- Calo dei contagi nei principali paesi colpiti dall'epidemia e borse ben intonate;
- Unicredit prevede una contrazione per l'economia mondiale con esplosione del debito;
- L'Eurogruppo prepapara una potenza di fuoco da 1.000 miliardi per fronteggiare l'emergenza.
Le Borse europee nella mattinata di oggi procedono al rialzo e i Future americani segnano +4%. I mercati sembrano ignorare i pessimi dati sul lavoro americano di venerdì che hanno registrato la perdita di 700 mila posti di lavoro e un tasso di disoccupazione al 4,4%. A dar conforto agli investitori il lieve miglioramento dei numeri sui contagi da Coronavirus in alcuni Paesi come l'Italia, la Spagna e gli USA che fanno ben sperare per l'inversione della curva epidemica e le parole di Donald Trump di questo weekend. L'inquilino alla Casa Bianca si è mostrato fiducioso circa la possibilità che il numero di morti possa calare nelle prossime settimane e che le aziende possano riaprire presto l'attività. Anche il presidente della FED di Saint Louis, James Bullard, ha detto che gli Stati Uniti ripartiranno presto perché ogni cittadino americano sarà certificato dalle autorità sanitarie e se negativo al test potrà tornare a lavoro, mentre in caso di positività verrà messo in isolamento. Tutto questo si aggiunge alla buona notizia di venerdì scorso che la BEI ha avallato un piano da 200 miliardi a sostegno delle imprese dei 27 paesi dell'Eurozona.
Unicredit: per Italia, Francia e Germania crollo del PIL a doppia cifra
Il clima di leggero ottimismo di queste ore non è in sintonia con le previsioni di Unicredit per il futuro dell'economia europea e mondiale. In un report rilasciato nella giornata di ieri, la seconda banca italiana per capitalizzazione stima per il 2020 una contrazione del PIL mondiale del 6% e una crescita dell'8,6% nel 2021. A farne maggiormente le spese saranno i Paesi dell'area mediterranea che sono maggiormente indebitati, come Italia, Spagna e Grecia. Il nostro Paese vedrebbe un crollo del 15% nel 2020 salvo poi recuperare 6 punti nel 2021, ma con una crescita esponenziale del deficit fino al 12,20% e quindi del debito pubblico che arriverebbe al 167% del PIL. Già nel precedente report di marzo la capo economista di Unicredit, Loredana Maria Federico, aveva avvertito di uno shock sia sul lato della domanda che su quello dell'offerta che avrebbe interessato il Belpaese. Soprattutto a partire dai dati sulla produzione industriale e sul commercio che saranno pubblicati tra pochi giorni e dove sarà fatta maggiore chiarezza sull'impatto che l'epidemia avrà sui nostri settori. Per avere una visione più completa bisognerà invece aspettare i dati sul PIL del 30 aprile. Le Regioni che più risentiranno della contrazione saranno quelle maggiormente produttive come Lombardia e Veneto che insieme pesano per il 30% del PIL e che sono state più delle altre falcidiate dal contagio. Secondo gli analisti di Unicredit nemmeno Francia e Germania verrebbero risparmiate dallo Tsunami. I transalpini si troverebbero a fronteggiare un debito pubblico che sfonda la soglia del 100% e arriverebbe nel 2021 fino al 123%, con il PIL in diminuzione del 13,8%. Mentre in Germania il calo della crescita sarebbe appena più contenuto (-10%).
Uscendo dai confini europei, l'economia americana nel primo semestre dovrebbe subire un tracollo del 25%, in linea con le previsioni più nere che negli ultimi giorni hanno fatto gli analisti di Goldman Sachs e di Bank of America. Il recupero avverrebbe solo nella seconda parte del 2020 grazie alle misure fiscali e monetarie messe in campo dall'asse Trump-Powel e alla riapertura delle attività. L'anno si chiuderebbe comunque con un -10%. Migliore sarebbe la situazione in Cina che è stata la prima ad essere colpita dal virus e quindi la prima a muoversi con le contromisure draconiane di contenimento. Il Dragone dovrebbe terminare il 2020 con un +0,6% per via del fatto che la base di partenza era di un PIL molto più alto rispetto agli altri Paesi. Nel 2021 ci sarebbe un rimbalzo poderoso con una crescita cinese che si aggirerebbe intorno al 10%.
Cosa potrebbero fare le istituzioni per frenare l'inevitabile discesa
Se Unicredit definisce questa come la madre di tutte le recessioni, la depressione economica sarà un fatto che non si può arrestare ma solo cercare di limitare. Proprio Federico a marzo aveva giudicato di fondamentale importanza il lavoro del Governo Conte orientato a sollecitare la Commissione Europea a una maggiore flessibilità riguardo gli aiuti. La BCE è noto che dopo il tentennamento iniziale ha fatto la sua parte, mentre a Bruxelles ancora ci si perde in mille rivoli burocratici. A questo riguardo la riunione del prossimo Consiglio Europeo dopo Pasqua darà delle indicazioni decisive sulle intenzioni dell'UE e potrà essere l'occasione per mostrare una vera identità e unità di intenti che non ha mai evidenziato. Sul tavolo vi sarà un piano da 1.000 miliardi di euro che si andrebbero ad aggiungere a una pioggia di miliardi che sono state già messe sul piatto dalle varie istituzioni: 750 dalla BCE, 100 dal programma SURE della Commissione Europea, 200 dalla BEI, 240 dal Fondo ESM e 400 dal Fondo d'Emergenza. Intanto domani i Ministri delle Finanze si incontreranno in teleconferenza per preparare il terreno. Chissà che questa non sia davvero la volta buona.