- Roubini elenca i cigni bianchi che minacciano l’economia mondiale
- A differenza dei cigni neri (eventi catastrofici imprevisti), quelli bianchi sono visibili a tutti
- Geopolitica e cambiamenti climatici ed elezioni presidenziali statunitensi sono tra questi
Nel 2008 aveva previsto la crisi mondiale che si è poi abbattuta sui mondiali, oggi, Dr Doom, alias Nouriel Roubini, dice la sua su quanto sta accadendo nel mondo con il coronavirus. E non solo quello.
I cigni bianchi di Roubini
Infatti l’economista, ora professore di economia alla Stern School of Business, si pronuncia anche su molti altri elementi che rischiano di far deragliare l'economia mondiale. Li chiama cigni bianchi per distinguerli dai cigni neri citati dall’investitore Nassim Taleb e che voleva indicare con l'espressione, alcuni eventi imprevedibili e di grande impatto. Roubini, invece, chiama appositamente cigni bianchi proprio tutti quegli eventi che, sotto gli occhi di tutti, sono fattori evidenti per scatenare una crisi mondiale.E in questo caso i cigni bianchi sono tanti. Troppi.
Tensioni ed elezioni oltre il coronavirus
A cominciare dalle tensioni internazionali che hanno caratterizzato l’ultima parte del 2019 per finire alle elezioni presidenziali statunitensi che invece contraddistingueranno l’ultima parte del 2020. Ovviamente, al centro di tutto, non poteva mancare l’epidemia di coronavirus che sta minacciando i sistemi produttivi di intere nazioni e che porta al delinearsi di una possibile recessione mondiale. Ma a fianco di questi ci sono anche i cambiamenti climatici e la guerra informatica. Insomma, paradossalmente il catastrofismo di Roubini è solo un tassello del mosaico, uno dei numerosi “cigni bianchi” che rappresentano la sfida del prossimo decennio secondo Roubini.
I punti cardinali
Per di più i quattro punti cardinali (guerra informatica, conseguenze del cambiamento climatico, tensioni internazionali ed elezioni presidenziali) sarebbero solo un elenco puramente indicativo, stilato per far capire il contrasto tra la realtà e il clima di euforia che fino a qualche giorno fa si respirava ancora sui mercati azionari. Euforia che è crollata verticalmente con un calo sui listini che è stato favorito anche dai massimi storici registrati proprio nelle ultime settimane.
Il crollo dei mercati
Calo si è visto anche ieri. Infatti le borse internazionali hanno chiuso tutte con il segno meno. Da Piazza Affari con un -2,66% passando per Londra a -3,5% per finire poi al Dax di Francoforte a -3,1% fino al Cac 40 di Parigi con -3,3%. Anche peggio ha fatto Wall Street con il suo S&P 500 che ha visto un impressionante -4,42% esattamente come il Dow Jones mentre il Nasdaq è sceso del 4,6%. E stando alle previsioni di Roubini, il peggio potrebbe dover ancora venire.