Il Banco de España è la Banca Centrale spagnola e fa parte insieme alle altre banche nazionali dell'Eurozona e alla BCE del Sistema Europeo delle Banche Centrali. Con l'introduzione dell'Euro come moneta nazionale a partire dal 1999, la Banca Centrale di Spagna non è più responsabile della politica monetaria nazionale. L'istituto ha sede a Madrid e attualmente è governata da Pablo Hernández de Cos.
Banco de España: funzioni e obiettivi
L'obiettivo fondamentale della Banca Centrale spagnola è quello di assicurare che il sistema finanziario nazionale sia stabile e di garantire la stabilità dei prezzi, in armonia con la politica monetaria esercitata dalla Banca Centrale Europea. Al riguardo sono diverse le funzioni che vengono esercitate dalla Banca Nazionale, come di seguito illustrato:
- assicurare il corretto funzionamento dei sistemi di pagamento tramite la vigilanza e il controllo affinché vengano identificati per tempo i rischi intrinseci;
- effettuare lo studio e il monitoraggio dell'economia spagnola attraverso l'analisi e la ricerca economica;
- svolgere un servizio finanziario del debito pubblico, agevolando le procedure per l'emissione dei titoli di Stato spagnoli;
- promuovere il funzionamento e la stabilità del sistema finanziario adottando strumenti di politica prudenziale per evitare rischi di natura sistemica;
- compilare, preparare e pubblicare statistiche economiche e finanziarie riguardo i compiti svolti dalla Banca stessa e la situazione economica del Paese;
- vigilare in cooperazione con la Banca Centrale Europea sugli istituti di credito spagnoli.
Banco de España: struttura organizzativa
La struttura organizzativa della Banca Centrale spagnola è costituita fondamentalmente da 4 organi principali che interagiscono nell'assolvimento delle funzioni dell'istituto, come di seguito indicato:
Governatore e Vice Governatore
Il Governatore è colui che dirige la Banca, presiede il Consiglio Direttivo e la Commissione Esecutiva ed esercita funzioni di rappresentanza di fronte agli enti istituzionali nazionali e internazionali. Egli viene nominato dal Re e rimane in carica per 6 anni, senza che vi sia possibilità di rinnovo. A farne le veci in sua assenza è il Vice Governatore, nominato dal Governo spagnolo su proposta del Governatore della Banca Centrale. Anche per il Vice il mandato scade definitivamente dopo 6 anni.
Consiglio Direttivo
Il Consiglio Direttivo è composto da: Governatore, Vice Governatore, 6 amministratori con mandato di 6 anni rinnovabile una sola volta, Segretario Generale del Tesoro e dei Finanziamenti Internazionali e Vicepresidente della Commissione nazionale del mercato dei valori mobiliari. Alle riunioni del Consiglio partecipano senza diritto di voto i Direttori Generali e il Segretario Generale della Banca. I compiti dell'organo sono quelli di approvare gli indirizzi generali dell'azione dell'istituto centrale con riferimento alla politica monetaria, alle circolari, alle proposte sanzionatorie da sottoporre al Ministero dell'Economia e delle Finanze, alla ratifica delle nomine dei Direttori Generali della Banca di Spagna.
Comitato Esecutivo
Il Comitato Esecutivo è formato da: Governatore, Vice Governatore, 2 Consiglieri nominati dal Consiglio Direttivo su proposta del Governatore, Direttori Generali e Segretario Generale della Banca di Spagna. Queste ultime 2 figure partecipano senza diritto di voto. Tra le funzioni principali del Comitato Esecutivo si possono ricordare: l'attuazione della politica monetaria, la formulazione di raccomandazioni e requisiti delle banche, nonché le misure di intervento e di sostituzione degli amministratori.
Banco de España: origini, storia e sviluppo
La nascita della Banca Centrale spagnola ha radici antiche e può essere fatta risalire al 2 giugno 1782 quando il Re Carlo III emanò un decreto con il quale fu fondata la Banca Nazionale di San Carlos. Lo scopo era quello di creare un istituto che desse sostegno finanziario allo Stato attraverso la circolazione di titoli del debito pubblico convertibili in contanti. Non solo, vi erano anche altri obiettivi come quello di provvedere ai pagamenti dello Stato all'estero e di fornire credito alle imprese combattendo l'usura. Il capitale della Banca era diviso in azioni e prevedeva la distribuzione dei dividenti agli azionisti, tra cui figurava anche il Re.
I conflitti del Regno di Spagna con Francia e Inghilterra dissanguarono le finanze del Tesoro iberico, pertanto nel 1829 il Governo e la Banca Nazionale di San Carlos raggiunsero un accordo: la Banca rinunciava a un credito di 310 milioni di reais in cambio di 40 milioni di reais in azioni del Banco Español de San Fernando, costituto grazie a un Decreto Regio di Fernando VII del 9 luglio.
Il nuovo istituto ebbe la facoltà di stampare cartamoneta in regime di monopolio a Madrid e nel 1844 il Governo gli affiancò un secondo banco d'emissione, il Banco de Isabel II. I due organismi si fusero a seguito della crisi finanziaria del 1847 e la Banca che ne risultò prese comunque il nome di Banco Español de San Fernando.
Nel 1856 la legislazione bancaria del 28 gennaio cambiò il nome all'istituto, che diventò Banco de España, operativo inizialmente a Madrid. Tra il 1856 e il 1874 però furono aperte succursali a Valencia, Alicante, Barcellona, Bilbao, Malaga, Siviglia, Saragozza, Valladolid e Santander. La Terza guerra carlista e la Guerra dei 10 anni a Cuba spinsero lo Stato a dare avvio alla fusione di tutte le banche di emissione locali con la Banca Centrale, che a quel punto divenne unico istituto in grado di emettere cartamoneta.
La legge bancaria del 1921 diede al Banco de España la facoltà di essere prestatore di ultima istanza, consacrandosi come banca delle banche. L'Autorità centrale manteneva sempre l'autonomia nei confronti del Governo, ma con il regime Franchista del 1939 instauratosi in Spagna tutto cambiò in quanto molti dei poteri della Banca furono trasferiti al Ministero delle Finanze. Nel 1946 fu fatta la legge bancaria che attribuì al Governo spagnolo le decisioni sulla politica monetaria, come ad esempio la fissazione dei tassi di interesse attivi e passivi da applicare alle banche spagnole.
Nel 1962 una nuova legge bancaria stabilì la nazionalizzazione del Banco de España, divenuto quindi completamente dipendente dallo Stato. Allo stesso tempo la legge precisò le mansioni che doveva svolgere l'istituto, ovvero: operazioni di emissione, tesoreria dello Stato e servizio finanziario del debito pubblico, esecuzione della politica monetaria, regolamentazione del mercato monetario, informazione e consulenza al Governo in materia di moneta e credito, regolazione dei pagamenti internazionali, elaborazione di statistiche e informazioni sui rischi e infine controllo e ispezione del private banking.
Con la fine della dittatura vi furono 2 importanti riforme che diedero nuovamente autonomia al Banco de España: la riforma dello statuto nel 1980 e la legge di autonomia in ottemperanza del Trattato di Maastricht nel 1994. Con quest'ultima legge fu vietato il finanziamento alle Pubbliche Amministrazioni e la Banca doveva limitarsi a informare il Governo degli obiettivi e dell'attuazione della politica monetaria. Il 28 aprile del 1998 la Legge n.12 modificò quella sull'autonomia e stabilì che la Banca Centrale spagnola venisse integrata nel Sistema Europeo delle Banche Centrali, insieme alle altre Banche Nazionali dell'Eurozona e alla Banca Centrale Europea.