Se nel 2022 il Pil del nostro Paese farà segnare un rialzo particolarmente sostenuto (+3,9%), l’anno prossimo registrerà un incremento di appena lo 0,4%. È quanto emerge dalla pubblicazione delle “Prospettive per l’economia italiana nel 2022-2023” da parte dell’Istat. A giugno l’istituto di statistica aveva stimato un +2,8% per l’anno corrente ed un +1,9% per il prossimo. I numeri elaborati dall’Istat non sono lontani da quelli del Tesoro (+3,7 e +0,6%).
"L’Istat -ha commentato Federico Vetrella, Market strategist di IG Italia- ha dunque delineato un quadro in miglioramento per il 2022 dove, nonostante le aggressive politiche monetarie delle banche centrali, l’economia italiana ha mostrato una certa resilienza in particolare nell’ultimo mese”.
Economia Italiana 2022-23 in dettaglio
I consumi, sia nel 2022 che nel 2023, si muoveranno sostanzialmente in linea con l’andamento del Pil registrando rispettivamente un +3,7 ed un +0,4 per cento mentre l’elemento di traino dell’economia italiana sara rappresentato, sia nell’anno corrente (+10,0%) sia, in misura più contenuta, nel 2023 (+2%), dagli investimenti. “Dal lato della domanda ci si attende un ridimensionamento dei consumi condizionati dai livelli particolarmente elevati dei prezzi”, scrive l’Istat.
L’occupazione segnerà una crescita superiore a quella del Pil con un aumento più accentuato nel 2022 (+4,3%) rispetto a quello del 2023 (+0,5%); di conseguenza, il tasso di disoccupazione 2022 è visto all’8,1 mentre l’anno prossimo è stimato all’8,1%. Dall’8,2%, l’inflazione l’anno prossimo è stimata in riduzione al 5,4%.
“Lo scenario previsivo è caratterizzato da ipotesi particolarmente favorevoli sul percorso di riduzione dei prezzi nei prossimi mesi e sulla completa attuazione del piano di investimenti pubblici previsti per il prossimo anno”.
Italia: per il Pil è in arrivo un “soft landing”?
L’Istat nel complesso è abbastanza ottimista sulle prospettive dell’economia italiana, che dovrebbe confermarsi in aumento grazie alle domanda domestica.
“Le recenti stime -conclude Vetrella- fanno quindi credere che un ‘soft landing’ sia ancora possibile nonostante le innumerevoli sfide poste dallo scenario macroeconomico e geopolitico”.