo obiettivo a 13,5 euro. La banca d’affari USA continua ad apprezzare UniCredit principalmente per due motivi: la storia di ripresa degli utili e la sua valutazione interessante, visto che, come spiegato dagli analisti, tratta a sconto di circa il 20% sul rapporto prezzo-utili rispetto al settore bancario europeo.
A puntare sulla banca è anche Morgan Stanley che oggi ha reiterato il rating "overweight", con un prezzo obiettivo a 13,80 euro. Gli analisti di MS si aspettano che UniCredit realizzi dei buy-back ogni anno e questo, insieme al controllo dei costi, dovrebbe essere un catalizzatore chiave per un movimento al rialzo del prezzo delle azioni.
Anche Citigroup ha di recente rinnovato il giudizio “buy”, con un fair value a 14,10 euro. Secondo gli analisti di Citi, il piano strategico della banca milanese sarà focalizzato sulle misure per aumentare la redditività e si rifocalizzerà sulle attività italiane, consentendo al contempo un maggior ritorno di capitale, con attenzione anche al percorso digitale e ESG del gruppo.
Gli esperti prevedono inoltre che il gruppo presenti un aggiornamento sulla politica di remunerazione degli azionisti. Infine, segnaliamo che anche gli analisti di Jefferies hanno un giudizio positivo su UniCredit: gli esperti non solo hanno ribadito la raccomandazione di “buy”, ma hanno alzato il target da 14,75 euro a 16,2 euro.
“Riteniamo che Unicredit debba convincere il mercato sull’uso che farà del suo capitale in eccesso: prevediamo che l’Investor Day del prossimo 9 dicembre sarà un catalyst e chiarirà la strategia dell’istituto", hanno spiegato gli analisti evidenziando che le azioni quotano a buon mercato.
Alla luce di ciò, ad attirare la nostra attenzione per puntare sul titolo in ottica non prettamente rialzista è stato il Certificato Recovery Bonus Cap di Société Générale con ISIN DE000SF54GT0 che ha come sottostante UniCredit. Vediamo cosa dice l’analisi tecnica sul titolo quotato a Piazza Affari.
Azioni UniCredit: l’analisi tecnica
Il quadro tecnico di UniCredit appare costruttivo a Piazza Affari se si osserva l’andamento dei corsi sul grafico giornaliero. Nonostante il forte ribasso che ha caratterizzato le ultime ottave di contrattazioni, la struttura rimane ancora orientata al rialzo nel medio-lungo periodo e lo storno dei prezzi potrebbe quindi essere considerato come un’opportunità di acquisto in linea con il trend dominante.
Il rimbalzo messo a segno nelle ultime due giornate ha evidenziato un ritorno dei compratori, i quali potrebbero ora puntare verso i massimi in area 12,16 euro. La positività verrebbe meno con una violazione stabile dei 10 euro, mossa che potrebbe favorire i venditori fino alla successiva area di concentrazione di domanda a 9 euro.
Investire sulle azioni UniCredit con i Certificati
La situazione descritta sinora su UniCredit è particolarmente interessante se si guarda al Certificato Recovery Bonus Cap di Société Générale con ISIN DE000SF54GT0. Questo prodotto è stato emesso il 28 ottobre 2021 ad un prezzo di emissione di 86,75 euro ed è negoziato sul mercato SeDeX di Borsa Italiana.
Questo strumento consente agli investitori di ricevere un rimborso a scadenza di 100 euro lordi a patto che alla Data di Valutazione Finale fissata al prossimo 16 giugno 2022 (circa 7 mesi) la quotazione di UniCredit non sia mai stata uguale o inferiore a quella della Barriera, fissata a 9 euro, circa il 79% del prezzo Strike (fissato a 11,44 euro).
La Barriera è di tipo americano e continua, osservata cioè con riferimento a qualsiasi valore del sottostante rilevato durante il Periodo di Osservazione, che va dalla data di emissione del prodotto fino alla Data di Valutazione Finale (inclusa).
Al momento della scrittura il Certificato quota ad un prezzo ask di 87,15 euro (guadagno lordo potenziale del 14,74% in circa 7 mesi), mentre le azioni UniCredit veleggiano circa il 19% al di sopra della Barriera. Al contrario, se durante il Periodo di Osservazione il prezzo del sottostante è stato almeno una volta uguale o inferiore alla Barriera posta a 9 euro, potranno verificarsi due scenari:
1 - Se il prezzo delle azioni UniCredit alla Data di Valutazione è uguale o superiore al Cap (13 euro), si riceverà un Importo di Rimborso pari all’Importo Massimo (100 euro).
2 - Se il prezzo delle azioni UniCredit alla Data di Valutazione è inferiore al Cap (13 euro), si riceverà un Importo di Rimborso pari al prodotto tra l’Importo di Calcolo di 88 euro e la performance di UniCredit.
La performance sarà calcolata dividendo il prezzo del sottostante alla Data di Valutazione per lo Strike (11,44 euro). In questo scenario si potrà incorrere in una perdita del capitale investito nel caso in cui l’Importo di Rimborso sia inferiore al prezzo di acquisto del certificato.
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