Bitcoin è in bilico sulla zona di supporto dei 20.000 dollari. Tale livello fu il massimo registrato nel dicembre 2017, mentre nell’ottobre 2020 si dimostrò un tenace ostacolo durante la salita, la cui rottura al rialzo diede inizio alla “bull run” più recente. Si tratta quindi di un livello chiave, che tocchiamo per la terza volta nella storia di Bitcoin.
In molti si aspettano una tenace resistenza dei 20.000 dollari, tuttavia l’approdo così veloce in queste zone non lascia presagire nulla di buono. I segnali pesantemente negativi provenienti dalle criptovalute sono tanti, come ad esempio il collasso di LUNA e UST di un mese fa e la recente sospensione dell’operatività su Celsius. A questi bisogna aggiungere il conflitto in Ucraina, la crisi delle materie prime, l’inflazione galoppante e le contromisure delle banche centrali, che potrebbero portare ad una recessione dell’intera economia globale.
Per la situazione macroeconomica che stiamo vivendo, potremmo tranquillamente trovarci di fronte ad un mercato ribassista ben peggiore di quello vissuto nel 2018, sia per entità dei ribassi che per durata. Un rimbalzo dopo un’estensione al ribasso del 55% in 3 mesi sarebbe quasi dovuto, ma anche se si dovesse verificare non bisogna dimenticare che il “bear market” potrebbe essere solo all’inizio.
83.000 Bitcoin inviati agli exchange, dato mai registrato dal 2018
I dati forniti dalla piattaforma di analisi CryptoQuant suggeriscono che le vendite potrebbero non essere finite. Gli influssi di criptovalute che si sono registrati lunedì sui 21 principali exchange hanno raggiunto i massimi dal 2018. Sono stati spostati più di 83.000 nuovi Bitcoin sulle piattaforme di scambio in un solo giorno, probabilmente destinati alla vendita.
Il nervosismo che si respira sul mercato non è svanito nemmeno nella giornata di ieri, dove il bilancio netto in ingresso ha raggiunto 59376. Nel 2018, esattamente un mese dopo il record di afflusso sugli exchange pari a 83481 Bitcoin, vennero toccati i prezzi minimi di mercato a 3100 dollari, l’84% in meno rispetto ai massimi precedenti.
Se la storia dovesse ripetersi con un calo della stessa entità, potremmo arrivare a 11000 dollari. Le maggiori vendite sono avvenute per mano di balene su Binance ed FTX. I dati mostrano grandi volumi sui Futures e strumenti derivati. Il detto “sell in may and go away” (vendi a maggio e vai via) non è mai stato così azzeccato come quest’anno.
Insider trading sugli exchange: la SEC apre un’indagine
La Securities and Exchange Commission (SEC) ha aperto un’indagine negli Stati Uniti per prevenire l’insider trading all’interno degli exchange. Effettivamente, con i dati in possesso dei maggiori scambi di criptovalute possono essere estratti dati molto utili a prevedere le possibili fluttuazioni di prezzo.
È stata inviata una lettera a diversi exchange in cui si chiede di documentare quali siano le politiche messe in atto dalle società per proteggere i propri clienti da fenomeni di questo tipo. Il 3 giugno è nato un dibattito anche nel mondo dei token non fungibili (NFT), in seguito alle accuse di insider trading rivolte a Nathanial Chastain, product manager del mercato OpenSea.
Il disegno di legge chiamato “Digital Commodity Exchange Act” potrebbe revocare la giurisdizione della SEC sulle questioni inerenti alle criptovalute, in favore della Commodity Futures Trading Commission (CFTC). Tuttavia, questo non ha impedito alla SEC di avviare le indagini, che secondo i funzionari verranno portate a termine nel più breve tempo possibile.
Coinbase annuncia licenziamenti per il 18% del personale
Coinbase, il maggior exchange degli Stati Uniti quotato in borsa lo scorso anno, ha annunciato l’intenzione di ridurre il proprio organico del 18%. A dare la notizia è stato il CEO Brian Armstrong, che ha indicato l’inizio della recessione economica come la principale causa alla base della “difficile decisione”.
“Sembra che stiamo entrando in recessione dopo un boom economico di oltre dieci anni. Una recessione potrebbe portare a un altro inverno crittografico e potrebbe durare per un lungo periodo". Armstrong ha spiegato che per l’esperienza fatta da Coinbase nelle precedenti occasioni di crollo dei mercati dal 2012 ad oggi, si aspetta una diminuzione significativa delle entrate commerciali.
Secondo l'annuncio, tutti i dipendenti in partenza riceveranno supporto nella ricerca di un nuovo ruolo, incluso un minimo di 14 settimane di licenziamento e quattro mesi di assicurazione sanitaria negli Stati Uniti. Purtroppo, Coinbase non sarà l’unica realtà del settore che dovrà affrontare le conseguenze di un mercato altalenante e ancora poco stabile come quello delle criptovalute.
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