Bitcoin si riporta in zona 21.000 dollari, vedremo se questa volta verranno superati i massimi a 22.527 dollari toccati l’8 luglio. L’eventuale ripresa dei mercati nel breve termine potrebbe essere sancita dal superamento dei 23.000 dollari con volumi; tuttavia, sui livelli superiori potrebbero aprirsi anche nuove occasioni di posizionamenti al ribasso.
Il mercato sembra credere nella ripresa, con una capitalizzazione tornata sopra i 936 miliardi di dollari e una dominance che si abbassa sotto al 43%, iniziando a lasciare un po’ di spazio anche agli asset più a rischio ed evidenziando una maggiore fiducia degli investitori. Non bisogna perdere di vista la tendenza del medio periodo, che per il momento non ha ancora dato nessun segnale di inversione e rimane ribassista.
Le principali altcoins mostrano ottimi segni di ripresa nella giornata di oggi, senza nessun segno negativo e con alcuni rialzi importanti come quelli di Quant (QNT) con il 22,9%, Compound (COMP) +21,3%, Aave (AAVE) +16,8%, Curve (CRV) e Convex Finance (CVX) entrambe oltre il +15%. Vediamo le principali notizie di giornata.
La dichiarazione di fallimento di Celsius evidenzia un deficit di $1,2 miliardi
L’istanza di fallimento presentata il 14 luglio da Celsius ha evidenziato un ammanco di circa 1,2 miliardi di dollari nei conti della piattaforma di prestiti in criptovalute. I dati per niente incoraggianti mostrano 4,3 miliardi di attività contro 5,5 miliardi di passività, quest’ultima per lo più costituita dai depositi degli utenti.
L’attivo di Celsius è costituito da token CEL per un valore di circa 600 milioni di dollari, attività di mining per un valore di circa 720 milioni e 1,75 miliardi in risorse crittografiche. Tuttavia, il valore dei token CEL detenuti dalla società ha destato molti sospetti, visto che secondo la piattaforma di analisi Coingecko la capitalizzazione di mercato dovrebbe essere di appena 330 milioni.
Tra le criptovalute detenute ci sono anche 410421 Lido Staked ETH(stETH), per un valore di circa 479 milioni di dollari, che potranno essere riscattati solo quando avverrà il Merge su Ethereum previsto entro la fine dell’anno. Appellandosi alla procedura fallimentare del Capitolo 11 negli USA, la società che richiede protezione rivendica la proprietà di tutti i beni. Per questa ragione sono in molti a pensare che i clienti potrebbero non riavere tutti, o addirittura nessuno, dei propri fondi in caso di fallimento conclamato.
Circle pubblica lo stato delle riserve di $55,7 miliardi di USDC
Durante i grandi ribassi sul mercato delle criptovalute anche Circle, l’emittente di USDC, non è stata immune da polemiche inerenti all’effettiva presenza degli asset denominati in dollari in grado di garantire il valore della propria stablecoin. Oggi è stata pubblicata per la prima volta la ripartizione completa dei beni detenuti dalla società al 30 giugno, con una mossa per diffondere maggiore trasparenza ed aumentare la fiducia nell’emittente.
Un’operazione simile è stata fatta anche da Tether lo scorso maggio; tuttavia, il report di Circle è decisamente più dettagliato. Le riserve di Circle dietro a 55,7 miliardi di USDC sono composte da 42,12 miliardi di dollari in titoli del Tesoro degli Stati Uniti a breve termine e 13,58 miliardi di dollari in contanti detenuti banche ed istituti finanziari regolamentati nel paese.
Attualmente la scadenza media dei Titoli del Tesoro è di 43,9 giorni e vengono sottoscritti esclusivamente quelli con scadenza a 3 mesi. Le riserve sono in conti segregati a beneficio dei detentori di USDC, quindi completamente separati dai fondi utilizzati per la normale operatività dell’azienda. Un mese fa Circle ha emesso anche EUROC, una nuova stablecoin basata sull’euro.
I costi di mining raggiungono i minimi di 10 mesi grazie ai macchinari più efficienti
Estrarre Bitcoin costa meno di 10 mesi fa, sia a causa dell’immissione sul mercato di nuovi hardware più efficienti, sia per la riduzione della difficoltà del 6,7% dovuta ad un probabile abbandono di alcuni operatori. Queste buone notizie aiutano il settore in un momento di difficoltà, visto che proprio recentemente i costi di estrazione hanno superato per oltre un mese il prezzo di mercato.
Attualmente estrarre un Bitcoin costa circa 13000 a fronte dei 24000 che erano necessari all’inizio di giugno. Questo è il costo più basso registrato a partire da settembre 2021 e contribuirà a ridurre la pressione di vendita dei minatori, che potrebbero decidere di conservare qualche asset anziché venderli tutti per far fronte alle spese.
Secondo l’Università di Cambridge, il consumo energetico della rete Bitcoin è sceso a 9,59 Gigawatt, il 40% in meno rispetto al picco di domanda del 2022 di quasi 16 GW. Secondo Asicminervalue, il Bitmain Antminer E9, appena rilasciato questo mese, è una delle unità più efficienti sul mercato e dovrebbe essere imminente anche l’uscita dei nuovi chip realizzati da Intel.
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