La recente emergenza siccità ha messo in luce l’importanza del meteo come variabile da monitorare tra gli operatori dei mercati finanziari. Basti pensare ad ENEL che di recente ha chiuso una sua centrale nel Piacentino per carenza d’acqua. Questa mossa incide tanto sulla società che sulle aziende che non riceveranno energia da quella centrale con impatti sulle attività della zona.
I riflessi possono essere trasportati da questo esempio locale su scala nazionale o internazionale, se ne deduce quindi che gli impatti possono essere davvero importanti ed avere – di conseguenza - effetti sullo stato di salute dell’economica di un Paese. Quello del clima comunque non è un problema nuovo per la finanza. Il settore in effetti è da 26 anni ci sta provando con i derivati climatici, ma cosa sono e come funzionano nel dettaglio? Vediamolo insieme.
Derivati meteorologici: cosa sono e a cosa servono
Prima di vedere quanti sono e quali sono i derivati sul meteo partiamo dalle basi. Che cos’è un derivato? Un derivato è un contratto finanziario che ha un valore determinato dal prezzo di qualcos’altro, dal tempo che manca alla sua scadenza, dalla volatilità dei valori della variabile sottostante.
I derivati risono contratti finanziari il cui valore appunto deriva da quello di un bene chiamato “sottostante”, che può essere un titolo, indice, materie prime o altro. I derivati sono generalmente classificati in cinque gruppi proprio sulla base del sottostante: azioni, materie prime, tassi di interesse, valute e indici.
Questi contratti, oltre a un uso speculativo, sono stati creati per essere utilizzati come strumenti per mitigare i rischi di transazioni finanziarie o di attività economiche. Storicamente il meteo non rientrava in nessuno di questi gruppi sino alla metà degli anni novanta.
Fino all’introduzione sul mercato dei derivati climatici, gli operatori economici che volevano coprirsi dai rischi meteo ricorrevano alle polizze assicurative. Tuttavia, l’assicurazione fornisce protezione solo contro danni catastrofici e non copre dal rischio di una domanda ridotta che le aziende sperimentano a causa del clima più caldo o più freddo del previsto.
In generale, i derivati meteorologici coprono eventi a basso rischio e alta probabilità mentre l’assicurazione meteorologica copre in genere eventi ad alto rischio e bassa probabilità. La prima transazione nel mercato dei derivati meteorologici OTC ebbe luogo nel luglio 1996, quando Aquila Energy ha accettato di vendere energia elettrica alla Consolidated Edison per il mese di agosto a un prezzo fisso ma soggetto a potenziali sconti.
Se il mese di agosto fosse stato più freddo del 10% rispetto alla media, Edison avrebbe ricevuto uno sconto di 16.000 dollari: più il mese di agosto fosse stato freddo, maggiore sarebbe stato lo sconto che Edison avrebbe ricevuto. Le condizioni climatiche entravano per la prima volta tra i prodotti finanziari che potevano essere acquistati e venduti.
Derivati sul meteo: come funzionano i futures CME sul clima
Nel 1999 il Chicago Mercantile Exchange (CME), la principale Borsa USA per i derivati, fece un ulteriore passo avanti verso i derivati meteorologici e introdusse i futures e le opzioni meteorologiche. Mentre i derivati meteo OTC sono contratti privati e personalizzati stipulati tra due parti, i futures e le opzioni meteorologiche scambiate al CME sono contratti standardizzati negoziati pubblicamente sul mercato, con negoziazione continua e completa trasparenza dei prezzi, vincolanti tra le parti e regolati in contanti.
In sostanza i derivati meteorologici funzionano come un contratto tra un acquirente e un venditore. Il venditore di un derivato meteorologico riceve un premio da un acquirente con l'intesa che il venditore fornirà un importo monetario nel caso in cui l'acquirente subisca una perdita economica a causa di condizioni meteorologiche avverse o se si verificano condizioni meteorologiche avverse.
Se non si verifica alcun evento meteorologico avverso, il venditore realizza un profitto attraverso il premio pagato. In linea di massima, i futures e le opzioni meteo CME sono derivati che, tramite indici specifici, riflettono le temperature medie mensili e stagionali di 9 Stati USA e 3 città europee.
Ogni contratto si basa sul valore dell’indice mensile o stagionale finale determinato da Earth Satellite (EarthSat), una società internazionale specializzata in tecnologie di informazione geografica. Altre ditte meteorologiche del Vecchio Continente determinano i valori per i contratti europei. I contratti CME Weather per i mesi invernali negli Stati Uniti e in Europa si basano sui heating degree days (HDD), mentre i contratti dei mesi estivi negli Stati Uniti si basano sui cooling degree days (CDD).
Il concetto di indice HDD è stato sviluppato da ingegneri che hanno osservato che gli edifici commerciali venivano spesso riscaldati per mantenere una temperatura interna di 70° Fahrenheit ogni volta che la temperatura esterna media giornaliera scendeva al di sotto di 65° Fahrenheit.
Ogni grado di temperatura media inferiore a 65° Fahrenheit viene conteggiato come HDD. Al contrario, l'aria condizionata può essere utilizzata quando la temperatura supera lo standard di 65° Fahrenheit. Pertanto, ogni grado di temperatura media superiore a 65° Fahrenheit viene conteggiato come CCD.
Le variazioni sono orientate a indici/località specifici, con un importo in dollari allegato a ciascun punto di indice. Le località prese in considerazione sono Atlanta, Chicago, Cincinnati, New York, Dallas, Las Vegas, Minneapolis, Sacramento, Portland, Londra, Amsterdam e Tokyo.
Derivati CME sul meteo: un esempio pratico
Supponiamo che ABC Utility Co. venda elettricità nell'area di Chicago a $0,08/Kilowattora. In normali condizioni meteorologiche invernali, ABC potrebbe prevedere vendite di 1 miliardo di kilowattora (kWh) con un fatturato previsto di 80 milioni di dollari.
Tuttavia, ABC è preoccupata per la possibilità di effetti meteorologici di Ĕl Nino e vorrebbe utilizzare i futures HDD per proteggersi dalla possibilità di condizioni invernali più calde del previsto. Per costruire una strategia di copertura, sarà necessario quantificare la relazione tra i risultati economici (come i ricavi di vendita) e le condizioni meteorologiche (come implicite nei prezzi dei futures meteorologici).
In particolare, si vuole trovare un appropriato rapporto di copertura che possa bilanciare la variazione anticipata dei ricavi (indicata come ∆ Ricavi) con la variazione del valore dei contratti derivati in oggetto (∆ Valore dei Futures).
Si supponga che, sulla base di regressioni storiche, ABC trovi che le sue vendite siano correlate positivamente con l'indice HDD di Chicago del gruppo CME con un rapporto di sensibilità di 0,80. Vale a dire, una variazione dell'1% nell'HDD potrebbe dare all'unità una variazione dello 0,8% degli 80 milioni di dollari previsti di ABC di ricavi.
Supponendo che i future vengano scambiati a 1.250,00, un rapporto di copertura effettivo può essere calcolato come segue: ∆Ricavi ÷ ∆Valore dei futures = ($ 80.000.000 x 0,8%) ÷ (1.250 x $ 20 x 1%) = 2.560 contratti futures. Ciò suggerisce che ABC potrebbe vendere 2.560 futures per coprire i rischi di temperature superiori alle attese e ricavi inferiori alle attese. Supponiamo che le temperature siano miti e che l'indice HDD si fermi a 1.150.
Questo calo di 100 HDD (8% del valore originale di 1.250) implica che le vendite potrebbero diminuire da un miliardo a 936 milioni di kWh per vendite di 74,88 milioni di dollari (0,08 dollari/kWh x 936.000.000 kWh). Ciò implica una diminuzione delle entrate di 5,12 milioni di dollari. Ma questo deficit è compensato da un corrispondente profitto di 5,12 milioni di dollari in futures.