Dopo un rally senza precedenti durato 11 anni, ci si chiede spesso se il mercato possa crollare davanti a una FED così presente, decisa e pronta a tutto. “Never fight the FED” e’ stata la filosofia che abbiamo più volte rimarcato nel 2019, rivelandosi sempre giusta e vincente. Sarà così anche questa volta? O ci aspetta un nuovo e più duro sell off?
Fed in versione “unlimited edition”
La serie di interventi varati dalla FED dall'inizio di questa crisi ha quasi dell’incredibile. Con azioni mirate, la Banca Centrale statunitense è intervenuta a sostegno dell’economia, con lo scopo primario di ridurre o almeno limitare ulteriori shock finanziari. E’ la FED che sta salvando il sistema USA in primis, assicurandosi al contempo che ci sia anche sufficiente liquidità all’estero per chi necessiti di dollari. Abbiamo visto in dettagli tutti gli interventi varati giorno dopo giorno, interventi che coprono non solo il sistema bancario, ma addirittura bond non investment grade, bond sull’indebitamento dei municipi ed aiuti diretti ai cittadini e alle piccole imprese. La FED ha messo sul piatto 6 trillioni di dollari in poco più di un mese. Ciò ha sostanzialmente ha eliminato i rischi finanziari del sistema USA, così come ulteriori pesanti crash. Almeno nel breve termine.
Grazie alla FED, il mercato guarda al futuro
Questa settimana è iniziata la stagione delle trimestrali USA, a cui seguirà Europa. Il mercato si attende già risultati negativi. Ciò che spesso accade in queste situazioni è che qualora i numeri pubblicati dalle societa’ dovessero rivelarsi meno peggiori delle attese (anche se usciranno parecchi scheletri dall’armadio vista la situazione in essere), potremmo assistere ad acquisti guidati dalla speranza che il primo trimestre dell’anno sia solo un brutto trimestre a cui seguiranno tempi di progressiva ripresa. Traccia di questa speranza arriva da quanto successe la scorsa settimana con la pubblicazione dei dati macro USA relativi ai Non-Farm Payroll e i jobless claims, numeri disastrosi che hanno solo portato ulteriori forti spinte agli indici azionari. Gli analisti e gli operatori guarderanno in dettaglio le azioni del board delle aziende, la gestione dei piani di buyback, le distribuzioni dei dividendi e l’entità dei licenziamenti. Vorranno assicurarsi che le imprese saranno in grado di riuscire a superare questo periodo di incertezza, per poi ripartire non appena le misure di lockdown dovessero essere tolte.
Rischi finanziari versus rischi economici
Tuttavia abbiamo sottolineato che eliminare il rischio finanziario non significa eliminare il rischio economico. Sono due cose distinte. La FED può immettere tutta la liquidità che vuole per evitare la paralisi del sistema, ma non può evitare il rallentamento della crescita, della produzione e del PIL. E’ perfettamente comprensibile che la domanda dipende dai livelli occupazionali. Se non c’è occupazione, non c’è reddito; se non c’e reddito, non ci sono consumi e risparmi. Non puoi frustare un cavallo moribondo affinché continui ad avanzare. Ecco perché il nostro focus è stato diretto sul mercato del lavoro americano, che rischia di vedere un tasso di disoccupazione superiore al 20 per cento nel 2020. Percentuali agghiaccianti che non promettono nulla di buono per il mercato finanziario.
L’importanza dei numeri
I numeri parlano da soli; questo ci ha permesso di effettuare un’analisi oggettiva, dato che le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, di tanti economisti e di societa’ d’analisi, si basano su uno scenario piuttosto positivo, caratterizzato dalla progressiva estinzione del virus ed escludono la possibilita’ di un suo ritorno. Ma sappiamo bene che la durata del virus e’ l’elemento “indecifrabile” su cui concentrarsi, perche’ da esso dipende la solidita’ dello scenario di lungo periodo.Uno scenario a "V" per i mercati puo' diventare una chimera, piu' realistico quello a "W" o "U", affinche' essi assorbano correttamente i rallentamenti economici.
Presto non resterò a casa, ma terrò le dovute distanze
Anche se si sta lavorando senza sosta alla creazione di un vaccino contro il COVID-19, è chiaro che vivremo vivremo in un mondo differente, caratterizzato da diffidenza e distanziamento sociale. Non tutto ripartirà come prima. Alcuni settori continueranno a risentire in modo marcato della presenza del rischio contagio. Tra questi quello dell’entertainment, della ristorazione ed altre società di servizi quali le compagnie aeree, le società per il trasporto marittimo, gli aeroporti, le società che gestiscono i siti di turismo e le prenotazioni aeree. Resteremo più tempo a casa. Gli acquisti si sposteranno dal canale fisico a quello online. Nel mondo del commercio sopravviveranno le attività già dotate di forti e strutturati canali per la vendita online. Le società che beneficiano di questi periodi di lockdown sono quelle che beneficiano del cambio delle abitudini delle persone. Tra queste Amazon (nuovi massimi storici), Netflix, Microsoft, le società che forniscono servizi di video-conferenza o specializzate nella consegna di cibo pronto.
Trading: i livelli chiave da seguire nelle prossime settimane
Nel contesto appena descritto abbiamo assistito a una Pasqua di resurezione, ma potremmo avere un Maggio di “passione”. La corsa dell’oro e il crollo del petrolio non è un segnale positivo per i mercati. Abbiamo dato indicazioni utili attraverso l’analisi grafica di come operare in questo rialzo e i livelli chiave da tener presente per essere sicuri che il mercato stia davvero tornando a scendere. Un aumento della volatilità e dei volumi è uno degli elementi chiave. Per completare l’analisi, abbiamo descritto le 3 fasi tecniche di un bear market comparate alle crisi precedenti, insieme alla sovrapposizione del grafico dell'indice S&P 500 sulla crisi del 1987 e del 1929, fornendo una utile guida alla creazione dei possibili scenari che arriverrano nelle prossime settimane. Attraverso la visualizzazione dei grafici di S&P 500, DAX, Oro e Petrolio WTI, abbiamo ricordato la regola d'oro del trader: seguire e non pensare, solo così sarà possibile continuare con profitto il nostro trading in un mercato che ha reso normale l'alta volatilità e le grandi escursioni giornaliere di prezzo.
Conclusioni
Se non ci saranno effetti strutturali sul sistema economico globale e il virus verrà contenuto con efficacia, allora potremmo assistere a un rinnovato mercato rialzista. In questo caso, il mercato sconterebbe semplicemente una correzione dovuta ad un unico evento che ha portato a “un incidente di percorso”. In caso contrario, la situazione potrebbe peggiorare se l'impatto del coronavirus colpisse il ciclo globale, portando l'economia americana e le altre potenze mondiali a una lunga recessione o addirittura causando una crisi strutturale. In tal caso, i tempi di recupero si amplierebbero drasticamente a 2-3 anni.
Aspetto positivo è che il mercato si muove sempre in anticipo. I governi e le banche centrali stanno intervenendo, si sta lavorando ad un vaccino, si sta scongiurando una crisi di liquidità del sistema e l’andamento del petrolio è favorevole per le imprese. Se già in estate si dovesse iniziare a parlare con maggiore insistenza di un possibile vaccino disponibile per fine anno, il mercato inizierebbe a prezzare l’uscita dal tunnel. I prossimi sei mesi saranno decisivi per capire se i mercati sono definitivamente entrati in un mercato orso.
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