I mercati azionari attendono con trepidazione i dati che oggi saranno rilasciati dal Dipartimento del Lavoro americano riguardo lo stato occupazionale degli Stati Uniti. In questo periodo storico l'andamento del mercato del lavoro ha una rilevanza particolare in virtù dello strano legame che si è creato tra i dati macro-economici e l'umore degli investitori.
Più precisamente, sembra quasi che il mercato si auguri che l'economia a stelle e strisce non dia eccessivi segnali di risveglio perché, in caso contrario, la Federal Reserve accorcerebbe i tempi per attuare il tapering sulla massa di obbligazioni che periodicamente acquista sul mercato ed effettuerebbe una stretta anzitempo sui tassi d'interesse. Infatti i risultati deludenti del mese di aprile non hanno generato affatto catastrofi sulle Borse USA, le quali anzi hanno aggiornato i record storici.
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Tuttavia, in questo mese ci sono delle cose che il mercato osserverà con la lente d'ingrandimento per capire lo stato di salute della prima superpotenza mondiale e soprattutto per testare quanto l'espansionismo fiscale e monetario delle massime Autorità dello Stato abbia prodotto il suo effetto sul mondo del lavoro. Per questo, di seguito vediamo quali sono i principali temi su cui si concentreranno gli investitori.
L'assunzione in bar e ristoranti
Questo sarà un dato molto significativo perché riflette in che misura il rimbalzo economico si stia concretizzando. In altri termini, la riapertura di bar e ristoranti si è incrociata perfettamente con la spesa al dettaglio che è tornata quasi alla normalità. Il problema è che nel settore ancora vi sono 1,6 milioni di occupati in meno rispetto al periodo pre-pandemico.
Questo è normale, dal momento in cui gli esercizi commerciali si sono dovuti arrangiare con la vendita da asporto e la consegna a domicilio. Però, nel momento in cui il numero delle persone nel locale torna ad aumentare, c'è bisogno di un crescente numero di camerieri e una crescita in tal senso darebbe un eloquente segnale di ripresa.
La richiesta delle indennità di disoccupazione
La quantità di persone che chiedono un sussidio per la disoccupazione è importante perché anticipa a grandi linee già qualche giorno prima il numero di posti di lavoro che saranno stati creati nel mese di riferimento.
Infatti i dati parziali di ieri hanno indicato che tali sussidi sono diminuiti di 385 mila unità, meno dei 405 mila del mese scorso e dei 390 mila previsti dal consensus. Una conferma oggi implicherebbe un miglioramento della forza lavoro assunta.
Un aspetto che induce alla riflessione è se i sussidi di disoccupazione tengano i lavoratori fuori dal mercato del lavoro. Rispondere a tale quesito non è semplice, perché vanno considerate attività parallele come quelle relative al tempo libero. Alcuni Stati comunque hanno annunciato di rinunciare ai benefici aggiuntivi di 300 dollari a settimana, il che ha portato a un aumento temporaneo delle ricerche di lavoro.
La composizione dei disoccupati
Durante la pandemia, un gran numero di persone è finito in licenziamento temporaneo o ha dovuto accorciare notevolmente il numero delle ore lavorate. Questo significa che non ha perso la speranza di tornare a lavorare a tempo pieno.
Quindi in teoria, se l'economia è in ripresa e le attività tornano a funzionare, non sarà difficile per i datori di lavoro richiamare quelle persone che hanno dovuto temporaneamente mettere in stand-by.
Una crescita in questa direzione, con la riduzione delle casse integrazioni e del lavoro part-time a beneficio di quello a tempo pieno, vorrebbe dire che il rimbalzo dell'economia è stato cospicuo e si è riflesso sulla modalità occupazionale.
Occupati nel settore auto
Il settore auto è considerato un comparto chiave in questo preciso momento storico, in quanto meno dipendente dai fattori strettamente legati alla pandemia. O meglio, attualmente i produttori stanno affrontando il delicato problema che riguarda la carenza dei chip, per cui hanno dovuto chiudere parecchi stabilimenti. Per questa ragione ad aprile sono stati persi circa 27 mila posti di lavoro nel settore.
La questione è parecchio critica e difficilmente potrà migliorare nel breve, poiché tutto ciò non dipende da una crisi della domanda di auto, la quale anzi è in continua crescita, bensì da una riduzione forzata dell'offerta.
Se con i risultati di oggi vi dovessero essere dei miglioramenti, allora significherà che l'industria automotive sta riprendendo ad assumere e ciò la metterebbe sotto una luce diversa agli occhi degli investitori.