La Cina sta affinando le sue competenze tecniche nelle reti di comunicazione di sesta generazione (6G), che dovrebbero essere lanciate commercialmente entro il 2030. Lo sviluppo del 6G in Cina avrebbe dovuto rallentare a causa delle sanzioni contro Huawei Technologies imposte dal governo degli Stati Uniti sotto l'ex presidente Donald Trump nel 2019, ma la Cina ha mantenuto la sua competitività mobilitando aziende e università statali.
Il quotidiano giapponese Nikkei Asia ha collaborato con la società di ricerca Cyber Creative Institute con sede a Tokyo per esaminare circa 20.000 domande di brevetto per nove tecnologie 6G attive, tra le altre cose, nel settore delle comunicazioni, tecnologia quantistica e intelligenza artificiale.
La Cina è in cima alla lista con il 40,3% delle domande di brevetto 6G, seguita dagli Stati Uniti con il 35,2%. Il Giappone si è classificato terzo con il 9,9%, seguito dall'Europa con l'8,9% e dalla Corea del Sud con il 4,2%. I paesi con più domande di brevetto tendono a essere leader in termini di tecnologia avanzata e hanno più voce in capitolo sugli standard del settore.
La prossima generazione di tecnologie di comunicazione mobile, che si dice sia più di 10 volte più veloce del 5G, dovrebbe consentire la guida completamente autonoma, la realtà virtuale ad alta definizione e le connessioni Internet in tutto il mondo.
Cina: Huawei in testa sui brevetti 6G
Le domande di brevetto cinesi sono per lo più legate alla tecnologia delle infrastrutture mobili. Nell'era del 6G, sarà necessaria una copertura aerea, come i satelliti, nonché stazioni base a terra per bande radio più ampie.
Molti degli ultimi brevetti sono stati depositati da Huawei, che controllava il 30% delle stazioni base mondiali nel 2020. Altri grandi detentori di brevetti cinesi includono aziende statali come State Grid Corporation of China e China Aerospace Science and Technology.
Huawei detiene il maggior numero di brevetti 5G con una quota di quasi il 12%. È probabile che il gigante cinese delle comunicazioni mobili abbia una forte presenza anche nel 6G. La società ha affermato che inizierà lo sviluppo del 6G da sola nonostante il divieto degli Stati Uniti e ha pubblicato un white paper avanzato sul 5G ad agosto.
Nel novembre dello scorso anno, l'Università di Scienze e Tecnologie Elettroniche della Cina ha lanciato con successo il primo satellite 6G al mondo. Gli esperti pensavano che il divieto degli Stati Uniti avrebbe reso difficile per le aziende cinesi costruire stazioni base di nuova generazione o realizzare smartphone all'avanguardia, ma la ricerca di base guidata dal governo non ha perso forza.
La Cina non solo ha reso la tecnologia delle comunicazioni di prossima generazione una priorità nell'ambito della sua iniziativa "Made in China 2025", ma ha fornito aiuto finanziario ai Paesi mentre costruisce reti 5G in Africa e in Medio Oriente.
Nel frattempo, gli USA, che hanno molte società produttrici di smartphone e Internet, hanno un alto grado di abilità tecnica nei terminali e nel software. Qualcomm e Intel hanno acquisito molti brevetti per i chip utilizzati negli smartphone e in altre apparecchiature informatiche.
Negli Stati Uniti, l'iniziativa Next G Alliance, che annovera tra i suoi membri Google e Apple, ha annunciato le sue prospettive per l'era del 6G e il governo federale ha anche consentito l'accesso gratuito per testare le onde radio.
Quando il 6G sarà implementato, le comunicazioni saranno probabilmente integrate con l'intelligenza artificiale, la realtà virtuale e le tecnologie di realtà aumentata. Altre società statunitensi con brevetti relativi al 6G includono IBM e Microsoft.
Per quanto riguarda il Giappone, terzo classificato, Nippon Telegraph & Telephone ha molti brevetti che riguardano comunicazioni ottiche e reti di infrastrutture mobili nelle aree urbane, comprese le tecnologie per mitigare la congestione dei dati e i ritardi.
Nazioni Unite: standard 6G? Discussioni nel 2024
Si prevede che l'Unione internazionale delle telecomunicazioni, un organismo delle Nazioni Unite e i gruppi industriali inizieranno a discutere della standardizzazione 6G intorno al 2024. La Cina, che ha molti brevetti correlati, ha una voce forte nell'organizzazione e probabilmente avrà il sopravvento nel processo normativo.
Washington ha cercato di rallentare lo sviluppo dei prodotti di comunicazione mobile cinesi imponendo un embargo de facto sulle vendite di chip all'avanguardia a Huawei, ma un alto funzionario dell'ITU ha affermato che sarà difficile escludere la Cina dalle discussioni sulla questione.
Gli Stati Uniti e la Cina non sono gli unici a competere per la supremazia nel 6G. In Europa, il produttore svedese Ericsson e l'Università di Oulu in Finlandia hanno pubblicato white paper sul 6G e l'UE ha svolto un ruolo chiave nella standardizzazione, inclusa la creazione di un gruppo di ricerca dell'European Telecommunications Standards Institute. In Corea del Sud, Samsung Electronics e LG Electronics hanno già creato centri di sviluppo 6G e il governo sta sovvenzionando gli sforzi di sviluppo.