- Christine Lagarde, numero uno della Bce, avverte l’Europa
- Segnali preoccupanti dal mondo del lavoro sia in Usa che in Ue
- Serve Unità, la solidarietà è un interesse personale
Primo avvertimento di Christine Lagarde, numero uno della Bce, all’Europa disunita: le nazioni del Vecchio Continente devono collaborare e mettere in campo “politiche ottimali per far fronte ad uno shock comune di cui nessuno è responsabile”.
Ogni mese di lockdown costa il 2-3% del Pil
Anche perchè, continua la Lagarde in un editoriale pubblicato da Le Monde, il crollo del Pil (che tra l’altro lei quantifica in un 2-3% per ogni mese di lockdown) è dovuto alla richiesta dei singoli governi alle rispettive popolazioni di restare a casa. Richiesta che, allo stato attuale dei fatti, è l’unico modo per evitare con la più alta percentuale possibile, la diffusione del contagio. Ovvia conseguenza: il crollo quasi totale delle economie. Ma la necessità primaria, in questo caso, è quella di preservare i posti di lavoro anche attraverso interventi straordinari.
Preservare i posti di lavoro
Segni preoccupanti si stanno evidenziando in Europa e negli Usa. In particolare Washington deve lamentare un aumento esponenziale delle richieste di sussidi di disoccupazione, aumento che non solo supera quello registrato nella crisi del 2009 ma che si avvicina pericolosamente a quanto accaduto nel 1930. In seguito a questo, continua la Lagarde, “sia le imprese che le famiglie stanno affrontando un forte calo di reddito e una crescente ansia per il futuro”. Per riuscire a fronteggiare questa situazione serve “allineamento delle politiche di bilancio e delle politiche monetarie” aggiungendo che “ se tutti i Paesi dell'area dell'euro non si rialzeranno insieme gli altri ne subiranno le conseguenze. E' dimostrandosi solidali che si serve i propri interessi.”
Coronabond non siano un’ossessione
Una stoccata al blocco del Nord (Austria, Germania e Olanda) solo in apparenza. Infatti in un’intervista al settimanale Le Parisien conferma che i cosiddetti coronabond non devono diventare l’ossessione dei governi. E in questo caso la stoccata appare tutte per l’Italia di Giuseppe Conte. Meglio “altre forme di solidarietà europea, come una forma di spesa mutualizzata resa possibile da un bilancio condiviso o da un fondo di ricostruzione”.
Oggi altra riunione dell’Eurogruppo
Intanto oggi torna a riunirsi l’Eurogruppo dopo che ieri, reduci da una maratona di 16 ore di trattative, i r appresentanti dei ministeri della finanza dell’Unione non sono riusciti a trovare un’intesa proprio sulle forme di sostegno all’economia per fronteggiare la crisi da coronavirus. L’opposizione più forte è stata quella registrata dall'Olanda ma anche la Germania e l’Austria hanno sottolineato rispettive contrarietà.