La Russia si sta preparando a disconnettersi dalla rete internet globale. La notizia è stata riportata dal media bielorusso Nexta TV ed è stata successivamente riportata su tutti i siti mondiali. “Entro l'11 marzo tutti i server e domini devono essere trasferiti nel territorio russo”, si legge nel tweet di Nexta.
Inizialmente, a confermare la notizia, seppur parzialmente, è stato anche un profilo attribuibile ad Anonymous, gruppo hacker molto attivo nelle ultime settimane nel tentativo di limitare la voce propagandistica russa mostrando alla popolazione video di ciò che sta realmente accadendo in Ucraina.
Allegato al tweet di Nexta c'è il documento apparentemente ufficiale firmato dal Ministero russo delle Comunicazioni in cui vengono descritti i particolari della decisione e indicati i passaggi che tutti gli enti statali devono seguire per trasferirsi sulla rete “sovrana” russa.
Poi è arrivata la smentita: il Ministero della Sicurezza Digitale russo ha negato le indiscrezioni riportate da Nexta TV. "Ci sono continui attacchi informatici ai siti russi dall'estero. Ci stiamo preparando per diversi scenari. Non ci sono piani per disconnettere Internet dall'interno".
Se la smentita da parte del Ministero fosse falsa, sarebbe evidente l'intenzione del presidente russo, Vladimir Putin, di avere il pieno controllo di internet limitando e controllando la circolazione delle informazioni online. Nessun contatto con l'esterno significa zero rischio di interferenze e possibilità di diffondere con maggiore libertà ed insistenza notizie di propaganda.
RuNet: cos'è, nascita e sviluppo dell'internet russo
La Russia stava lavorando sul suo internet “sovrano” già dal 2019, quando nacque RuNet per difendersi da potenziali cyber-attacchi provenienti dall'estero. Tra il 15 giugno e il 15 luglio 2021 il Paese ha collaudato in maniera ufficiale la sicurezza di RuNet.
Un articolo pubblicato su Tass, l'agenzia di stampa ufficiale russa, a dicembre di quell'anno parlava di "esercitazioni completate con successo riguardo la stabilità della rete" e di intenzione di "mantenere efficacemente l'integrità del segmento russo di internet in caso di minacce".
Diversi esperti e politici temono che la volontà di disconnettersi dalla rete globale sia prologo di un imponente attacco a internet che la Russia starebbe preparando per colpire i Paesi occidentali. Inoltre, con RuNet la Russia risulterebbe essere completamente protetta da attacchi hacker provenienti dai membri NATO.
Ai test di RuNet hanno partecipato tutti i principali operatori di telecomunicazioni russi: MTS, Tele2, Beeline, Megafon, così come Rostelecom, Transtelecom e ER-Telecom Holding. L’obiettivo era verificare se la rete avrebbe potuto funzionare in caso di cyberattacco o blocco da parte di uno Stato ostile.
Ma la vicenda attorno a RuNet fa parte di una più grande prassi che negli ultimi anni è stata sviluppata in modo scrupoloso dal Cremlino. Già nel dicembre 2019 erano stati condotti dei test a Mosca, Rostov, Vladimir e in altre città russe per consentire agli operatori e alle agenzie governative di verificare la sicurezza dei dati personali degli utenti, così come quella delle compagnie energetiche e finanziarie.
Il termine “RuNet” è stato coniato in Israele nella primavera del 1997 da un israeliano di lingua russa di Baku (Azerbaigian), il blogger Raffi Aslanbekov noto in Russia anche come "il prozio", autore di un blog. Il termine fu reso popolare dai primi utenti di Internet ed è stato incluso in diversi dizionari, incluso il dizionario di ortografia dell'Accademia delle scienze russa nel 2001.
Molti funzionari del governo russo usano attivamente questo termine come sinonimo di Internet in Russia, cioè per le infrastrutture di Internet soggette alle leggi russe (comprese le leggi sulla censura, sul diritto d'autore ecc.), ma la comunità online russa non supporta questo uso del termine poiché milioni di utenti usano la lingua russa su Internet pur vivendo fuori dalla Russia.
Internet, RuNet: la Russia sarà isolata come la Cina?
La differenza principale tra il “Runet sovrano” e il Great Firewall della Cina sta nella loro architettura, così come ha spiegato a Znak.com Mikhail Klimarev, direttore esecutivo dell'organizzazione no-profit Internet Protection Society.
In Russia i sistemi di filtraggio e di gestione del traffico sono installati sulle linee degli operatori di telecomunicazioni, mentre in Cina si trovano invece al confine tra il Paese e il resto del mondo. In Cina Facebook e altri popolari social network non funzionano, ma se anche si rompessero i sistemi di filtraggio, Internet continuerebbe a funzionare. La Russia invece si troverebbe ad affrontare tempi morti in tutto il Paese.
Abbandonare Internet porterebbe quindi seri problemi a un Paese che ne sta già attraversando molti altri. Per ora, se si vuole credere alla smentita del Ministero della Sicurezza Digitale, il governo russo non starebbe pensando di isolarsi completamente ma solo parzialmente.