- Fitch declassa l'Italia. Per l'agenzia di rating i nostri titoli si trovano a un solo notch del livello "spazzatura";
- L'8 maggio scenderà in campo Moody's, le previsioni sono fosche ma difficilmente vi sarà un declasamento;
- La BCE accetterà anche i junk bond e questo rappresenterà una barriera protettiva per l'Italia.
Il Covid-19 si è abbattuto sul nostro Paese come un uragano destabilizzando tutto l'assetto economico-sociale. E' questa la motivazione che ha spinto a sorpresa l'agenzia di rating Fitch a calare la scure sull'Italia: il nostro merito creditizio passa da BBB a BBB-, appena un livello sopra il limite che separa l'investment grade dal junk bond. Nonostante il Ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, continui a ribadire che i fondamentali del Belpaese sono solidi, per Fitch le previsioni sembrano invece poco confortanti: PIL in contrazione dell'8% e debito pubblico in aumento fino al 156% per il 2020. In aggiunta a questo è sempre costante il pericolo di una seconda ondata di infezioni che pregiudicherebbe il quadro anche per il 2021, sebbene per il momento l'outlook rimanga stabile.
Il mercato ora attende le decisioni di Moody's
L'8 maggio sarà il turno di Moody's. L'attesa è febbrile, perché attualmente l'Italia si trova a un passo dal baratro. Infatti il Baa3 è l'ultimo stadio in cui i nostri titoli di Stato non vengono considerati spazzatura e anche solo il peggioramento della view per il futuro potrebbe rappresentare l'anticamera per il declassamento. Nonostante secondo la maggior parte degli analisti la bocciatura netta sia un'ipotesi molto remota, le previsioni di Moody's sull'economia mondiale non fanno dormire sonni tranquilli. L'agenzia ritiene che il riflesso della pandemia si farà sentire sia sotto il profilo economico sia a livello sociale. Nel primo caso l'eventualità di lockdown a singhiozzo potrebbe portare a un blocco produttivo di tale portata da mettere in circolo una pericolosa crisi finanziaria, anche peggiore rispetto a quella del 2008. Nel secondo caso i meno abbienti potrebbero risentire maggiormente della tempesta innescando alla lunga tensioni sociali che portano a destabilizzare il Paese. In questo quadro si inserisce lo shock del petrolio che sarà esiziale per molti settori produttivi. Moody's non vede una vera ripresa delle quotazioni per tutto il 2020; il Brent raggiungerebbe al massimo i 35 dollari al barile, mentre il WTI non andrebbe oltre i 30 dollari. Solo nel 2021, in concomitanza con la ripresa di tutte le attività produttive, la domanda si rivitalizzerebbe e i prezzi potrebbero assestarsi intorno ai 45 dollari per il Brent e ai 40 dollari per il WTI.
Quanto peserà il giudizio di Moody's sul nostro Paese?
Ad ogni modo è bene precisare che il giudizio che esprimerà Moody's, così come il declassamento ieri di Fitch, vanno contestualizzati. E' sempre il mercato a decidere in base alla legge della domanda e dell'offerta se i titoli di Stato italiano siano junk o meno. In questo momento la fiducia verso il nostro Paese è ancora relativamente alta. Oggi lo spread è in aumento del 3% a quota 227 punti base dopo la decisione di ieri; però in questi tempi, nonostante la tragedia planetaria che il Covid-19 ha causato, gli investitori continuano a comprare i nostri titoli. Questo significa che perché il mercato smetta di investire sui BTP italiani un pò tutte le agenzie dovrebbero allinearsi a considerare spazzatura il nostro debito. Ad esempio DBRS Morningstar, la quarta agenzia di rating che si pronuncerà l'8 maggio insieme a Moody's, considera l'Italia un Paese non a rischio. Infatti mantiene il rating più elevato rispetto alle altre.
La protezione della BCE
Nel contesto la presenza della BCE come paracadute è di vitale importanza. I collaterali del nostro debito che Eurotower ha già messo in portafoglio dall'inizio della pandemia sono arrivati a 40 miliardi di euro. Il PEPP ( Leggi qui cosa è) al 24 aprile scorso aveva già acquistato 96,7 miliardi di euro in titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona. Secondo i piani programmatici, l'istituto di Francoforte potrebbe anche sestuplicare la cifra fino a quando il Coronavirus non sarà sparito definitivamente. L'aspetto più importante, però, riguarda l'annuncio che la Banca Centrale accetterà tutti i titoli che fino al 7 aprile erano considerati BBB- e che per via del taglio del merito creditizio scenderanno a livello di junk bond. Questo varrà fino a settembre 2021 e con la facoltà del Consiglio Direttivo di prolungare la scadenza nel tempo se le condizioni lo richiedono. Insomma la BCE ha elevato una sorta di "cortina di ferro" a protezione del debito che inevitabilmente lo sviluppo della pandemia farà lievitare nei bilanci dei vari Paesi dell'Eurozona coinvolti. Sarà questa verosimilmente la principale ragione per cui Moody's difficilmente azzopperà il rating italiano l'8 maggio. L'agenzia con ogni probabilità farà da sponda a una BCE che, viste le origini francesi della sua presidente, avrà un occhio di riguardo verso quelle banche francesi che sono piene di BTP italiani e che vedrebbero lo spettro della bancarotta se il sistema Italia saltasse per aria. Basti contare che BNP Paribas detiene 143 miliardi di titoli di Stato del nostro Paese e Credit Agricole 93 miliardi. Una somma che da sola rappresenterebbe all'incirca la metà del debito pubblico italiano in mano agli stranieri.
Ad ogni modo, nonostante la protezione della BCE il livello di allerta va mantenuto alto. L'8 maggio si avvicina e, in attesa della sempre più delicata decisione che dovranno prendere gli analisti di Moody's, l'Italia si trova a soli due passi dalla "spazzatura".