Uno dei punti più controversi dell’accordo che ha portato all’acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS rappresenta il trattamento riservato ai detentori dei bond AT1 dell’ex seconda banca elvetica.
Pensati per aiutare il capitale di vigilanza, i bond AT1 del Credit Suisse, del valore di 16 miliardi di franchi, sono stati azzerati. Se quindi gli azionisti hanno pagato un conto salato, a fronte di una chiusura a 1,86 franchi di venerdì scorso hanno incassato 0,76 franchi in azioni UBS, ai detentori delle obbligazioni Additional Tier–1 è andata decisamente peggio.
Come abbiamo già visto nell’articolo relativo l’accordo per il salvataggio del Credit Suisse, in questa vicenda le obbligazioni sono risultate più rischiose delle azioni ( Salvataggio Credit Suisse: sì all’acquisizione da parte di UBS).
Cosa sono le obbligazioni AT1?
Nate nel 2013 in risposta alle critiche per l’utilizzo dei fondi pubblici per i fallimenti bancari, le obbligazioni Additional Tier–1 sono strumenti di debito che svolgono il ruolo di “cuscinetto” in circostanze estreme.
Sono bond la cui caratteristica principale è quella di partecipare all'assorbimento delle perdite della banca quando gli indici patrimoniali dell'istituto scendono sotto un certo livello (il loro nome prende proprio spunto dall’indice di patrimonializzazione Tier 1). Gli AT1 presentano un merito di credito inferiore rispetto all’entità che li emette e, di conseguenza, una cedola più elevata. Si tratta di titoli “perpetui” che non vengono mai rimborsati se non, eventualmente, a discrezione dell'emittente.
Quella presa dalla Commissione che regola i mercati finanziari svizzeri, la Finma, rappresenta una decisione legittima ma che comunque lascia l’amaro in bocca. “La Finma ha certamente sorpreso con la modifica della legge fatta da un giorno all'altro e con il capovolgimento della seniority della struttura del capitale”, ha commentato Davide Serra, Ceo del fondo Algebris.
AT1: il comunicato della BCE
Dato che il mercato degli AT1, come rileva Bloomberg, negli anni ha raggiunto dimensioni significative ed oggi si attesta a 275 miliardi di dollari, l’azzeramento dei bond AT1 del Credit Suisse sta spingendo al ribasso questo mercato ed anche i titoli azionari dei finanziari, che hanno questi strumenti a bilancio e che potrebbero detenere i titoli annullati dalla Finma.
Per provare a calmare le acque, la Vigilanza BCE, l'EBA (European Banking Authority) e il Single Resolution Board (SRB) hanno emesso una nota congiunta per rimarcare le regole stabilite in Europa nei casi di crisi e l'ordine in base al quale gli azionisti e i creditori di una banca in dissesto dovrebbero sopportare le perdite.
Nell’accogliere “con favore” le misure prese dalle autorità svizzere “per garantire la stabilità finanziaria”, e nel confermare che “il settore bancario europeo è resistente, con solidi livelli di capitale e liquidità”, le autorità europee hanno ribadito “l'ordine in cui gli azionisti e i creditori di una banca in difficoltà devono sostenere le perdite”.
“Gli strumenti di common equity sono i primi ad assorbire le perdite e solo dopo il loro completo utilizzo sarà richiesta la svalutazione del Tier 1 aggiuntivo. Questo approccio è stato applicato coerentemente nei casi passati e continuerà a guidare le azioni della SRB e della vigilanza bancaria della BCE negli interventi di crisi”. L’Additional Tier–1 “è e rimarrà una componente importante della struttura patrimoniale delle banche europee”.
“Stiamo monitorando, dobbiamo capire se riguarda le nostre banche in particolare. Nei prossimi giorni saremo in grado di dare qualche segnale”. Questo il commento reso dalla vice direttrice generale della Banca d'Italia, Alessandra Perrazzelli.