La carenza di semiconduttori nel mondo è un fenomeno relativamente recente. Il deciso ridimensionamento della domanda nella fase iniziale della pandemia e un blocco della produzione seguiti poi da una marcata ripresa di tutti i dispositivi tecnologici utilizzati per smart working, didattica a distanza, videogiochi, ecc… hanno messo in crisi il mercato dei chip nel 2020.
Carenza chip: mercato cresce, quotazioni indice SOX no
Il chip shortage ha colpito in modo trasversale diversi settori, in primis quello automobilistico, grande utilizzatore di tecnologia. A questo si è affiancata una situazione di tensione in quelle fabbriche del mondo (vedi Taiwan) al centro da tempo di contese geopolitiche con la Cina.
Ciò che prima era considerata una sorta di commodity abbondante e a buon prezzo si è trasformata in un prezioso lavorato ricercato in tutto il mondo. Secondo IDC comunque le entrate del mercato dei semiconduttori sono state pari a 464 miliardi di dollari nel 2020 e supereranno i 522 miliardi nel 2021. Motivo in più per spingere sugli investimenti e favorire un progressivo allargamento dell’offerta.
Dopo un raddoppio delle quotazioni da marzo dicembre, l’indice SOX, il più celebre indicatore che raggruppa le principali società americane attive nel settore dei semiconduttori, ha avviato una fase laterale sempre però al di sopra della media mobile a 200 giorni. Potrebbe essere questa la fase nella quale le mani forti accumulano o distribuiscono a seconda di quella che sarà la futura evoluzione del mercato.
Rimanendo in uptrend e sopra la media mobile la situazione attuale può anche essere catalogata come correttiva e quindi un’opportunità per andare lunghi su questo settore dai multipli naturalmente poco “cheap” essendo il rapporto prezzo utili posizionato sopra 30.
Investire sui microchip con un ETF
VanEck offre la possibilità di investire in questo ambito con un ETF quotato anche a Milano (ISIN IE00BMC38736) che replica l'indice MVIS US Listed Semiconductor 10% Capped. Qui troviamo le società di tutto il mondo che sono negoziate negli Stati Uniti e attive nell'industria dei semiconduttori. La ponderazione massima di una singola azienda nell'indice è limitata al 10%.
L’ETF è a replica fisica totale e la cosa appare logica visto il ridotto numero di società che compongono il paniere (25). Costo contenuto (0,35%) e buona capitalizzazione (350 milioni di euro) completano il quadro di un ETF tematico che soffre della solita scarsa diversificazione tra società presenti, ma non del difetto della scarsa capitalizzazione pur essendo nato solo nel 2020.
Le prime 10 società coprono quasi l’80% del totale con ASML, Nvidia, TSMC, Intel e Texas presenti con un peso di quasi il 10% ciascuna. Il 75% delle società sono americane, il 14% olandesi e poi tutto Taiwan.
Un ETF tematico da valutare dopo un check del portafoglio
Come tutti i prodotti tematici il rischio è sempre quello di entrare in un comparto eccessivamente sopravalutato dagli investitori. I massimi storici del SOX Index realizzati solo un mese fa potrebbero anche portare a questa conclusione anche se i multipli di mercato non appaiono tutto sommato così surriscaldati come quelli visti di recente su altri temi.
Dopo aver fatto un check sul portafoglio azionario complessivo valutando il peso della componente tecnologica questo ETF potrebbe comunque trovare un suo spazio all’interno di un ideale paniere di fondi tematici globali.