Il 2023 dei mercati finanziari finora ha registrato un andamento duale: nella prima parte i listini hanno capitalizzato le buone notizie arrivate negli ultimi mesi (la riapertura cinese, il calo dei prezzi del gas in Europa e la resilienza delle economie sulle due sponde dell’Atlantico) e la speranza di una minore aggressività da parte delle banche centrali.
Da qualche settimana è iniziata una seconda fase, in cui le indicazioni arrivate dall’inflazione statunitense (confermate ieri dai numeri relativi i prezzi al consumo di Francia e Spagna) hanno reso evidente che la lotta contro il carovita è ancora lunga.
In controtendenza rispetto ai listini azionari, il rendimento del Treasury a 10 anni prima ha prezzato l’alta propensione al rischio portandosi al 3,37% (18 gennaio), poi è salito su livelli maggiori rispetto a quelli toccati ad inizio anno.
JP Morgan: siamo di fronte ad una seconda opportunità
L’evoluzione dei rendimenti del titolo USA (che attualmente rende il 3,938%), riporta il Bond Bulletin di J.P. Morgan Asset Management, “è stata determinata in ampia misura da una rivalutazione delle tempistiche di una recessione da parte degli investitori e da una nuova riflessione sul percorso che seguiranno i tassi statunitensi”.
Nell’attuale fase i mercati stanno scontando una recessione “in ritardo” che permetterebbe alle maggiori banche centrali di proseguire le strette sul costo del denaro. Accantonata l’idea di un primo taglio dei tassi nel 2023, al momento gli operatori scontano che la Federal Reserve incrementi i tassi di 25 punti base nelle prossime tre riunioni (marzo, maggio e giugno).
Per gli investitori che si sono lasciati sfuggire l’occasione di esporsi all’obbligazionario a inizio anno, “questo recente sviluppo del mercato offre una seconda occasione di entrare nel segmento a valutazioni storicamente interessanti”, riporta lo studio di JPM AM.
Il momento favorevole dell’economia mondiale, che finora ha reagito bene alle cure da cavallo imposte da Fed e BCE, potrebbe obbligarle a mantenere i tassi a livelli più elevati per un tempo più lungo. “Gli investitori farebbero bene a tenere presente che i rendimenti attuali offrono un punto di ingresso interessante nel mercato obbligazionario, specie nei segmenti di alta qualità, come il credito Investment Grade”.