- L’Eurogruppo non si mette d’accordo
- Olanda, Germania e Austria vs Spagna, Francia e Italia
- quali sono i problemi sul tavolo?
Nulla di fatto. Eurogruppo rinviato a domani. L’ultima occasione per l’Europa di dimostrarsi “Unione” rischia di fallire clamorosamente sulle misure di sostegno economico per affrontare l’epidemia da Coronavirus. Per riuscire ad avere più tempo e soprattutto per evitare una crisi politica anche peggio di quanto visto nel 2012, il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno ha confermato lo slittamento dei lavori a domani. Decisione che è arrivata dopo una riunione fiume che, nonostante il prolungarsi delle trattative, non ha portato nessun risultato concreto.
Le fratture
Anzi, in realtà è stata l’ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse stato bisogno, delle fratture sempre più profonde e sempre più insanabili che dividono (ma sarebbe più giusto dire hanno da sempre diviso) l’Europa. Infatti gli schieramenti sono sempre gli stessi. E sempre più netti nell’arroccarsi sulle rispettive posizioni. Da un lato Germania, Austria e Olanda decisi a bloccare qualsiasi possibile creazione di un fondo che possa raccogliere capitali attraverso l’emissione di obbligazioni garantite dagli Stati membri.
Il caso Olanda
Particolarmente interessante, come accennato, appare il caso dell’Olanda, tra l’altro al 4° posto nella classifica mondiale dei paradisi fiscali secondo i dati dell’indice Corporate Tax Haven. Come riporta il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, nel paese dei tulipani, infatti “non sono tassati dividendi e royalties generati da imprese straniere operanti in loco. Solo il 4 per cento del reale volume d’affari risulta imponibile ai fini fiscali. Secondo un rapporto della competente commissione del Parlamento europeo infatti, le politiche fiscali olandesi sarebbero responsabili di una erosione di introiti fiscali pari a 11,2 miliardi di euro, a danno degli altri Stati membri, contribuendo così all’impoverimento di quegli stessi “partner” sui quali vorrebbe imporre le proprie lezioni di vita". Aggiungendo “L'Olanda chiede rigore ma sottrae entrate tributarie agli altri Paesi europei".
Le proposte
Sul tavolo dei rappresentanti delle finanze europee, la proposta di usare un Mes “alleggerito” dalle condizioni più rigide. In questo caso si potrebbe sfruttare un possibile credito da 240 miliardi, 35 miliardi dei quali in mano all’Italia. Ma il piano in questione non è accettato dall’Italia e nemmeno dalla Francia che impone l’uso di Eurobond anche solo a scopo temporaneo. Il no di Parigi al Mes, nel caso di un rifiuto della creazione al piano Eurobond è sicuro. Un no che si unirebbe a quello di Roma, bloccando tutto. Ma il fronte del Nord trova opposizione anche in Spagna con Madrid che chiede unità nella decisione sulle misure da prendere.
Qual è il problema
Tradotto in parole semplici: i paesi del Nord preferiscono concedere un Mes comunque caratterizzato da un controllo delle spese e di cui, poi, i paesi membri dovranno singolarmente dare conto. Dal Sud, invece, si chiede un intervento comune che permetta di avanzare capitali con l’aiuto dei paesi più ricchi. Anche perché anche loro sono (e per alcuni casi, saranno) colpiti dalla pandemia. In questo caso, sottolineano i paesi del Sud, le economie più deboli rischierebbero di restare schiacciate a causa di un problema non derivante da una cattiva condotta finanziaria bensì da cause non certo imputabili a loro.