ACEPI, acronimo con cui viene indicata l’Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento, ha comunicato i risultati del primo trimestre 2021 relativi al collocamento dei certificati di investimento da parte degli emittenti associati. Vediamo i dettagli salienti.
ACEPI: ritorna la propensione al rischio
Dall’analisi del mercato primario condotta nel primo trimestre 2021 è emerso che i volumi complessivi di 2.271 milioni di euro collocati dagli emittenti ACEPI risultano superiori del 12% rispetto al quarto trimestre 2020 e in linea con la media degli ultimi due trimestri dell’anno scorso. Il dato evidenzia un parziale recupero del comparto, dopo il rallentamento che ha caratterizzato la seconda metà del 2020.
L'avversione al rischio degli investitori osservata nel secondo trimestre del 2020 (75% dei prodotti a capitale protetto rispetto al 25% dei prodotti a capitale condizionato) è stata seguita da un aumento della propensione al rischio a partire dal quarto trimestre (63% contro il 36%), segnando un minimo relativo nell’ultimo trimestre dello scorso anno (48% contro 51%).
Nel primo trimestre 2021, questa tendenza ha subito un’inversione, l'avversione al rischio si sta riducendo, dal momento che i volumi collocati dei prodotti a capitale condizionatamente protetto risultano quasi doppi rispetto a quelli a capitale protetto (64% contro 33%).
Per quanto riguarda i payoff, i Digital (59%) sono stati preferiti agli Equity Protection (30%) nei certificati a capitale protetto, e i Cash Collect e i Bonus (rispettivamente 52% e 29%) sono stati i prodotti maggiormente emessi, seguiti dagli Express (19%), invertendo così il trend osservabile nell'ultimo trimestre del 2020, con i Cash Collect e gli Express rispettivamente al 39% e al 38%, seguiti dai Bonus Cap al 22%.
ACEPI: gli effetti del Covid-19 sui certificati
Più in generale, l’andamento del mercato azionario ad inizio pandemia, soprattutto nei mesi marzo e aprile 2020, ha avuto due effetti principali:
- Stimolare i volumi di mercato secondario, principalmente di strumenti a leva, sia con finalità di hedging di portafoglio sia speculativa ribassista
- Far toccare molte barriere di certificato d’investimento, con conseguente diminuzione di reattività di questi prodotti e relativo ingessamento dei portafogli (minori eventi di autocallability e minore switch sul secondario).
Questo ha avuto anche l’effetto sul mercato primario, diminuendo la propensione al rischio degli investitori che hanno quindi preferito strumenti a capitale protetto rispetto a quelli a capitale condizionatamente protetto.
Successivamente il mercato è rimbalzato, i tassi sono scesi ulteriormente in territorio negativo, avendo un duplice effetto. Sul secondario i volumi si sono stabilizzati su valori normali e tendenzialmente in discesa per mancanza di volatilità.
Sul primario i prodotti protetti hanno allungato molto le scadenze, per via del costo della protezione con gli attuali rendimenti negativi, pertanto si è tornato a prediligere i capitali condizionatamente protetti. Da qui il proliferare di strutture worst of con conseguente aumento del rischio per gli investitori.