- Per la prima volta Pechino non fissa nessun target sul Pil
- La lotta al Covid-19 resta la priorità
- Nuove tensioni tra Usa e Cina
La Cina, per la prima volta nella sua storia, non porrà nessun obiettivo sul suo prodotto interno lordo per quest’anno.
La decisione di Pechino
La decisione si è resa necessaria dopo che l’economia è stata travolta dall’eccezionalità del coronavirus. Sarà infatti questa, e nello specifico la lotta contro il Covid-19, la priorità di Pechino per questi prossimi mesi. Troppe le incertezze all'orizzonte, incertezze confermate anche da dati macro che, per quanto abbiano inviato alcuni segnali incoraggianti, restano ancora depressi. Un esempio è il -6,8% di crescita registrata nel primo trimestre di quest’anno. Da qui la necessità di doversi occupare in maniera prioritaria dell’emergenza pandemica prima che della ripresa economica.
Le misure del governo cinese
Una strategia che ha già portato le autorità cinesi a mettere in atto molte iniziative di sostegno all’economia come già fatto nel resto del mondo. Un primo passo è stato fatto con la conferma di bond governativi anti-Covid per un valore di circa 140 miliardi di dollari. Chiara la posizione espressa dal primo ministro Li Keqiang che ha dichiarato “Pechino dovrà affrontare alcuni fattori il cui sviluppo è difficile da prevedere a causa della grande incertezza riguardo la pandemia COVID-19 e il contesto economico e commerciale mondiale”. Fermi alcuni punti cardine sui quali, sempre stando alle dichiarazioni del primo ministro, Pechino continuerà a lavorare. In particolare la stabilizzazione del settore lavorativo per migliorare una disoccupazione che si aggira intorno al 5,5%.
Nuove tensioni con gli Usa
Intanto si registrano nuovi motivi di attrito con Washington. Dopo lo scambio di accuse prima sulla diffusione del virus e poi sulla gestione della crisi pandemica, potrebbe riaccendersi la crisi per Hong Kong. Le autorità cinesi, infatti, hanno deciso di promuovere una legge sulla sicurezza nazionale per l’ex colonia britannica. Si tratta di una misura, già rifiutata in passato dal Parlamento locale, che punisce ogni forma di attività di carattere secessionista o sovversivo oltre che qualsiasi forma di interferenza straniera sul territorio. Una norma che, di fatto, rafforzerebbe ulteriormente in controllo di Pechino su Hong Kong, riproponendo, quindi, nuove tensioni con Washington.