CRB: cos'è, composizione e come interpretare indice materie prime | Investire.biz

CRB: cos'è, composizione e come interpretare indice materie prime

18 set 2020 - 13:30

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Cosa è il CRB Index? Come funziona e quali sono le materie prime al suo interno? Perchè è importante monitorarlo? Vediamo insieme

Cosa è il CRB Index? Come funziona e quali sono le materie prime che compongono l'indice? Soprattutto, perchè è importante per trader e investitori monitorarlo? Vediamolo insieme in questo articolo partendo dalle sue origini.

Il Refinitiv/CoreCommodity CRB Index, meglio noto come CRB Index, è un ampio indice sulle commodity. È stato concepito per fornire un’accurata rappresentazione dell’andamento dei prezzi delle materie prime, che può essere basata sui prezzi spot o future.

 

CRB Index: nascita ed evoluzione

La storia di questo indice inizia nel 1957, quando il Commodity Research Bureau costruì un indice composto da 28 commodity, che fece la sua prima comparsa nel 1958 nel CRB Commodity Year Book.

Da allora, l'indice viene aggiornato periodicamente per far in modo che rimanga un affidabile benchmark per economisti, analisti trader e asset manager. Dal 1957, ci sono stati dieci revisioni delle componenti dell'Indice. La prima è stata nel 1961 e l'ultima nel 2005.

Proprio nel 2005, l'indice ha cambiato nome in Thomson Reuters/Jefferies CRB Index, dopo l'ultima revisione in cui l'apporto di Reuters è stato fondamentale per garantire un'accurata rappresentazione del mercato moderno delle materie prime.

Oltre a fornire importanti indicazioni a chi opera nel settore delle materie prime, l’indice CRB offre un valido supporto alle aziende direttamente interessate alla filiera merceologica. Per questi motivi il CRB Index è diventato un importante e consolidato punto di riferimento a livello globale di questo mercato e viene utilizzato dalle società di gestione per costruire ETC collegati a questa asset class. Oggi l’indice ha cambiato nuovamente nome in: Refinitiv/CoreCommodity CRB Index.
 

CRB Index: composizione

Attualmente, l'indice Refinitiv/CoreCommodity CRB Index replica ben 19 materie prime. Le commodity sono classificate in base alla loro liquidità in quattro gruppi. Il primo gruppo è composto dai prodotti petroliferi e ha un peso massimo del 33%. Il secondo gruppo è composto dalle sette materie prime più liquide (che sono egualmente ponderate al 6%) e ha un peso massimo del 42%. Il terzo gruppo è composto da quattro materie prime liquide (egualmente ponderate al 5%) e ha un peso massimo del 20%. Infine, l’ultimo gruppo contiene cinque materie prime (egualmente ponderate all’1%) è limitato al 5%.

Come si può osservare, quando si parla di materie prime si fa riferimento a merci molto diverse tra loro e anche i loro andamento può essere molto differente, tanto che spesso nello stesso anno le differenze di performance tra le diverse categorie di materie prime possono essere notevoli.

Ad esempio, i drivers della performance delle materie prime agricole sono spesso diversi da quelli osservabili nel settore energetico o dei metalli industriali. Alcune materie prime sono molto legate al ciclo economico, mentre altre invece sono considerate dei beni rifugio durante le fasi avverse di mercato, come i metalli preziosi.

L’indice CRB, come gli altri indici che si pongono l’obiettivo di replicare l’andamento aggregato delle materie prime, permette quindi di mediare le differenze e le fluttuazioni fra una materia prima e l’altra, riducendo i differenziali di performance e rendendo più stabile la rappresentazione dell’andamento di questa asset class.


CRB Index: perchè è importante monitorarlo

Il CRB Index è attentamente monitorato dai grandi investitori poiché i prezzi delle materie prime tendono a essere direttamente correlati all'inflazione. Parallelamente, i prezzi delle obbligazioni sono inversamente correlati all'inflazione e, di conseguenza, i prezzi delle obbligazioni tendono a muoversi nella direzione opposta dei prezzi delle materie prime.
 

Materie prime: un aiuto al portafoglio

Alle materie prime viene tradizionalmente attribuita una capacità di decorrelazione dai corsi azionari, indipendentemente dalla loro ciclicità. Da un punto di vista operativo, a fronte di timori di calo degli indici azionari, ricorrere alle materie prime, specie i metalli preziosi, potrebbe rivelarsi corretto per ridurre i drawdown di portafoglio. 

Tuttavia, è bene fare una distinzione tra le varie materie prime, il cui andamento nel breve termine può essere anche estremamente volatile. L’oro e l’argento sono sicuramente una prima scelta.

Per investire sulle materie prime vi sono principalmente due modi: tramite i derivati – quest’ultimo maggiormente adatto ad investitori professionali - o tramite i numerosi ETC presenti sul mercato e accessibili con tagli di investimento ridotti, quest’ultima scelta più adatta per il piccolo risparmiatore o investitore non professionale.

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