La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company ha aumentato l'investimento in Arizona
da 12 a 40 miliardi di dollari. La comunicazione ufficiale verrà data oggi durante la visita del nuovo stabilimento di Phoenix a cui parteciperà il Presidente degli Stati Uniti,
Joe Biden. Secondo alcuni funzionari della Casa Bianca e persone vicine a TSMC, la società annuncerà i piani per la costruzione di un
secondo impianto di semiconduttori che produrrà chip più avanzati, a partire dal 2026. Due anni prima, nel 2024, dovrebbe invece iniziare l'attività del primo impianto di Phoenix.
Nel corso del suo intervento Biden confermerà che gli USA intendono aumentare la produzione nazionale di chip, per sganciarsi dalla dipendenza cinese e risolvere i problemi alle catene di approvvigionamento. Si tratta di un piano che si inserisce nell'ambito del Chips and Science Act approvato questa estate, che prevede 52 miliardi di dollari in termini di sussidi, prestiti e crediti d'imposta per i produttori di semiconduttori nel territorio statunitense.
TSMC: quali effetti produrrà l'investimento per gli Stati Uniti
Quello di TSMC è uno dei più grandi investimenti stranieri nella storia degli Stati Uniti e il più grande nello Stato dell'Arizona. Gli impianti permetteranno di soddisfare la gran parte della domanda annuale statunitense di chip di 600 mila wafer all'anno, secondo Ronnie Chatterji, vicedirettore del Consiglio economico nazionale per la politica industriale. "Su larga scala, queste due fabbriche quando saranno completate potrebbero soddisfare l'intera domanda statunitense di chip. Questa è la definizione di resilienza della supply chain. Non dovremo fare affidamento su nessun altro per produrre i chip di cui abbiamo bisogno", ha affermato.
Gli stabilimenti spingeranno l'economia dell'Arizona, che si è ripresa egregiamente dalla pandemia. Nel 2020 il tasso di disoccupazione aveva raggiunto il 6,5%; mentre ora è al 3,2%. L'economia dello Stato ha avuto una crescita nel 2021 del 6,3%, record degli ultimi 16 anni.
Alcuni dubbi sull'investimento di TSMC
Secondo alcuni esperti del settore, i nuovi impianti non rappresentano una soluzione definitiva al problema chip. Questo perchè i nuovi stabilimenti non saranno in grado di produrre chip all'avanguardia del tipo utilizzato sui nuovi modelli di iPhone. Inoltre, la situazione potrebbe destabilizzarsi nel caso in cui la Cina dovesse invadere Taiwan.
Secondo Patrick Chen, capo della ricerca presso CLSA a Taiwan, "la percentuale di chip prodotti negli Stati Uniti che potrebbero fornire ai clienti sarebbe forse il 15% del totale". Tra l'altro, cercare di costruire la capacità più avanzata al di fuori di Taiwan rischierebbe di mettere in discussione il modello operativo di TSMC. "Non avrebbe alcun senso economico. L'ultima tecnologia esce dal loro centro di ricerca e sviluppo a Hsinchu e viene messa in produzione di massa. Replicarlo negli Stati Uniti gonfierebbe significativamente i costi. Non avrebbero alcun incentivo a farlo. Quindi chi pagherebbe il conto?".